"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

10/05/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Macerie
Nelle due giornate di Consiglio Provinciale non c'è molto da segnalare. Della parentesi dedicata all'Europa ho già parlato in questo diario e proprio di una parentesi si è trattato. Perché l'Europa dovrebbe essere un modo di pensare, una dimensione trasversale ad ogni questione che affrontiamo, un approccio insomma... ma che invece trattiamo alla stregua dei giorni della memoria che, nei fatti, sono così pregni di retorica e di rituali da avere come esito quello di imbalsamare tanto la storia come le idee. Che cosa possiamo fare noi per l'Europa? Intanto potremmo incominciare con il conoscerla.

Che un modo di pensare sovranazionale sia ancora distante, lo si vede anche nella discussione che anima il dibattito di questa sessione del Consiglio, intorno alla proposta di intervento a sostegno delle imprese e del reddito familiare. Per dimezzare gli effetti dell'IMU sulle imprese trentine e per garantire una  boccata d'ossigeno alle famiglie che non rientrano nelle soglie del reddito di garanzia. L'idea di distribuire denaro a fondo perduto per sostenere i consumi è una formula che non mi piace, l'ho detto in Commissione, l'ho ribadito ai nostri assessori e al presidente Dellai, l'ho riaffermato nella riunione del Gruppo. Trenta milioni di euro non sono proprio una bazzecola e credo sarebbe stato utile destinarli ad interventi strutturali. Spero che almeno in parte si possa dare un indirizzo di qualificazione del contributo in sede di definizione da parte della giunta dei criteri per la concessione.

Ciò nonostante ci sono parole che tradiscono le intenzioni: parlare di intervento "anticongiunturale" presuppone una congiuntura, dunque una situazione destinata a cambiare rapidamente. Ma sappiamo che non è affatto così, che il divario fra il peso dell'economia reale e quella di carta continua a crescere, che il modello keynesiano non funziona più perché non ci sarà alcuna locomotiva da prendere al volo. Ciò nonostante voto il disegno di legge, quand'anche spogliato dagli emendamenti che la Giunta aveva infine introdotto, trasformando il provvedimento in una legge omnibus.

Questo non significa non assumere decisioni anche di natura emergenziale, che pure possono aiutare imprese e famiglie in un passaggio oggettivamente tanto difficile, ma  l'emergenza ti porta quasi sempre fuori carreggiata. Tanto per fare un esempio: per aiutare l'edilizia e l'artigianato si poteva rimpinguare il fondo per la bonifica dell'amianto, coniugando ambiente, salute e lavoro. O è chiedere troppo per una legge di iniziativa consiliare?

Conclusi i lavori del Consiglio, non è affatto finita la giornata. In serata si svolge la presentazione del libro di Micaela Bertoldi "Vivere con. Con vivere". A Palazzo Geremia è come se continuassimo il confronto di qualche giorno fa al Sass, un po' perché parlare in maniera approfondita del conflitto israelo-palestinese significa in buona sostanza parlare di elaborazione della storia e del presente, un po' perché fra i relatori che offrono qualche pensiero al dibattito sul libro di Micaela ci siamo io e Ugo Morelli. Con noi Erica Mondini, presidente dell'associazione "Pace per Gerusalemme" e vicepresidente del Forum, e il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, oltre ovviamente all'autrice.

Ne esce un dialogo appassionato e stimolante, tutt'altro che scontato e che potete trovare su idealweb.tv per l'arte ed il sociale. Questo nuovo lavoro di Micaela Bertoldi aiuta a cercare approcci diversi, specie in un tempo difficile ed in un contesto in cui i preparativi di guerra sembrano sempre più minacciosi. A che cosa prelude infatti l'accordo fra il la destra del premier Netanyahu e il partito centrista Kadima che ha scongiurato all'ultimo momento le elezioni anticipate. Elezioni che erano considerate dagli osservatori internazionali il vero ostacolo ad una escalation militare con l'Iran da parte di Israele. E rimosso il quale già i motori dei bombardieri si stanno scaldando. Un governo di unità nazionale o, più propriamente, un governo di guerra.

Parlare di ricerca del dialogo e di elaborazione del conflitto in questo contesto può apparire un po' naïf, ma se la guerra - lo sappiamo sin d'ora - è l'azzeramento di ogni dialogo, per la pace non ci sono scorciatoie. Dai conflitti si esce solo elaborandoli, altrimenti "la guerra non è mai finita".

Non so davvero immaginare che cosa potrebbe accadere se i bombardieri israeliani entrassero in azione i Iran. Gli osservatori dicono che il governo israeliano ha già messo in conto le perdite, ma i costi di una guerra a quel punto regionale, oltretutto fatta in dispregio di qualsiasi regola internazionale, sarebbero incalcolabili e così gravi anche sul piano culturale e politico da destabilizzare in maniera permanente tutto il Mediterraneo.

A questo spinge l'ossessione. Il confronto che si protrae fino a tarda serata ne parla e tocca il nodo cruciale della politica. Per prendere amaramente atto che anche in questo caso si è drammaticamente lontani da quello di cui ci sarebbe bisogno, nelle istituzioni, nei partiti come nella società civile e nei movimenti. Mi consolo pensando che, in fondo, siamo in una delle sale di rappresentanza dell'amministrazione comunale di Trento con il sindaco della città e con il presidente del Forum per la Pace e i Diritti Umani che pure, malgrado tutto, è un'istituzione di questa nostra comunità.  

 

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