"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

13/08/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Cantieri famosi...

I cantieri aperti sono molti, nella mia testa come nella vita reale. Ne basterebbe uno per occuparti l'esistenza. Invece sono molteplici e ingombrano queste giornate che dovrebbero essere dedicate a tirare il fiato. Provo a cercare quel filo conduttore che, nel mio sentire, spazia ininterrottamente fra il locale e il globale ed investe proprio quella ricerca di nuovi paradigmi di cui parleremo nella "Summer School" che avrà luogo al Monte di Mezzocorona la prossima settimana (trovate i dettagli in "primo piano").

Dell'esigenza di questo sguardo lungo e breve insieme ne ho continue testimonianze, nella mia terra come altrove. Tanto da dovermi "difendere" dalle proposte che arrivano (e che ovviamente mi fanno piacere) da Monaco (per la conferenza sul futuro dell'Afghanistan il 18 agosto) o da Belgrado (nel convegno sulle filiere corte e i prodotti locali, il 28 agosto, uno degli appuntamenti che accompagna il viaggio sul Danubio di Viaggiare i Balcani e Slow Food International), da Putignano (per il premio Ellisse, il 20 settembre) a Spello (per l'Assemblea Nazionale del CNCA, il Coordinamento nazionale delle Comunità di accoglienza, l'11 ottobre con Laura Boldrini e Gad Lerner).

Provo a dire qualche no, per non farmi distrarre da una campagna elettorale che si preannuncia molto dura e difficile. Anche se per me è davvero difficile separare i piani, che sono parte del mio intendere l'impegno politico. La tre giorni al Monte di Mezzocorona, ad esempio, sta a cavallo fra il progetto di riavviare una sperimentazione politica originale in Trentino (il partito territoriale) e il congresso del PD, non solo quello locale ma anche quello nazionale, laddove prima o poi prenderà corpo un sentire politico che nasca dai territori... Devo dire che, ogni volta che mi capita di svolgere qualche conferenza in altre regioni italiane, vedo attorno alle mie idee una certa attenzione, quasi un aprirsi di prospettiva che ancora è priva di cittadinanza politica.

Lo stesso potrei dire per la conferenza di Monaco su quel paese, l'Afghanistan, che nel 2014 vivrà un passaggio cruciale nell'immaginare il suo futuro politico istituzionale. Chiamo Sohelia per dirle che questa volta devo rinunciare alla partecipazione e che piuttosto proviamo ad immaginare sin d'ora un evento qui in Trentino proprio dedicato al tema dell'autonomia nel tempo della crisi del concetto di stato-nazione, da realizzarsi prima della fine del 2013. Parte integrante di quel cantiere "Afghanistan 2014" che abbiamo aperto più di un anno fa a Trento e di cui a Monaco gli amici afghani avranno modo di parlare.

Un'altra cosa in cantiere è la presentazione dell'ultimo libro di Carmine Abate, "Il bacio del pane". Che abbiamo in programma come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani al Muse di Trento il prossimo 17 settembre. Una "prima" nazionale, dedicata al pane, questo straordinario messaggio di incontro e di scambio che da secoli arriva ogni giorno sulle nostre tavole senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Ma il pane è questo e lo tradurremo con l'aiuto di Antonio Colangelo e del suo gruppo di musicisti nella rivisitazione di alcuni testi straordinari di Chavela Vargas, Leo Ferrè, Fabrizio De André, Luigi Tenco ed altri. Con il pane il pensiero va alla "primavera araba", alle grandi aspettative che vi abbiamo riposto, a quel che potrebbe rappresentare un mediterraneo che ritorni ad essere luogo di incontro fra culture e saperi, e alle tragiche immagini che ci arrivano dall'Egitto,
dalla Tunisia, dalla Siria... primavere che si sono rapidamente trasformate nell'inverno della ragione, schiacciate fra gli "ismi" di un passato che trascina nel baratro questi paesi. Occorrono pensieri originali, senza i quali la storia è destinata tragicamente a ripetersi.

In cantiere abbiamo anche la mostra fotografica di un vecchio amico veneziano, Graziano Arici. Dedicata a Andrea Zanzotto, la mostra comprende una cinquantina di scatti che lo ritraggono fra le cose semplici di cui si circondava come i vecchi utensili, l'amato gatto, le carte e i tanti libri. Quella dimensione sommessa che specie negli ultimi anni il poeta non sapeva, né voleva abbandonare, offrendo l'emozione di un incontro ravvicinato con il poeta e con il suo mondo privato. S'intitola "... lontan massa son ‘ndat, pur stando qua..." e verrà allestita in collaborazione con il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento dal 30 agosto al 14 settembre a Palazzo Trentini, nel capoluogo. In questo contesto ci sarà anche una conferenza con il giornalista del Corriere della Sera, Marzio Breda.

Tanti altri cantieri aperti, dall'uscita del libro "Senza parole" e l'avvio dei forum tematici sul sito www.politicaresponsabile.it, al libro sul "Progettone", dal cantiere sul centenario della prima guerra mondiale con la triangolazione "Trento, Trieste, Sarajevo" di cui abbiamo già parlato in questo diario ai programmi sullo sviluppo rurale in Palestina, dai progetti sull'animazione territoriale alla preparazione della campagna elettorale.

Tornando alla tre giorni di Mezzocorona, nel raccogliere le adesioni si può misurare al tempo stesso il desiderio di buona politica ma anche una sorta di lato inconfessabile della crisi della politica riconducibile al fatto che la buona politica è più costosa del mugugno rancoroso. Costosa, sì: la fatica dello studio, il dolore dell'abitare e del farsi attraversare dalle contraddizioni, il disagio del compromettersi, il non vedere riconosciuto l'oscuro lavoro della paziente mediazione. Mi viene da dire che c'è, in tutto questo, una falsa coscienza che aiuta nell'autoinganno. Ne parlo con l'amico Angelo Giovanazzi che mi rappresenta delle molte persone che, deluse dai partiti, stanno pensando di non andare nemmeno a votare. Ne sono consapevole e allo stesso tempo ne ho piene le tasche della rincorsa degli umori.

Se non si sa nemmeno distinguere la differenza che hanno fatto questi quindici anni di anomalia politica trentina, il reddito di garanzia, l'abolizione dei vitalizi, gli investimenti in cultura, il Trentino collegato in ogni suo angolo con la banda larga, il divieto verso le seconde case, la provincializzazione dell'energia, l'acqua bene comune, le filiere corte... se non ci si è nemmeno accorti che questa terra è ai primissimi posti nelle indagini sulla qualità del vivere nelle regioni italiane (e a guardar bene in Europa e nel mondo), allora mi viene da dire che proprio non ci siamo. O forse è solo un difetto ottico di chi ancora non ha ben compreso questa nostra terra e la sua autonomia.

In questa difficoltà di guardare al territorio (e all'Europa) come chiave interpretativa del nostro tempo sta il cuore della riflessione della "summer school" e, più in generale, di un'altra prospettiva politica che intendo portare nel confronto fuori e dentro i partiti e la coalizione del centrosinistra autonomista. Per essere più unitari e più esigenti, insieme.

 

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