"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

31/05/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Belfast, il varo del Titanic
Devo rilevare uno scarto di percezione. Nelle serate dedicate alla nuova legge sulla bonifica dell'amianto promosse nelle serate di mercoledì e giovedì rispettivamente a Villa Lagarina e a Cles, le numerose persone presenti della velenosa polemica sull'incarico di collaborazione affidato a Federico Zappini dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani sembra non importare granché o per nulla.

Provo quindi a fare quello che in molti messaggi ricevuti mi viene consigliato, "non ti curar di lor", ma in buona sostanza non ci riesco. Devo però dire che nelle serate di confronto sulla "malapolvere" (in questo caso l'amianto) ritorno ad una dimensione della politica fatta di cose vere, potremmo dire del veleno di cui dovremmo occuparci, non di quello che nasce dall'intrigo o dalle insidie della politica di cui mi scrive Alessandro, insidie che beninteso conosco ma rispetto alle quali in tutta la mia vita ho cercato di tenermi alla larga, perché il veleno cambia anche te e così, senza nemmeno accorgertene, diventi a tua volta carnefice. Ed è un niente, perché un po' carnefici lo siamo di natura.

A Villa Lagarina ad introdurre i lavori è la giovane assessore Romina Baroni che, proprio per le sue competenze nell'amministrazione, seguirà per il suo Comune l'attività di bonifica. Nella bellissima sala di Palazzo Libera c'è molta attenzione, l'applauso è sentito e le domande numerose. Discutere di amianto, come ho già avuto modo di dire in passato, è una buona occasione per parlare dei limiti dello sviluppo. Oggi sappiamo con certezza gli effetti devastanti dell'asbesto sulla salute delle persone, ma ciò nonostante c'è ancora una sorta di omertà, quasi a dover difendere uno dei miti del passato. Perché questo era l'eternit, un simbolo dello sviluppo per tutto il Novecento.

Eppure, quando a Belfast, dove venne costruito il transatlantico Titanic, dopo qualche anno si rilevò un picco inconsueto di morti per mesotelioma pleurico e il rapporto di causa/effetto fra amianto e l'insorgere della malattia era già evidente.  Era il 1930. Prima ancora lo stesso fenomeno si era registrato in Inghilterra (il paese europeo che ha fatto il maggior uso di amianto) con l'ammalarsi delle donne che lavoravano al confezionamento delle tute contenenti fibra di amianto. Era il 1908.

Uscire dal Novecento significa far nostra la cultura del limite. Quando lo capiremo?

Anche il giorno dopo a Cles c'è molta gente, la sala Borghesi Bertolla affollata. In questa serata con me come relatore c'è anche il dott. Mario Meggio che da anni si occupa degli aspetti sanitari dell'inquinamento da asbesto. Ne esce una serata molto bella e ricca di informazioni. Le persone in sala sono attente, applaudono, riconoscono persino il valore di una politica che sa porsi le domande prima che i buoi siano scappati dalla stalla. Interviene anche il giudice Flaim. Per anni ha seguito le cause civili di lavoratori che si sono ammalati e sono morti a causa dell'amianto, e si complimenta con me per questa legge. Anche i numerosi amministratori locali presenti sono soddisfatti del confronto. Credo di poter dire, una pagina di buona politica. Replicheremo a Sanzeno, sempre in val di Non, il 21 giugno prossimo.

Stasera sono arrivato a Cles facendo i salti mortali. Lo stress è a mille. Durante la giornata cerco di fare cose belle come ad esempio dedicare un'ora di tempo a Paola, una giovane che ha vissuto esperienze di cooperazione in Honduras e Brasile, uscendone con una forte delusione. Le parlo di come leggo la crisi della cooperazione e di quel che con Mauro Cereghini ed altri andiamo dicendo da anni. Ho la netta percezione che le mie parole suonino a conferma di quel che l'aveva colpita negativamente nella sua breve esperienza.

Predisporsi a passare la mano, questo occorre fare.

I lettori di questo blog sanno che non ne parlo da ieri. Il paradosso è che nelle polemiche di questi giorni le parti si sono rovesciate e qualcuno ha voluto vedere nella scelta delle collaborazioni al Forum una forma di nepotismo. Non conoscevo nemmeno una delle persone che in questi tre anni di intenso lavoro hanno prestato la loro collaborazione al Forum: così ho imparato ad apprezzare l'impegno e l'intelligenza di Martina, Francesca Z., Francesca B., Federico, Anna e Francesco che, nella condizione di volontari del servizio civile o di collaboratori par time (che in realtà lavorano per scelta e passione ben più delle ore previste), hanno reso possibile una "nuova stagione" del Forum.

Che sia questo a dare fastidio? Che sia la puntualità delle sue iniziative? Che sia l'impronta non rituale che abbiamo dato al nostro lavoro, per fare uscire la pace dalle secche del pacifismo di maniera?  Non voglio affatto entrare nella logica, che non mi è mai piaciuta, del "a chi giova?"  Perché il rischio è di cadere nella spirale del veleno di cui prima parlavo. Devo invece dire che mi è di grande conforto la riunione straordinaria, quand'anche informale visti i tempi di convocazione, del Consiglio del Forum. Perché tutti i presenti manifestano piena vicinanza e sostegno a Federico, a me e anche a Bruno Dorigatti che - come presidente del Consiglio Provinciale - nel frattempo ci ha raggiunti all'incontro. E trovo un segno molto bello che il sostegno venga anche da persone che avvertivo lontane dal filo conduttore della mia presidenza.

Senza voler drammatizzare nulla, tanto alla maggioranza del Consiglio Provinciale che mi ha indicato nell'assemblea del Forum come proprio rappresentante, quanto all'assemblea del Forum (alla prossima convocazione) che mi ha eletto presidente, ho messo a disposizione il mio mandato, come è naturale che sia quando è necessario salvaguardare l'immagine di un'istituzione importante e prestigiosa come il Forum. Ma al tempo stesso sono in molti a dirmi di non accettare che il veleno possa produrre i danni voluti.

Arrivano in effetti molti messaggi di stima. E questo rappresenta un antidoto al veleno. Però non posso non vedere anche gli effetti che una certa cultura ha prodotto intorno a noi, il perbenismo di chi teme di essere associato a posizioni radicali o che la difesa di Zappini possa fargli perdere qualche voto. Se è solo per questo ho fatto più occupazioni nella mia vita che Federico e non ho niente da rimpiangere. Penso ai parchi della mia città salvati dalla speculazione negli anni '70, dal Santa Chiara al San Marco, da Maso Ginocchio alle Predare. Penso all'ex albergo Astoria o all'ex albergo San Marco... Per questo ho detto a chiare lettere che se qualcuno vuole la testa di Federico, piuttosto sono io a mettermi da parte.

In tutto questo rincorrersi di riunioni, telefonate, incontri, assemblee pubbliche mi perdo l'avvio del Festival dell'Economia. Come mi suggerisce l'amico Roberto Devigili, nella sua saggezza antica, pazienza.  
 

2 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Michele il 02 giugno 2012 09:52
    Caro Adriano, i mandati sono sempre a disposizione di chi li ha dati. Ho voluto ricordarlo a quelli che in Consiglio mi hanno nominato a rappresentarli nell'assemblea del Forum e ai componenti dell'assemblea del Forum che mi hanno eletto presidente. Spero che il lavoro e il profilo che ho voluto dare all'attività del Forum siano condivisi e sostenuti. Se così non fosse, farsi da parte sarebbe normale. Un abbraccio.
  2. inviato da Adriano il 01 giugno 2012 17:11
    Caro Michele,
    leggo con molta amarezza della tua volontà di rimettere il mandato da Presidente del Forum e con queste poche righe voglio esprimerti la mia vicinanza per questo pessimo momento in cui sta prevalendo la logica della barbarie.
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