"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cinquant'anni di cambiamenti climatici

Trentino

Presentati oggi i dati sul Trentino dal 1958 al 2010 e le iniziative future della Provincia

(20 dicembre 2012) Presentati stamane in Provincia dal vicepresidente e assessore all'ambiente Alberto Pacher, assieme al dirigente della Protezione civile Roberto Bertoldi e ad alcuni ricercatori della Fondazione Mach, i risultati di uno studio che ha esaminato i dati relativi a temperature e precipitazioni in Trentino dal 1958 al 2010. Il quadro che ne risulta conferma il generale riscaldamento del clima e la sua maggiore intensità negli ultimi 30 anni circa, durante le stagioni primaverile e estiva e nelle ore diurne. Non trova conferma invece  il presunto aumento dell'intensità delle precipitazioni, uno dei fenomeni che dovrebbero accompagnarsi ai cambiamenti climatici. Con l'occasione, è stato fatto il punto sulle iniziative avviate dalla Provincia sul versante sia della mitigazione, ovvero della riduzione delle emissioni di gas serra nell'atmosfera, sia dell'adattamento agli effetti prodotti dall'innalzamento delle temperature. Presentato anche il nuovo sito web www.climatrentino.it

"Il Trentino - ha detto Pacher in apertura dell'incontro - è inserito a pieno titolo in una rete territoriale dove si confrontano e si scambiano decisioni, buone prassi, conoscenze utili a tutti. Si è capito infatti che non si può aspettare che siano solo i grandi decisori ad agire, in summit come quello recente di Doha, che spesso generano poi grandi delusioni, che ci vogliono le reti come Alleanza per il clima, dove mettere a fuoco le tante iniziative possibili sul duplice fronte della mitigazione delle emissioni di gas climalteranti e dell'adattamento. Anche all'interno del Trentino, è stato istituito un Osservatorio che mette assieme tutti i soggetti interessati, dove prendono corpo le diverse azioni dirette al risparmio energetico, al contenimento dei consumi, alla diffusione delle energie rinnovabili, alla prevenzione dei problemi ambientali connessi all'aumento della temperatura e così via. In queste azioni rientrano ad esempio quella di dotare il patrimonio edilizio pubblico di pannelli fotovoltaici, i nuovi treni che abbiamo acquistato e in generale i progetti sulla mobilità, ma anche tutto quanto fa capo alla Protezione civile, perché sappiamo che i cambiamenti climatici generano stress sul territorio. Per questo, anche in questa fase di crisi, uno dei settori nel quale cui non abbiamo applicato politiche di risparmio è quello dei Bacini montani, che impiega diverse centinaia di persone in tutto il Trentino e assorbe più di 20 milioni di euro all'anno, risorse utilizzate per difendere il territorio e prevenire gli eventi più acuti determinati dalle piogge."

Concetti ripresi da Roberto Bertoldi, che ha illustrato alcuni dati e portato alcuni esempi concreti. Prendiamo il monitoraggio: per farlo bene ci vogliono una serie di stazioni sul territorio, senza di esse dati utili sull'entità del fenomeni non ce ne sarebbero. Quindi, 130 stazioni sparse in tutto il Trentino, 60 delle quali forniscono dati giornalieri fin dagli anni 1920-30. Oppure prendiamo il problema della gestione dei corsi d'acqua e in particolare delle piene, con la rete dei serbatoi idroelettrici provinciali: "La loro utilità l'abbiamo vista l'ultima volta nella piena dello scorso novembre", ha ricordato Bertoldi, che ha anche anticipato che nel 2013 verrà realizzato uno studio sulla diminuzione dei ghiacciai negli ultimi 10 anni, diminuzione dovuta sia all'aumento delle temperature sia alla riduzione delle precipitazioni nevose.

I ricercatori della Fondazione Mach Damiano Gianelle e Emanuele Eccel hanno quindi illustrato l'analisi sulle serie climatiche, finanziata con il fondo della Provincia autonoma per i Cambiamenti Climatici, realizzata dal Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione con il progetto CLITRE.50 sulle serie di dati dal 1958 al 2010. Il quadro che ne risulta, come dicevamo, conferma per il Trentino alcune tendenze già note, come il generale riscaldamento e la sua maggiore intensità negli ultimi 30 anni circa, durante le primavere e le estati e nelle ore diurne (meno in quelle notturne), mentre non conferma altre convinzioni diffuse, in particolare il presunto aumento dell'intensità delle precipitazioni.

Riguardo alle temperature, alcuni indici offrono indicazioni particolarmente interessanti, soprattutto quelli legati all'aumento delle temperature massime estreme, soprattutto durante il giorno. Queste ultime sono infatti cresciute ben più delle minime; l'aumento è più sensibile in estate e in primavera rispetto all'inverno e all'autunno, mentre intermedio risulta essere il riscaldamento misurabile in inverno, e tuttavia degno di attenzione in quanto si associa ad una diminuzione delle precipitazioni. Le ondate di calore nella stagione calda hanno fatto misurare una vera impennata, e così pure il numero di "giornate estive calde".

Per le precipitazioni si osserva invece una generale stabilità. I giorni di pioggia, così come i quantitativi totali annui, si sono mantenuti pressoché invariati, con poche eccezioni. Un leggero aumento si può ritrovare, rispetto ai regimi pluviometrici di 40-50 anni fa, nella durata degli eventi piovosi, ma anche dei periodi asciutti. I quantitativi di pioggia caduti nelle giornate più piovose dell'anno sono mediamente in aumento, ed è questo l'unico indice di intensità di pioggia che ha manifestato una tendenza all'aumento. Viceversa, gli eventi alluvionali (somme delle piogge di 5 giorni) non hanno mediamente fatto registrare modifiche rispetto ai decenni precedenti.
Allo scopo di approfondire la conoscenza delle tematiche in questione il Centro Ricerca ed innovazione della Fondazione Mach ha avviato con cinque istituti del Consiglio nazionale delle ricerche l'iniziativa denominata Fox Lab. L'"idea-forza" è quella di costruire, nel medio periodo, un polo di ricerca ambientale e forestale in Trentino, destinato a diventare un riferimento per l'Italia ma anche per l'Europa.

Con l'occasione, assieme a Roberto Barbiero della Protezione civile e di Meteotrentino, sono state anche riassunte le iniziative poste in essere dalla Provincia e le azioni previste per il prossimo futuro. Il quadro degli interventi è dato dalla legge 5 del 2010, che ha istituito fra l'altro la rete di monitoraggio climatico-ambientale e due importanti strumenti organizzativi, l'Osservatorio Trentino sul Clima e il Tavolo provinciale di coordinamento e di azione sui Cambiamenti Climatici.

Un "alleato" particolarmente importante sarà il nuovo sito web www.climatrentino.it, contenitore delle informazioni di carattere climatico sia trentine che nazionali e internazionali. Il web sarà anche il contenitore delle attività dell'Osservatorio Trentino sul Clima.

Per quanto riguarda le azioni di mitigazione, l'obiettivo è di realizzare un vero e proprio salto di qualità nelle politiche di riduzione dei consumi e di aumento del ruolo delle rinnovabili, in particolare con l'adozione del nuovo Piano energetico ambientale per il periodo 2013-2020 attualmente in fase di discussione. Sono in corso diversi progetti anche sul versante delle politiche di adattamento, con il coinvolgimento di tutte le realtà locali interessate, in settori che vanno dalla gestione delle risorse idriche alla produzione energetica (idroelettrico, solare, eolico), dalle foreste all'agricoltura fino al turismo.

Fra i progetti, uno si è concluso recentemente: si tratta di Envirochange, che aveva come obiettivo lo studio dell'impatto dei cambiamenti climatici sull'agricoltura trentina nei prossimi vent'anni. Il progetto ha prodotto anche Enviro, uno strumento informatico utilizzabile dai ricercatori come pure dai dai non-esperti, compresi i diretti interessati, ovvero gli agricoltori, per accedere alle informazioni sui possibili effetti del cambiamento climatico sugli agenti patogeni e i parassiti, permettendo quindi di gestire al meglio questo fenomeno così complesso.

In fase di partenza invece il progetto Orientgate, che vede come leader il Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, la realtà più autorevole in Italia in questo campo, con un forte riconoscimento a livello internazionale. Il Centro ha voluto la presenza della Provincia autonoma di Trento per sviluppare un progetto-pilota sugli impatti dei cambiamenti climatici nel settore idroelettrico, dove il territorio ha accumulato competenze importanti. L'esito del progetto-pilota sarà poi utilizzato nella comunità dei Paesi del Sud Est Europa. Quella di Orientgate è un'iniziativa fondamentale nella logica dell'adattamento ai cambiamenti climatici. Esistono direttive europee che prevedono l'elaborazione di specifici piani nazionali di adattamento e l'Italia sta lavorando per avere pronto il suo entro il 2013.

(a cura dell'Ufficio Stampa della PAT)

Lo studio della PAT

 

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