"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Chi vince e chi perde

c\'era una volta la Palestina

di Michele Nardelli

(27 agosto 2014) Un accordo fra Hamas e Governo israeliano sembra essere stato raggiunto. Ora gridano vittoria ma basterebbe fare un bilancio delle vite spezzate, dei feriti e delle distruzioni per prendere atto che – come sostiene Marcello Flores nell'intervista a Repubblica che riportiamo qui sotto – hanno perso tutti. Qualcosa di vero però c'è nella reciproca valutazione di vittoria: vengono legittimati i “signori della guerra”, da una parte e dall'altra.

L'obiettivo di Israele era quello di delegittimare ulteriormente l'Autorità Nazionale Palestinese perché preferiscono che i palestinesi siano identificati con i fondamentalisti per portare ancora più a fondo l'operazione di sottrazione di territorio palestinese che, peraltro, riguarda più la Cisgiordania che Gaza. Ben sapendo che con l'impresentabilità internazionale di Hamas potrebbero aver più facilmente mano libera per nuove prossime operazioni militari a Gaza, a Gerusalemme est e nei territori dove sono previsti muovi insediamenti illegali.

Dall'altra parte Hamas appare agli occhi della popolazione palestinese (non solo di Gaza) il soggetto che ha ottenuto la tregua e che ha fatto parzialmente aprire il valico di Rafah con l'Egitto, ottenendo un allentamento dell'embargo verso la Striscia di Gaza. Il che era avvenuto anche nel 2012, ma poi rimangiato dal governo di Netanyahu.

Vincono i militaristi, perde la politica: ormai un classico. Perde la prospettiva di una risoluzione nonviolenta del conflitto. Perdono le popolazioni civili, anche se nell'immediato festeggiano. Non solo perdono i palestinesi, schiacciati sempre più su una rappresentazione islamica (non dimentichiamo che i palestinesi sono di religione islamica, cristiano-ortodossa, cristiano-cattolica o altro, compresi i non credenti se consideriamo che nel mondo arabo quella palestinese era la popolazione più laica) e tutti coloro che hanno da sempre rivendicato uno stato di diritto, a prescindere cioè dal credo religioso di ciascuno. Perdono anche gli israeliani, sempre più chiusi nell'incubo in cui si sono cacciati associando la religione ebraica ad uno stato etico e confessionale, quel sionismo che intellettuali come Hannah Arendt avevano sempre biasimato.

Ben venga dunque una tregua che metta fine alla violenza, ma non mi pare ci sia nulla da festeggiare.

http://video.repubblica.it/rubriche/rnews/rnews-flores-gaza-israele-perche-in-questa-tregua-hanno-perso-tutti/175634/174279

 

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