"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

21/10/2010 -
Il diario di Michele Nardelli
gerarchie
In due giornate di Consiglio dedicate alla discussione sul Disegno di legge sul personale, il cui profilo confesso di non aver ancora capito se non come esigenza di recepire - ma senza danno - la legge Brunetta, c'è anche qualche nota interessante. Non che non vi fosse la necessità di mettere mano alle normative che investono la flessibilità, gli incarichi, i rapporti fra cittadini e pubblica amministrazione, le pari opportunità, la razionalizzazione del comparto museale... ma francamente non vedo una proposta di alto profilo.

Mi rendo conto solo in queste ore che forse si è trattato di un'occasione sprecata e che forse avrei potuto introdurre qui qualche elemento di innovazione affinché si potessero sintonizzare le istanze poste nella finanziaria (l'investimento sulla conoscenza) con le esigenze di motivazione delle persone nel raggiungere gli obiettivi indicati. E invece si è continuato a parlare (spesso a sproposito) di meritocrazia, a prescindere dal fatto che il merito è un'altra cosa e che tale concetto non lo si può disgiungere dalla natura degli obiettivi.

In ogni caso, il lavoro che si è svolto nell'iter istruttorio, oltre ad unificare proposte diverse, è servito ad introdurre elementi positivi, come quelli che sono previsti dall'articolo 21 sulle pari opportunità. E che non a caso la Lega ha tentato, invano, di abrogare.

Ma il fatto stesso che la proposta di "premio di produttività" avanzata nei giorni scorsi dal presidente Dellai (per 75 milioni di euro) sia stata proposta nella finanziaria piuttosto che qui, ci racconta di una legge che ha lasciato intatto il nodo vero che oggi investe la pubblica amministrazione ovvero quello della riqualificazione/rimotivazione del personale.

Nell'intervallo dei lavori di mercoledì m'incontro con Franco Ianeselli e Edoardo Benuzzi proprio per predisporre un'agenda di lavoro sul tema dell'educazione permanente, tema sul quale ho attivato nei mesi scorsi un apposito gruppo di lavoro per arrivare ad una proposta di legge sulla materia. L'obiettivo sarebbe quello di presentarlo già durante il dibattito sulla finanziaria 2011, ma non so se ci riusciremo. Intanto vorremmo mettere in campo un pomeriggio di lavoro, di natura seminariale, il prossimo 5 novembre, coinvolgendo persone che operano a vario titolo su educazione agli adulti, 150 ore, agenzia del lavoro, riqualificazione del personale...

E' quello dell'educazione permanente, ne ho già accennato in questo blog, un tema che mi sta molto a cuore e che ritengo decisivo se intendiamo attrezzare una comunità ad affrontare al meglio le sfide che l'interdipendenza ci pone.

Torno in aula, ma la discussione procede molto lentamente, continuamente interrotta da questioni procedurali, con le opposizioni che non fanno ostruzionismo (una parte dell'opposizione non esprime nemmeno un orientamento contrario alla legge che stiamo discutendo) ma semplicemente allungano i tempi per un'altra ragione: impedire che in questa sessione consiliare che cade prima delle elezioni per le comunità di valle si vari la nuova legge sulle emissioni inquinanti (acciaieria).

Un risultato che otterranno, tant'è vero che ci vorrà tutto il giovedì per arrivare al voto di approvazione della legge sul personale, facendo così slittare il DDL sull'acciaieria a novembre. La discussione sugli articoli, nonostante il tempo contingentato, ci blocca in aula anche per tutto il giovedì ed in più di una occasione le minoranze cercheranno di far mancare il numero legale. Quindi inchiodati lì, a votare emendamento per emendamento, articolo per articolo. Neanche il tempo per organizzarsi qualche incontro.

Nell'ora di intervallo devo andare al Forum dove inizia la selezione dei giovani che hanno fatto domanda per il servizio civile in un progetto che accompagna il programma sulla cittadinanza euromediterranea: "Come Annibale arrivò fino a Bruxelles: il Mediterraneo e le radici dell'Europa". Abbiamo avuto undici richieste per due posizioni: un dato anche questo interessante, perché in genere non è così. La commissione che abbiamo nominato per la selezione avrà dunque un compito non facile.

Ritorno in aula e riprendono le votazioni fino a sera. Quando i lavori si concludono vado alla sede del gruppo consiliare dove ho appuntamento con Salvatore Dui, rappresentante della comunità sarda in Trentino. Un amore con quella terra, la simpatia per questa gente, una presenza mai banale: per questo ho proposto loro che nell'ambito del programma del Forum ci fosse uno spazio per riattivare la festa della comunità sarda a Trento che fino a qualche anno fa rappresentava un appuntamento stabile per la città, ma insieme trovare storie comuni, come ad esempio la tragica sorte dei giovani della "Brigata Sassari", migliaia di soldati mandati a morire per nulla sulle nostre montagne durante la prima guerra mondiale. Salvatore è originario di Oliena, terra di Barbagia di cui amo le montagne, i colori della natura, la gente vera. Vengono fuori un sacco di idee, di conoscenza e di scambio.

Ci lasciamo accordandoci per svolgere da qui a breve un incontro formale con i rappresentanti della comunità. Nei prossimi giorni sarò a Teano e poi a Torino. Pezzi d'Italia che dopo centocinquant'anni ancora faticano a sentirsi parte di una comunità nazionale. Forse perché è nelle relazioni fra territori, nel conoscere gli intrecci della storia e delle culture, che possiamo trovare la risposta di una cittadinanza condivisa.

 

 

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