"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

17/07/2012 -
Il diario di Michele Nardelli
Autogoverno. La sede della magnifica Comunità di Fiemme
Riprende il Consiglio Provinciale. Prosegue la trattazione del testo unificato dei due disegni di legge Magnani-Dorigatti (il 94/XIV) e Penasa (264/XIV) sulla tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. Viene dunque istituito il cosiddetto assegno di cura per favorire l'assistenza a casa delle persone in difficoltà. Non credo di essere messaggero di sventura nel pensare fra me che questo sarà una delle ultime leggi in cui riusciamo a mettere in campo una capacità finanziaria di intervento suppletiva rispetto all'assegno di accompagnamento già previsto.

Nell'intervallo abbiamo l'incontro dei consiglieri della maggioranza per un aggiornamento sulla difficile trattativa in corso con il governo Monti in ordine al fatto che le misure di risanamento "spending review" vanno a colpire le prerogative dell'autonomia, oltre all'assurda pretesa che il Trentino (e analogamente le altre regioni o province a statuto speciale che hanno pattuito accordi con Roma) paghi due volte il proprio contributo al risanamento dello Stato. Per prendere atto che in questo momento una trattativa vera e propria ancora non c'è.

Come dice il presidente Lorenzo Dellai nell'introdurre l'incontro, si pone un problema di ordine politico prima ancora che di natura finanziaria. Perché quello che emerge dal governo dei tecnici è un'impostazione tutt'altro che tecnica, di vera e propria deriva centralistica. Una diversa idea di Repubblica di stampo prefettizio che fa piazza pulita delle autonomie locali, di quelle ordinarie come di quelle speciali. Occorre dunque difendere la biodiversità istituzionale. Emerge inoltre una diversa idea di società, attraverso un processo di verticalizzazione che è l'opposto di quel che noi siamo come comunità, un'articolazione orizzontale insieme istituzionale e sociale che intendiamo difendere come elemento essenziale di coesione sociale. E infine, nell'agire di questo governo, emerge un'idea molto distante di lealtà e di rispetto delle istituzioni, che straccia quel delicato meccanismo di equilibrio fra istituzioni che ha retto fin qui, impedendo processi di omologazione e di spaesamento.

Il clima è davvero pesante, si ha la percezione che le ricette per il risanamento della finanza pubblica siano sterili programmi fatti a tavolino senza nemmeno interrogarsi se i territori colpiti siano oppure no virtuosi dell'utilizzo delle proprie risorse. E che mirino, non solo a fare cassa, bensì a demolire le esperienze di autogoverno in un disegno nemmeno esplicitato di centralismo autoritario.

Nell'incontro di ieri delle autonomie speciali del nord è emersa una forte condivisione non solo della necessità di avviare una trattativa col Governo tale da evitare un taglio che nel nostro caso investe il 25/30% del bilancio, ma insieme anche le prerogative costituzionali delle autonomie speciali. Non è facile mantenere la barra a dritta, schiacciati come si è fra una classe di burocrati di stato che non vogliono sentir parlare di autogoverno e una logica di natura secessionistica funzionale alla creazioni di nuove aggregazioni regionali su base egoistica (l'asse delle macroregioni bavaresi/lumbard) tanto care a Formigoni e Bossi. E ampi settori sociali che considerano la nostra autonomia come un privilegio.

Un momento particolarmente delicato nel quale è necessaria invece una forte coesione, anche per contrastare derive secessionistiche che potrebbero prendere piede in Sud Tirolo e che avrebbero ripercussioni gravi per tutti. Quel che appare insopportabile è che a Roma nessuno sembra rendersi conto di questo disegno dirigistico e tanto meno di queste possibili derive. Sullo stato dell'arte, il Presidente Dellai darà una comunicazione all'aula giovedì sera. Sarà possibile una comune presa di posizione del Consiglio?    

Torniamo nell'emiciclo ai margini del quale si è svolto un intenso lavoro di mediazione per evitare che la legge sulla "non autosufficienza" si trasformi in una sorta di distribuzione di soldi alle famiglie, non solo laddove il servizio provinciale non sarà in grado di garantire un proprio intervento. Nel tardo pomeriggio il testo viene approvato con 28 voti favorevoli e 4 astensioni (PDL), mentre viene respinto il DDL di Morandini (PDL) sullo stesso argomento.

Inizia così l'esame del Disegno di Legge "Norme per la promozione della società dell'informazione e dell'amministrazione digitale, per la diffusione del software libero e dei formati di dati aperti". Si tratta del testo unificato dei DDL n.249 (primo firmatario Michele Nardelli) e del DDL n.6 (firmatario Roberto Bombarda) che, nel confronto in Commissione, ha assunto le caratteristiche di un testo unico sul sistema informatico elettronico trentino.

I lettori di questo blog troveranno a parte la mia relazione ed il resoconto degli interventi di Bombarda e Dellai. Tutto questo avviene in un contesto consiliare dove la materia appare per addetti ai lavori e ai più sconosciuta. Eppure ne siamo tutti immersi. Fa sorridere dover prendere atto che il divario digitale riguarda in primo luogo l'assemblea legislativa provinciale, nonostante ogni consigliere sia connesso (talvolta suo malgrado) con il mondo.

In serata vengono approvati i primi nove articoli. Domattina il voto finale.

 

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