"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

06/07/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Muri...

Un incontro con gli anziani di Bondo, di una serata alle Camalghe e della presentazione del programma annuale del Forum nella biblioteca del Museo storico del Trentino. Tutto questo fra venerdì e sabato scorsi.

Alla sala Aurora di Palazzo Trentini si svolge la visita del circolo degli anziani di Bondo, borgo di settecento abitanti delle Valli Giudicarie. La sala è piena di vispe signore, qualche uomo anziano che in questo universo femminile si distingue particolarmente e qualche persona più giovane che, già che c'era, ne ha aprofitatto per venire in visita guidata in Consiglio provinciale. Quello che svolge la signora Anna Eccher (e prima di lei Mauro Larentis) è un lavoro prezioso di incontro ravvicinato fra le comunità e la politica provinciale. Ovviamente il consigliere di volta in volta designato all'accoglienza propone la sua impronta e può capitare che un consigliere provinciale dedichi tutto il tempo che ha a disposizione alle scorribande dell'orso, così tanto per cavalcare gli umori della gente.

Personalmente ho sempre cercato di utilizzare questo spazio di dialogo per raccontare come si svolge il lavoro consiliare e i temi su cui ho lavorato. Considerato che siamo alla fine della legislatura provo a fare un rapido bilancio a partire dalle iniziative legislative che mi hanno visto primo firmatario: filiere corte ed educazione alimentare, fondi rustici, bonifica amianto, società dell'informazione e dell'amministrazione digitale e software libero, apprendimento permanente. Parlo delle attività sull'ambiente che ho affrontato in terza Commissione, ricordando le azioni più qualificanti a difesa del territorio (Colbricon, acqua pubblica, impianto Garda - Monte Baldo, dighe sull'Adige, inquinamento elettromagnetico...). Provo anche a ricordare l'importanza dell'impegno sulla pace, in un contesto sempre più interdipendente. I temi che affronto sono impegnativi ma, ciò nonostante, c'è molta attenzione.

A seguire una serie di domande su energia, acqua, amianto... arriva anche quella sull'orso. So di trovarmi di fronte ad un argomento sensibile, ma al tempo stesso non voglio né cavalcare le paure, né tanto meno essere reticente. Così provo a dire quel che penso, tanto delle paure verso questo mammifero più grande e forte dell'uomo, tanto dei problemi che sono sorti per effetto di una barriera come la Valle dell'Adige che  - fra superstrade e autostrada, ferrovia e fiume - si rivela invalicabile, con ciò che significa sul piano del concentramento di questi animali in una sola parte del Trentino. E, un po' scherzandoci, un po' parlandone seriamente, mi rendo conto che basterebbe poco per far ragionare le persone anche su un tema che in questi mesi è diventato oggetto di una insopportabile propaganda. Lo devo proprio dire: provo pena per chi cerca di speculare su queste creature.

Le Camalghe, lo ricordo per i lettori più occasionali di questo diario, è il posto dove abito, fra Cadine e Sopramonte. La nostra casa è un luogo accogliente, la stufa a legna è quasi sempre accesa e un posto a tavola è sempre pronto per gli amici. Venerdì sera, con Giuseppe, Antonio e Pierluigi Colangelo c'è un ospite particolare, lo scrittore Carmine Abate, vincitore lo scorso anno del premio Campiello con il suo "La collina del vento". Ci siamo conosciuti qualche anno fa ad Isera, ma un po' seriamente solo nello scorso aprile, in occasione della serata conclusiva del percorso sul limite al Teatro Sociale di Trento. In occasione di "Come in giostra volar..." Carmine è rimasto favorevolmente colpito dallo spettacolo lieve e insieme profondo che abbiamo proposto, dall'incontro fra le parole, il tempo e la musica. E i luoghi, l'amore per il mediterraneo, l'Europa di mezzo, le storie che si sono intrecciate. Scopriamo, fra l'altro, di essere coetanei. Vengono fuori un sacco di idee. I vini e i cibi le rendono ancora più interessanti e speriamo proficue.

Le cartoline postali provenienti dal fronte della prima guerra mondiale sono fragilissime. Raccontano di caldo, di fatica e di stenti, di speranze poi andate spezzandosi. Ognuna di esse è una storia di vita. Con Beppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, partiamo da qui per illustrare il percorso annuale del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani quest'anno dedicato al secolo degli assassini. Una riflessione che s'interroga sulla nostra capacità di "vivere umanamente tra le rovine della storia", di elaborare il passato affinché non si debba ripetere all'infinito, di indagare non solo sulla tragedia delle guerre che questo secolo hanno insanguinato come nessun altro precedente, ma anche sul "tragico amore per la guerra" di cui ci ha parlato James Hillman. Un'inchiesta sulla pace che investe le scelte politiche ed anche amministrative, altro che "tecniche"... , come quando decidiamo che la pace debba essere fondata sulla deterrenza (o peggio ancora sull'utilizzo) degli F35.

Del programma del Forum parlo diffusamente in altra parte del sito. Ma di quelle cartoline color rosa sbiadito, scritte con minuziosa calligrafia, spesso indirizzate al parroco del paese, c'è la guerra. Una guerra che ci appare spogliata di ogni sovrastruttura ideologica, priva di retorica. Vi viene raccontata la nostalgia per le cose della vita, la sofferenza nel corpo e nell'anima, il timore malcelato di non rivedere più i propri cari. Il nostro lavoro assume così il significato di un piccolo risarcimento.

Mattinata d'ebbrezza

di Arthur Rimbaud

Oh mio Bene! Oh mio Bello! Fanfara atroce sui cui non vacillo! Cavalletto fiabesco! Urrà per l'opera inaudita e per il corpo meraviglioso, per la prima volta! Ebbe inizio fra le risate dei bimbi, finirà grazie a loro. Questo veleno resterà in tutte le nostre vene anche quando, vòltasi altrove la fanfara, verremo restituiti all'antica disarmonia.
Oh in questo momento, noi così degni di queste torture! raduniamo con fervore la sovrumana promessa, questa demenza! L'eleganza, la scienza, la violenza! Ci hanno promesso di sotterrare nell'ombra l'albero del bene e del male, di deportare le onestà tiranniche, affinché rechiamo il nostro tanto puro amore.
Ebbe inizio con qualche nausea e finì - non potevamo impadronirci subito di quell'eternità, - finì in uno scompiglio di profumi. Risate dei bimbi, discrezione degli schiavi, austerità delle vergini, orrore degli aspetti e degli oggetti di qui, vi consacri il ricordo di questa vigilia. Iniziata nella rustichezza, ecco ha termine fra angeli di fiamma e di gelo.
Piccola vigilia d'ebbrezza, santa! non foss'altro, per la maschera di cui ci gratifichi. Metodo, noi ti affermiamo! Noi non dimentichiamo che ieri hai glorificato ciascuna delle nostre età. Noi abbiamo fede nel veleno. Noi sappiamo donare ogni giorno la nostra vita intera.Questo è il tempo degli  Assassini.

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea