"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

13/10/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
Un\'immagine della serata a Isera

Una serata molto bella e affollata, ieri sera, ad Isera nell'incontro "Terra madre". Non solo un rapporto sulle azioni operate sul piano legislativo ma il prendere corpo di un progetto politico che guarda alla terra, all'agricoltura e al paesaggio quali componenti essenziali di un nuovo modello di sviluppo.

Insieme a me, innanzitutto i padroni di casa, Annarita Di Nunno e Sergio Valentini (presidente regionale di Slow Food), ma
anche tante altre persone che hanno portato il loro contributo di idee e di esperienza professionale, come Edoardo Arnoldi che da anni lavora al Dipartimento agricoltura della PAT e che ha collaborato al lavoro di ricostruzione di una politica sull'agricoltura del PD del Trentino, Mario Pojer che di mestiere fa il vignaiolo con la passione per l'agricoltura trentina, Alessio Manica che è sindaco di Villa Lagarina e che è candidato insieme a me nella lista del PD, Angelo Giovanazzi che ha illustrato il progetto Terre Salubri Alpine e il lavoro per dare una carta d'identità ad alcuni dei prodotti di qualità del nostro territorio come la casaliva del Garda (oliva del Garda trentino), Eric De Carli che ci ha raccontato la storia del Blanc de Sers, Matteo Piffer che ci ha portato il pane pasta madre del Panificio Moderno di Isera, Luca Paolazzi che ci ha raccontato dell'esperienza che sta crescendo di Imperial Wines, Romina Baroni che oltre ad essere la giovane vicesindaca di Villa ha curato il prezioso lavoro di tutela e di valorizzazione dei muri a secco nel paesaggio lagarino, Massimiliano Pilati che lavora nell'associazione degli agriturismi
trentini, Giuliano Pezzini che è l'animatore dell'associazione Alta Val di Non - Futuro sostenibile e che ci ha parlato della difesa del pascolo.

E ancora Sergio che ci ha raccontato dei presidi del formaggio di malga a latte crudo. Come di grande valore è stata la testimonianza di Salvatore Dui che ci ha parlato della sua terra d'origine, di quella Sardegna dove l'agricoltura e la pastorizia sono state abbandonate nella logica di un industrializzazione e di una speculazione senza futuro.

Altri non hanno potuto venire perché sono ancora in vendemmia, perché il lavoro di malga come quello di ristoratore non danno tregua o per altre ragioni ancora. Ma la serata è stata davvero piacevole per le parole, per i racconti, per i sapori e i profumi... e per tutto quello che questo esprime nell'indicare la strada del ritorno alla terra madre. Come si è detto, un progetto politico.

 

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