"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

19/05/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Brindisi, quel che rimane...
Pensieri intrecciati. A vent'anni dall'istituzione della Convenzione delle Alpi un momento di riflessione sulla regione alpina come progetto politico istituzionale: si potrebbe indicare così il senso dell'intervento del professor Luigi Zanzi dell'Università di Pavia nell'ambito del convegno promosso dalla presidenza del Consiglio Provinciale venerdì scorso alla sala Rosa della Regione. Poche volte mi viene da applaudire nel silenzio della sala e ieri, nell'ascoltare le parole di Zanzi, è stato così. Nei prossimi giorni troverò il modo di proporre ai lettori di questo blog il suo intervento, ma in estrema sintesi il tema proposto è quello di ridisegnare l'Europa attraverso un processo costituente e l'apporto federativo di aree regionali plurilinguistiche e pluriculturali. Fra queste la regione alpina, ma con un'avvertenza. Non una macroregione che inglobi tutte le regioni che insistono sulle alpi (e dove le pianure avrebbero ancora un peso preponderante sulla montagna come del resto già oggi avviene), ma aree transnazionali dei territori alpini, accomunate da vicende storiche e da presidi culturali che ne hanno forgiato la diversità. Le parole di Zanzi mi colpiscono, perché in piena sintonia con quello che ho sostenuto in occasione della seduta del Consiglio Provinciale dedicata all'Europa il 9 maggio scorso, con il confronto che abbiamo aperto nel gruppo consiliare sul futuro dell'istituzione regionale, con il dialogo aperto su "politicaresponsabile.it" a partire dalla tesi di Marcella Morandini che aveva per titolo "Montagne".

Connettere generazioni, territori, sensibilità politiche. Nella saletta dell'Anpi di Riva del Garda nella serata di venerdì ci sono una ventina di persone, prevalentemente giovani. Sono tutti o quasi esperti informatici e confrontarmi con loro a partire dal mio Disegno di Legge sul software libero è ogni volta un esame. In questo secondo incontro nell'arco di pochi giorni ho la percezione che qualcosa di importante sia già accaduto, al di là dell'iter legislativo: l'idea che un incontro fecondo con la politica sia possibile. O forse solo con un suo frammento, che prova ad ascoltare e ad offrire una propria visione, ma anche così non è cosa da poco. Incrociare gli sguardi, i saperi, le esperienze. Credo che Annalisa, Matteo e Roberto - che hanno contribuito a costruire questa proposta legislativa e che hanno partecipato all'incontro di Trento e di Riva del Garda - abbiano avuto un'analoga percezione. Lo vedo da come sono soddisfatti. Se riusciremo a portare a casa - grazie a questo DDL - una vera e propria riforma del sistema informatico trentino sarà davvero un passo importante per connettere generazioni, territori, sensibilità politiche.

L'incontro con Francisco van der Hoff. Fra le varie proposte che offre questo sabato mattina, scelgo un momento di pensiero, la presentazione del libro di Frans van der Hoff "Manifesto dei poveri", edito dalla casa editrice "Il Margine". Ci sarebbe anche il convegno del PD del Tentino sui temi dell'economia, ma la prevedibile carrellata delle categorie che magnificano se stesse e se la prendono con qualcun altro o con la PAT proprio non mi attira. La mattinata offre anche il convegno sul biologico nell'ambito delle manifestazioni per la 76ª Mostra dei vini del Trentino, tema che finalmente trova cittadinanza nell'agricoltura trentina, ma anche qui temo la sfilata. Ci sarebbe poi la conferenza sulla cooperazione degli enti locali nell'ambito dell'"Officina Medio Oriente", ma in questo caso il taglio che è stato dato è quello rituale di una cooperazione decentrata che ha fatto il suo tempo, in crisi di idee prima ancora che per effetto dei tagli ai finanziamenti. Proprio non ci siamo. Sono invece incuriosito dal pensiero di uno dei fondatori del "fair trade", per capire se questo mondo sta cercando strade nuove. La grandezza della figura di quest'uomo che ha dedicato la propria vita ai poveri, non riesce però a nascondere una visione sostanzialmente ferma alla "teologia della liberazione". Alla domanda di Maddalena Di Tolla su come i contadini della cooperativa Uciri per la produzione del caffè vedono l'Europa, padre Francisco risponde così: "Un mondo loco (matto), assurdo. Che cosa se ne fanno di tutte quelle cose?" Ma la realtà che ho conosciuto in prima persona ad Oaxaca, la città del sud del Messico dove van der Hoff vive, non è esattamente questa. Ho visto piuttosto un consumismo senza qualità, dove la povertà ha le sembianze dell'obesità e dell'emarginazione. E di "collera" contro il capitalismo ne ho vista davvero poca.

Il passato che ritorna. Arriva la notizia di un attentato che a Brindisi ha seminato morte e dolore fra i ragazzi di una scuola professionale. Un ordigno che voleva fare strage, ma la natura di questo stragismo è difficile da decifrare. Se c'è una strategia dietro questo attentato, il carattere torbido di questo tempo non può che renderci oltremodo inquieti. Intanto Melissa si è vista fermare la sua voglia di vivere. Con i ragazzi di Libera facciamo girare il passaparola e alle 18 ci incontriamo numerosi davanti al Municipio, in via Belenzani a Trento, come in tante altre città in tutto il paese. Molti i giovani con le lacrime agli occhi. Colpire una scuola, ha il significato di colpire il futuro, peraltro già così incerto. Dopo la gambizzazione del dirigente dell'Ansaldo ora lo stragismo. In assenza di elaborazione del passato la storia ritorna. E così il Novecento allunga la sua ombra sul presente.

 

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