"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

26/09/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Un tempo era così...

Il diario risente di un ritmo frenetico che la campagna elettorale va prendendo e me ne scuso con i miei lettori più affezionati. In questi giorni, dopo aver lavorato per dare un timbro non banale al programma elettorale del PD del Trentino, sono alle prese (e un po' in ritardo) nell'elaborazione del contributo di idee e proposte che vorrei portare in questa campagna elettorale, anche riprendendo quello che ho costruito in questi cinque anni, davvero volati via.

Non è questo solo un modo di dire, come non è facile lasciare una propria impronta. Ciò nonostante, è un tempo significativo per misurare l'efficacia di una presenza, verifica alla quale non mi voglio sottrarre ed è questa una delle ragioni per cui ho deciso di riproporre la mia candidatura. La seconda ragione è che l'anomalia trentina di questi quindici anni di centrosinistra autonomista è stata troppo importante per rischiare di vederla mettere in discussione dal "partito dei mistéri" che Silvano Grisenti ha avuto il coraggio di mettere in campo cercando di passare per il nuovo quando semmai era il vecchio anche con Dellai e nonostante la conferma della condanna per truffa aggravata da parte della Corte di Cassazione. La terza ragione è che gran parte delle iniziative sul piano legislativo di cui sono stato protagonista richiedono un presidio forte, per non lasciarle in balia di una politica debole e di un apparato sempre più potente che fatica a mettersi in gioco nei processi di cambiamento. Ce ne sono anche altre, per la verità, di ragioni ma non è questa la sede più adatta per parlarne (lo faccio nelle "Conversazioni sul Trentino" che ho avviato a Lavis la scorsa settimana e che entreranno nel vivo nei prossimi giorni).

Insomma, un insieme di ragioni per le quali non ho voluto che mancasse il mio contributo, consapevole che almeno una parte delle persone che mi votano sono abbastanza esigenti e potrebbero - in assenza di qualche riferimento di garanzia - orientare altrove il loro voto. Senza dimenticare che l'esito delle primarie per la scelta del candidato presidente, non poche di queste persone le ha messe in difficoltà. Lo avverto giovedì sera a Sopramonte, nella serata di presentazione della coalizione a sostegno di Ugo Rossi. La saletta della Circoscrizione è piena ma le persone del PD sono pochine, ancora meno quelle che più sono vicine alle mie corde. La sfilata dei partiti, l'intervento del candidato presidente, quelli dei numerosi candidati presenti ... non rendono certo la serata particolarmente vivace. Non vorrei nemmeno parlare, tanto mi sembra inutile questo rituale, ma alla fine non mi posso sottrarre.

E così mi rendo conto di quanto invece sia utile esserci, se non per spostare voti - visto che di pubblico vero e proprio ce n'è piuttosto pochino - almeno per fornire qualche stimolo, anche a partire dalla considerazione che la crisi della politica non è che sia svanita d'incanto con l'avvio della campagna elettorale. All'opposto misuro nelle parole dei candidati che intervengono lo spessore delle persone che nel prossimo mese sono a contendersi un seggio nel parlamento della nostra autonomia. E non posso dirmi tranquillo. Ciò nonostante quel che provo a dire attorno alla necessità di "Fare meglio con meno", viene ripreso da molti degli interventi che seguono il mio. Ed è di conforto vedere come le mie brevi considerazioni siano apprezzate e diano un po' di fiato alle persone che vorrebbero vederci come il primo partito della coalizione. Anche il candidato presidente Ugo Rossi in questa fase mi sembra positivamente predisposto all'ascolto e avverto nelle sue parole alcune delle riflessioni che sabato scorso abbiamo proposto nel corso della presentazione del libro "Senza parole. Cronache e idee dall'autunno della politica".

Non posso non vedere la distanza fra alcune delle persone presenti e che pure candidano nella stessa coalizione, testimonianza di quanto ci sia da lavorare sul piano coalizionale per costruire un racconto condiviso, un'idea di politica condivisa.

Raffronto questo momento d'incontro con la raccolta di firme che nella mattinata di giovedì si svolge in via Mazzini a Trento e alla quale partecipo come autenticatore. Riguarda un disegno di legge di iniziativa popolare per migliorare la legge Basaglia, quello straordinario atto politico che il Parlamento varò nel 1978 e che portò alla chiusura dei manicomi. Un atto di grande civiltà che in questi anni ha pure mostrato qualche crepa, nel rapporto con un crescente disagio mentale, con la difficoltà delle famiglie di convivere con situazioni spesso difficili e senza un adeguato sostegno e preparazione, con la carenza di strutture pubbliche o del privato sociale in grado di sostenere le persone con disagio mentale. L'iniziativa parte da Trento e non a caso. Il servizio di psichiatria guidato dal dottor Renzo De Stefani rappresenta certamente un'eccellenza in campo nazionale e non solo. Occorrono cinquantamila firme per fare arrivare il testo in Parlamento, in un Parlamento che oggi non avrebbe certamente il profilo per una legge come la 180. Ma la sfida va sostenuta.

Stando al tavolo della raccolta, devo dire che un po' mi stupisco nel vedere tante persone fermarsi a firmare e a dialogare con me e con i volontari delle associazioni che promuovono l'iniziativa. Il tema non è dei più facili, eppure avverto come sia sentito diffusamente. Anche questo rappresenta un tratto di civiltà di questa nostra terra e mentre mi allontano dopo tre ore e mezza di raccolta, mi chiedo quanto la politica oggi sia in grado di corrispondere a questa sensibilità.

 

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