"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

21/03/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
L\'utopia dell\'europa delle regioni

Come nasce una legge che prova a mettere mano alle tragiche conseguenze di un'eredità paradigmatica dello sviluppo. Come (forse) nasce una riforma della nostra autonomia, con lo sguardo oltre i confini. Come nasce un programma che per un anno intero ci porterà a fare i conti con il "limite" e con il nostro delirio quotidiano. Come nasce un libro, anzi due. Che ancora sono nelle nostre penne. Sullo sfondo, l'Europa. Il progetto politico che non c'è...

Si riunisce la sessione di marzo del Consiglio Provinciale, con un nutrito ed interessante ordine del giorno, dal provvedimento quadro relativo agli animali domestici, al DDL delle minoranze che propone la sterilizzazione per due anni degli effetti della Legge Gilmozzi che ha messo mano alla proliferazione delle seconde case, alla proposta di legge sull'amianto che giovedì diventerà una nuova norma della nostra autonomia.

Negli interstizi dei lavori del Consiglio un intenso lavorio di incontri e riunioni. Interessante l'incontro con alcuni rappresentanti sindacali dell'Arcese, azienda arcense del trasporto privato. Sono guidati da Antonio Mura, rappresentante dei Cobas trasporti e vecchio compagno di tante battaglie, che con la passione che lo contraddistingue descrive ai consiglieri presenti la perversa situazione in cui si trova il settore del trasporto merci su gomma e di questa azienda che, con i suoi più di mille lavoratori, rappresenta uno dei soggetti  leader del settore. Il problema è che qui la cosiddetta direttiva Bolkestein viene da tempo applicata attraverso un meccanismo che alterna la messa in cassa integrazione dei lavoratori trentini ed il reclutamento attraverso le filiali nell'Europa dell'Est di altri lavoratori con contratti da fame. Difficile trovare una soluzione se non in chiave europea. Ma l'Europa non è nelle corde e nel pensiero né della politica, né del sindacato.

Un altro incontro interessante è quello del gruppo di lavoro che sta elaborando un progetto per il "Terzo Statuto dell'Autonomia".  Non riusciremo certo in questa legislatura a mettere mano alla riforma della Regione, ma vorremmo almeno riuscire a gettarne le basi. La direzione nella quale andare è il completamento del passaggio delle competenze residue alle Comunità autonome del Trentino e del Sud Tirolo, l'assegnazione alla Regione di un ruolo di garanzia verso tutte le minoranze, la prospettiva di una Regione delle Alpi attraverso l'allargamento del GECT a cominciare dalla Provincia di Belluno. Ritorna l'Europa, il vero progetto politico.

Vengono a trovarmi in Consiglio Lucia Fronza Crepaz e Elisabetta Bozzarelli per presentarmi l'iniziativa del Movimento politico per l'unità (ovvero il Movimento dei Focolari) sul tema della riforma elettorale. Ne esce uno scambio di idee sullo stato della politica e, ancora una volta, di una nuova prospettiva politica insieme territoriale ed europea che le mie interlocutrici sembrano condividere. Invece mi prendo del tempo per studiare la loro proposta, ancora tutta ancorata ad una dimensione (quella nazionale) che rappresenta una finzione di una politica che non sa guardare oltre.

Queste sono anche ore frenetiche di preparazione della conferenza stampa di venerdì prossimo a Rovereto per la presentazione del programma 2012 del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. In questo lavorio va visto l'incontro con i responsabili della Fondazione Langer per una collaborazione nel percorso sulla cultura del limite. Vorremmo riprendere la lungimiranza di un messaggio e al tempo stesso l'atroce contraddizione di una vita spesa a "farsi carico" che diventa "peso insopportabile".

In tutto questo trovo anche lo spazio (materiale e mentale) per una bella serata in compagnia di Mauro Cereghini e Silvia Nejrotti, nel quale provare a delineare le coordinate di un nuovo lavoro editoriale, anzi di due. Due itinerari di lavoro di cui non vi dico altro, perché non so nemmeno se rimarranno nelle nostre penne o se mai vedranno la luce. Quel che si può dire è che il tratto di queste giornate ritorna in continuazione anche in questo scambio di idee. La cosa, come potete immaginare, mi intriga molto anche perché fra noi c'è un'intesa di pensiero che prosegue sin dai primi anni '90 attraverso esperienze di vita e professionali diventate amicizia. Così, in questa serata non ancora primaverile, proviamo a "darci il tempo" per pensarci.

Gli impegni incombono e di più non posso dedicare al mio diario di bordo. Mentre scrivo il pensiero corre verso una giornata importante di questa mia parentesi di impegno istituzionale. Proprio oggi il lavoro di un anno e più si trasformerà in legge, quella che prova a dare risposte ad una moderna tragedia che ha già fatto fin troppe vittime, l'amianto.

 

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