"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

23/03/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Lentezza
I giornali di giovedì e venerdì parlano diffusamente della discussione e dell'approvazione della legge provinciale sull'amianto. Riuscire a portare a conclusione l'iter legislativo di un testo importante che incide sulla vita della nostra comunità è, com'è naturale che sia, motivo di grande soddisfazione. Se poi la legge in questione affronta un argomento così delicato e paradigmatico come quello della bonifica dell'amianto la soddisfazione è ancora più grande.

Delicato, perché ha a che fare con la salute e la vita delle persone. La pesante eredità del passato incide sul presente e il futuro di tutti, comprese le generazioni a venire. Consegnare loro un territorio ripulito (almeno nei limiti del possibile) dai veleni del delirio industrialista del Novecento, mi sembra un motivo sufficiente per dare senso all'impegno istituzionale di questi anni in Consiglio Provinciale.  

Paradigmatico, in quanto l'amianto deve portare ciascuno di noi a riflettere sui limiti dello sviluppo. L'eternit era considerato uno dei simboli della modernità novecentesca, eppure si è rivelato un veleno causa di milioni di morti nel mondo. La riflessione è d'obbligo.

E' questa la terza legge che porta la mia firma di proponente. La prima è stata quella sulle "Filiere corte" (LP 13/2009) che proprio fra pochi giorni entrerà a regime con l'emanazione del Programma triennale. Le opportunità che offre saranno di grande impatto economico, sociale e culturale. La seconda è stata quella sui "Fondi rustici" (LP 3/2011) che prevede l'istituzione dell'anagrafe dei fondi pubblici non gravati da uso civico e i criteri per il loro utilizzo in funzione del sostegno ai giovani agricoltori che non possono accedere ai contributi provinciali senza un adeguato monte ore lavoro. Ora quella sull'amianto. Se penso alle telefonate di queste ore, anche questa di grande impatto ambientale e economico.

E' interessante che proprio nelle stesse ore in cui viene approvata la legge sull'amianto, diamo il via al programma annuale del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani sul tema del limite. Il titolo è stato pensato e ripensato: "Nel limite. La misura del futuro". Significa che il limite è uno spazio di indagine che non possiamo esorcizzare, nel quale sostare invece perché ci parla di una contraddizione che segna le nostre vite e il nostro modo di pensare. E nel contempo indica un progetto che, se non vuole la guerra e la sopraffazione, deve interrogarsi sulla propria sostenibilità nello spazio e nel tempo. Il logo è rappresentato da una chiocciola e il manifesto è molto bello e di impatto (ma non ancora pronto nella versione definitiva). Il programma è già ricchissimo di appuntamenti e iniziative che provano a declinare il concetto di limite in tanti modi, dalla limitatezza delle risorse ai modelli di sviluppo, dagli stili di vita al nostro rapporto con l'ambiente, dai nostri confini culturali all'anacronismo di quelli statuali, dai limiti etici nella ricerca al nostro delirio quotidiano.

Sono già almeno cinquanta gli appuntamenti previsti, a cura delle associazioni o delle istituzioni che aderiscono al Forum. E come già con Cittadinanza Euromediterranea, lo stile delle iniziative cercherà un approccio insolito e originale. Tanto che partiremo ad aprile, grazie a Multiverso Teatro che ha accettato la sfida, con la rappresentazione del canto leopardiano de "La ginestra", il fiore del deserto, il più grande monito verso le "magnifiche sorti e progressive" dello sviluppo scritto nel 1836. Un programma ambizioso, che potrà essere realizzato solo con il concorso di una grande pluralità di sensibilità e di impegno. Che, peraltro, contribuisce ad esprimere la ricchezza di questa terra.

Ci sarebbero, nella cronaca di queste ore, tante altre cose. Ma mi voglio fermare qui. Un po' perché ho voglia di assaporare l'aria di questi primi giorni di primavera, un po' perché devo riordinare le idee per il contributo che devo portare a Bari, martedì prossimo, quando al teatro Petruzzelli verrà presentato il film della RAI sulla "Sacra Corona Unita" (la mafia pugliese) e le sue relazioni con l'oltremare balcanico.

 

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