"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

31/07/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Il gruppo consiliare del PD

Prende il via la sessione del Consiglio provinciale dedicata alla Finanziaria 2014. A differenza di quelle precedenti questa viene presentata come "tecnica", ovvero nella continuità con lo strumento contabile del 2013. Siamo inchiodati fino a giovedì sera in un'aula calda e polverosa, ma non è questo che soffoca. Il problema è che veniamo soffocati da una dinamica autodistruttiva che investe il Partito Democratico, oltremodo amplificata dai mezzi di informazione.

Nonostante l'asciutta relazione di Alberto Pacher, vorrei provare ad usare questa occasione per esprimere il mio punto di vista su questo scampolo di legislatura. Così mi metto a preparare un po' di appunti per un intervento. Le parole scorrono velocemente sui fogli di carta e prendono la forma di un pensiero compiuto. Ma quando mercoledì mattina arrivo in Consiglio e butto un occhio sui giornali mi cascano le braccia. La rappresentazione politica che ne viene è lontana anni luce dal mio sentire e penso a quanto la vita scorra altrove. Tutto sembra rincorrere gli umori, non c'è rigore intellettuale, non c'è studio, non c'è soprattutto spirito collettivo... Come scrivo in un veloce messaggio su facebook, comincio ad averne piene le tasche. L'effetto è che gli appunti mi si fermano in gola.

Le mie stesse riflessioni sulla crisi della politica che domenica L'Adige ha pubblicato in prima pagina a mo' di commento, nonostante l'apprezzamento di molti, mi sembrano parole al vento tanto risultano distanti dall'approccio "umorale" che sembra prevalere. La politica diviene così esercizio manicheo, rottamazione o, come scrive Giorgio, preminenza della comunicazione sui contenuti.

Nel frattempo, la Commissione elettorale del PD del Trentino propone, ad ampia maggioranza, che Alessandro Olivi sia il  capolista per le elezioni di ottobre. Una proposta politica che rivendica con forza la continuità di impostazione con la coalizione che ha governato il Trentino negli ultimi quindici anni. E, insieme, conseguente con la scelta dell'assemblea che un mese fa aveva indicato in Olivi il candidato a rappresentare tutto il PD nelle elezioni primarie. Il fatto che Alessandro Olivi sia stato superato di 137 voti da Ugo Rossi non significa affatto che non possa rappresentare al meglio il PD. Indicazione che scatena una dura reazione da parte di Luca Zeni. La bagarre nel partito sembra inarrestabile.  

A riscaldare oltremodo gli animi ci pensa ancora il capogruppo in Consiglio Provinciale. Nel suo lungo intervento sulla finanziaria esprime una visione del Trentino che con la posizione di un partito che fino a prova contraria è ancora di maggioranza relativa in Provincia e ossatura della coalizione di governo centra ben poco. Quasi si collocasse altrove. La posizione di ognuno di noi è legittima, ovviamente, ma chi svolge una funzione importante di rappresentanza politica dovrebbe garantire una posizione improntata ad equilibrio e responsabilità. Oltre ad essere espressione della collegialità di un organismo. Oppure dimettersi.

Speriamo davvero di riuscire a metterci alle spalle questo scenario surreale. Se la politica risponde più agli interessi personali che a quelli di un corpo collettivo non andremo da nessuna parte. Scusate, ma c'è davvero in me tanta amarezza.

 

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