"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

03/05/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Rovereto, 1990. Convegno sul lavoro di Solidarietà
Alle 7.45 ho appuntamento con il presidente Dellai. Di buon mattino, le idee forse sono più chiare. Con Lorenzo Dellai ci conosciamo da una vita. Storie politiche molto diverse, le nostre, quand'anche accomunate da un impegno che ci ha coinvolti in maniera totalizzante, nell'azione prevalentemente politico amministrativa nel caso di Dellai, nell'agire politico e nell'impegno internazionale (e in quest'ultima esperienza amministrativa) nel mio caso.

Quel che però più ci avvicina è l'essere stati protagonisti, nel passaggio cruciale della fine degli anni '80 e dei primi anni '90, nelle rispettive aree di appartenenza, di un processo di ricerca e di sperimentazione politica originale. Da una parte la nascita della Margherita e la ferma collocazione del cattolicesimo democratico nel centrosinistra autonomista. Dall'altra la scelta di percorrere strade inedite per una sinistra in questa terra tradizionalmente minoritaria, prima attraverso la nascita di Solidarietà (nei giorni in cui cadde il muro di Berlino e Achille Occhetto andò alla Bolognina) e poi nell'avviare quel corpo a corpo culturale e politico durato una quindicina d'anni e che dall'esperienza di "Senza confini" (1992) ci ha portati alla nascita del PD del Trentino. Un percorso di scomposizione e ricomposizione non certo concluso, ma che ha permesso, insieme ad altri tratti di originalità di questa terra, il prendere corpo di un'esperienza di governo di segno diverso rispetto alle altre regioni del nord, ma soprattutto di buon governo. La qualità del vivere in questa terra, per altro non priva di contraddizioni ed anche talvolta segnata da scelte controverse e discutibili, ne è l'esito positivo ma niente affatto scontato.

Anche per questa "lunga attraversata" ci si capisce e c'è stima reciproca. Se qualcuno vuole interpretare tutto questo come una sorta di subalternità verso il principe, si accomodi pure.  Io so del mio rigore, tanto nell'essere parte di una coalizione che governa il Trentino quanto nel cercare di essere esigenti verso una figura istituzionale alla quale l'elezione diretta ha affidato un mandato che pure considero troppo forte, tant'è che preferivo nettamente l'elezione di secondo grado. Solo per dire che la cultura plebiscitaria proprio non mi appartiene.

Stamane sono a colloquio con Dellai nella duplice veste di consigliere che fa parte della maggioranza e come presidente del Forum trentino per la pace e i Diritti Umani. Per questa ragione le questioni che pongo spaziano su un ampio ventaglio di argomenti, dalla questioni più strettamente politiche che investono il centrosinistra autonomista alle priorità della prossima finanziaria, dai disegni di legge di cui sono primo firmatario alle questioni di "politica estera" (se ancora in un mondo interdipendente si può usare questa espressione) che hanno a che vedere con il dotarsi di uno sguardo non emergenziale nella costruzione della pace.

Non deve affatto stupire che si pongano già ora questioni che investiranno la prossima finanziaria. Quella di questo autunno sarà di fatto l'ultima finanziaria di questa legislatura, particolarmente delicata sia per le condizioni di difficoltà sociale ed economica nelle quali ci ritroveremo, sia perché dovrebbe lasciare il segno per la prossima legislatura. Non è mio stile quello di tirare per la giacca qualcuno. Mi preme piuttosto porre sin d'ora alcuni temi che riguardano la crisi che morde sul piano dell'occupazione e della precarietà giovanile anche la nostra autonomia. Oppure l'opportunità che il Trentino - in un contesto di superamento del paradigma dello "stato-nazione" - diventi un punto di riferimento nell'immaginare l'autonomia come chiave per la risoluzione di controversie internazionali.

Come nel caso di un paese come l'Afghanistan (vedi il progetto Afghanistan 2014 che abbiamo elaborato come Forum lo scorso anno e che i lettori possono trovare nella home page) che ci chiede di metterci in gioco non nel realizzare progetti di solidarietà ma nel ridisegnare - finita l'occupazione - le forme di autogoverno in quel martoriato paese.  Il Trentino, per altro, lo è già oggi punto di riferimento. Nell'esperienza di una importante e qualificata realtà europea qual è Osservatorio Balcani Caucaso, nell'aver contribuito in maniera determinante alla stesura della Carta per l'autonomia del Tibet, nella qualificata attività di formazione sul piano della solidarietà internazionale.  Si tratta quindi di proseguire e di investire su questa strada, tutt'altro che ininfluente anche sul piano delle opportunità di relazione a tutto campo in un mondo sempre più interdipendente.

Seguono nella mattinata e nel pomeriggio una serie di incontri di lavoro, con lo staff del Forum per il programma "Nel limite. La misura del futuro", con Alberto Robol per le attività che svolge la Fondazione Opera Campana dei Caduti, con lo stesso Robol e con il Consorzio dei Comuni trentini (e il Comune di Trento) per la marcia per la pace che a settembre da Trento arriverà a Rovereto e poi al Colle di Miravalle, con Roberto Toniatti e Jens Woelk per il coinvolgimento della Facoltà di Giurisprudenza nel Cantiere "Afghanistan 2014".

Ho un sacco di cose da scrivere, materiali da leggere e appunti da preparare. Così riordino le mie cose in ufficio e poi vado a casa. Giornata intensa, come di norma, ma almeno la serata è libera. Ceniamo con Gheorge Nita, amico rumeno qui per cercare lavoro. E' davvero difficile il mestiere di vivere in una situazione di così forte incertezza e precarietà qual è quella del suo paese, passato da un comunismo asfissiante e corrotto ad una situazione di pressoché totale de regolazione e in preda a mafie di ogni tipo. Eppure la Romania è nell'Unione Europea, peccato che per lo stesso lavoro nel suo paese si ricevano 250 euro e nel nostro quasi 2.000, a fronte di un costo della vita poi non così diverso.

E' proprio questo il valore della sfida europea. Lo si avverte nelle tornate elettorali che in questi giorni caratterizzano la Francia, l'Inghilterra, la Grecia, la Serbia e anche il voto amministrativo di domenica in Italia. Ne avrò la percezione l'indomani nell'incontro serale sulla comunità delle Alpi, nel prendere atto di come purtroppo siamo ancora lontani da quel cambio di paradigma che dovrebbe portarci a mettere in soffitta l'inno di Mameli.

 

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