"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

11/07/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Autonomia

Tre giornate di Consiglio Provinciale. La prima viene dedicata pressoché interamente alla chiusura dello stabilimento Whirlpool di Trento. Il dibattito viene aperto dell'assessore Alessandro Olivi il quale, dopo un'ampia disamina della situazione, prova ad indicare le linee di azione della Provincia sia nel mettere in campo gli ammortizzatori sociali per salvaguardare il reddito di queste 468 famiglie, come nel cercare di individuare le linee di un progetto di riconversione industriale nell'area di Spini nel quadro di un più ampio impegno per mantenere un forte presidio industriale sul territorio.

Le opposizioni provano ad utilizzare la scelta della multinazionale americana per mettere sotto accusa la PAT, a partire dalla scelta del 2007 di acquistare l'area e i capannoni dello stabilimento di Spini, un investimento di 45 milioni di euro che, a guardar bene, ha garantito continuità occupazionale per tutti questi anni e che oggi ci mette nelle condizioni di affrontare il futuro con qualche strumento in più.

Nel mio intervento a nome del Gruppo consiliare del PD del Trentino cerco di ripercorrere la storia degli ultimi trent'anni dell'industria trentina, individuandone le fragilità soprattutto in due aspetti, quello relativo ad una presenza con la testa direzionale collocata altrove e quello legato alla scarsa relazione con le vocazioni del territorio. Così come la chiusura della Grundig di Rovereto negli anni '80 rappresentò l'inizio del declino industriale del Trentino, oggi arriva a conclusione la vicenda delle grandi multinazionali insediate sul nostro territorio.

Allora ci inventammo due cose, l'Agenzia del lavoro e il "Progettone". La capacità di costruire opportunità di lavoro diffuso e l'intuizione che le politiche di ammortizzazione sociale avrebbero potuto corrispondere ad un grande progetto in cui il lavoro si coniugasse con la salvaguardia ed il ripristino ambientale. Sarebbe tempo, ne ho già parlato più volte in questo diario, che ne avessimo memoria e che la storia del "Progettone" divenisse patrimonio collettivo.

Oggi la situazione è per certi versi più complessa. Richiede un ripensamento del modello di sviluppo industriale che, a differenza del passato, non può contare sulle ingenti risorse dell'autonomia. Queste ultime sono certamente servite nelle recenti leggi finanziarie a reggere l'urto di una crisi che mordeva anche qui, ma proprio il suo carattere strutturale ha messo in rilievo l'inadeguatezza di manovre di natura congiunturale. Non basta nemmeno più ancorarsi alla qualità delle produzioni locali, perché la sfida della competitività non si vince ormai nemmeno su questo piano. Occorre che alla qualità corrisponda anche l'unicità delle produzioni, e questo richiede un forte investimento sulle vocazioni dei territori, la loro storia, la capacità e la fantasia della sua gente.

Ne riparleremo. Ma intanto è importante che il Consiglio Provinciale si esprima all'unanimità nel sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie ma anche dell'azione della PAT. Ed un primo risultato significativo del tavolo di trattativa fra le parti sociali e la Provincia è che la fabbrica non chiuderà prima della fine di gennaio/febbraio 2014, data a partire dalla quale prenderà il via una fase di due anni di Cassa Integrazione per tutti i lavoratori e le lavoratrici della Whirlpool. A seguire, se nel frattempo non si troverà una situazione di nuova occupazione, l'attivazione degli ammortizzatori sociali che metterà in campo la PAT. Un sospiro di sollievo che permette ai lavoratori di guardare al futuro con un po' meno apprensione.

Da subito inoltre si cercherà di dare corpo ad un piano industriale per l'area di Spini di Gardolo. Ne parlo nel mio intervento, perché sono convinto che il ciclo del freddo possa rappresentare un terreno fertile di ricerca e di innovazione produttiva, ancorato in particolare al settore agroalimentare. Di questo parlo anche in un colloquio con l'assessore Olivi, che - a conferma di questa mia tesi - mi informa che proprio questo poteva essere uno dei  terreni di ricerca avanzata per incardinare quella presenza industriale al territorio.

Per quanto riguarda le altre due giornate di dibattito consiliare, stendiamo un velo pietoso. Il testo unificato di ben sette diversi DDL sullo sport si scontrano con l'ostruzionismo di una parte della minoranza intenta ad alzare demagogicamente il tiro sugli investimenti. Tanto da dover sospendere il confronto con il rischio concreto che la legge si areni nelle secche della fine legislatura. Temo che sarà così per ogni residua attività legislativa.

Di questi tre giorni ci sarebbero tante altre cose dasegnalare. Penso ad esempio alla serata sui "Codici urbani" che abbiamo promosso come Forum nella piazzetta del Café de la Paix. Il tentativo cioè di far uscire il confronto con l'amministrazione comunale dalle secche degli orari dei locali perché il tema della vita culturale della città, della sua animazione e della sua crescita non possono essere ridotti agli orari di somministrazione delle bevande. Ed è proprio questo il taglio che proviamo a dare con Federico Zappini, per mettere in connessione non meno di una decina di realtà giovanili e culturali nate nella città.

Non è facile uscire dalla dimensione rivendicativa che abbiamo già visto mille volte in passato e che, forse non a caso, non ha saputo sortire grandi risultati. Come su altri terreni, anche su questo piano occorre un cambio di sguardo e questo cambio lo vedo iscritto proprio nel codice urbano di queste nuove realtà. E' una scommessa anche per lo stesso Café de la Paix, a prescindere dalla trattativa che si dovrà mettere in campo nei prossimi giorni nel contenzioso che si è aperto con l'Amministrazione Comunale di Trento che comunque è presente alla serata con gli assessori Condini e Maestri. Sul quale la settimana prossima si cercherà una soluzione ragionevole.

Infine sono gli ultimi giorni di campagna elettorale per le primarie del centrosinistra autonomista in vista delle elezioni di fine ottobre. Una partita vera, più che in ogni altra precedente consultazione primaria. In gioco è il nome del nuovo presidente della Provincia Autonoma di Trento e questo dovrebbe bastare ad indurre gli elettori del centrosinistra ad andare a votare. L'esito del voto non è affatto scontato e peserà sulla direzione che la PAT saprà assumere nell'immaginare il Trentino del futuro. Per il PD del Trentino la possibilità di esprimere per la prima volta nella persona di Alessandro Olivi la leadership e la squadra chiamata alla gestione della nostra autonomia.

 

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