"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

17/10/2013 -
Il diario di Michele Nardelli
La conversazione di Malé

Mentre scrivo sono da poco passate le sei del mattino. Sono alcuni giorni che non trovo il tempo da dedicare al mio "diario di bordo" che, come i lettori più assidui sanno, ha raggiunto nei giorni scorsi la millesima puntata, 2.408 pagine e di 722.526 parole (che nel frattempo sono cresciute ancora) per un inedito  romanzo del vissuto quotidiano, fra impegno politico e istituzionale.

Riprendo quindi la cronaca di queste giornate intensissime. La settimana inizia a Ravina in un confronto organizzato dal circolo del PD sul tema dell'apprendimento permanente e del software libero. Con me la candidata più giovane della nostra lista, Elena Mendini. Con Elena e con Edoardo Benuzzi (che modera l'incontro) si sviluppa una discussione interessante proprio riferita alle nuove opportunità che in particolare la legge 16/2012 offre sul piano dell'imprenditoria giovanile. Le persone in sala partecipano attivamente al confronto.

Il tempo di finire e mi sposto a Pilcante di Ala dove con Alessio Manica ed Erica Mondini si svolge una serata elettorale. Ma non si pensi che questo significhi un comizio e via. Niente affatto. La discussione fra la ventina di persone presenti è vera ed affronta tutti i nodi del presente e del futuro del Trentino e non solo. Sono belle serate, nonostante la stanchezza cominci a farsi sentire.

Il giorno successivo nel tardo pomeriggio sono nell'abitazione di Giovanna Moruzzi per una delle "Conversazioni sul Trentino" che stanno tratteggiando la mia campagna elettorale. Un pubblico attento ed esigente che vuole motivazioni non banali per andare a votare, per votare per la nostra coalizione e per il PD del Trentino. Due ore fitte di confronto alla fine delle quali arrivano anche parole di forte incoraggiamento e, ve lo posso assicurare, questo non è affatto scontato.

Non c'è il tempo per fermarsi a gustare le cose buone che la padrona di casa ci ha preparato che subito debbo correre verso l'Alta Val di Non. L'appuntamento è alle 21.00 a Sarnonico dove è previsto un confronto con l'associazione "Alta Val di Non - Futuro sostenibile". Con me ci sono anche Rolando Valentini, candidato di zona,  e Alessandro Branz. Qui la discussione ruota attorno ai temi dell'agricoltura e del paesaggio, che poi sono le grandi questioni di cui si discute nella strategia di comunità. Anche in questo caso, persone che non hanno già deciso il loro comportamento elettorale, quand'anche con il responsabile dell'associazione Giuliano Pezzini vada avanti da tempo ormai una proficua collaborazione.  E anche qui il confronto è tutt'altro che rituale. Concreto, positivo. Tanto che finiamo che è passata abbondantemente la mezzanotte e ancora mi attende un'ora di strada verso casa.

Siamo a mercoledì. Nella campagna elettorale troviamo anche il tempo per una conferenza stampa con gli amici del Bard (Belluno Autonoma Regione Dolomiti) che in questi mesi hanno avviato una faticosa trattativa per cercare di far tornare indietro il governo italiano (e il Parlamento) sulla decisione di cancellare la provincia di Belluno con l'effetto che ora Belluno è diventata una marca trevigiana. Insopportabile centralismo per una terra che avrebbe tutte le condizioni (comprese le risorse materiali) per l'autogoverno. Il presidente Enrico Letta, in occasione delle celebrazioni per la tragedia del Vajont, ha affermato che Belluno deve avere la sua autonomia e quindi un nuovo spiraglio si apre. La nostra conferenza stampa non è ascrivibile solo o tanto ad un moto di solidarietà verso questi nostri vicini: parliamo di un sostegno politico che la prossimità ci porta ad avere ma soprattutto di un comune orizzonte di "terre alte" e di Europa delle regioni. All'incontro partecipa anche Ugo Rossi, per sottolineare che di questo percorso comune si farà carico anche la nuova amministrazione provinciale (ovviamente prima le elezioni è necessario vincerle...).

Alle ore 18.00 mi attende una conversazione con gli amici del Progetto Prijedor. Nessuno pensi che si tratta di voti scontati, perché così non è affatto. Né verso il PD, né verso la mia persona. E anche in questo caso due ore fittissime di domande e di considerazioni nelle quali le valutazioni sull'anomalia positiva di questi quindici anni di governo s'intrecciano con le criticità che pure sappiamo cogliere. Voto per voto ci si deve conquistare, altro che!

Da parte dei presenti ci sarebbe la voglia di proseguire, tanto è sentito il bisogno di approfondire, chiarire, comprendere. Ma alle 21.00 mi attendono a Malè per una nuova puntata delle Conversazioni sul Trentino. Più di venti persone, diverse generazioni, diverse storie, grande attenzione. Qui si avverte la distanza da una politica che talvolta anche a Trento fatica ad interloquire con i territori, anche perché le occasioni di confronto sono rare e dovrebbero avvenire non solo in campagna elettorale dove tutto è condizionato dalle dinamiche del voto. E in effetti se qualcuno non ti chiama è difficile che si possa arrivare fin quassù. Gli incontri sul territorio nel corso della legislatura sono stati molti: penso a quelli svolti in ordine alle leggi sulle filiere corte, sull'amianto, sull'acqua, sulla finanza di territorio, sul software libero, sull'inquinamento elettromagnetico... Personalmente ero stato qui (precisamente ad Ossana) durante la campagna referendaria sull'acqua bene comune, insieme con l'amico Emilio Molinari in quel tour di oltre quaranta incontri che avevo organizzato in Trentino affinché la nostra comunità si esprimesse numerosa contro la privatizzazione dell'acqua (e malgrado non tutti nel PD condividessero questa battaglia). In ogni caso, l'incontro che la famiglia Zappini ha organizzato, ad ascoltare le persone nella sala del ristorante La Segosta, sembra davvero importante, così la condivisione. E, tanto per non sbagliare, facciamo mezzanotte e mezza. Mentre guido verso casa, l'amico Pippo è provvidenziale per tenermi sveglio e compagnia.

E arriviamo così a giovedì, una giornata ancora più di corsa. Al mattino presto inizio a scrivere un pezzo sulle "Terre alte e sole" per il Corriere del Trentino, ma devo interrompere per andare a Cavedine dove si tiene una delle giornate di lavoro nell'ambito dell'elaborazione del Piano di Comunità. Sergio Remi, che per Trentino Sviluppo svolge il lavoro di animazione territoriale, mi ha invitato a parlare di cooperazione internazionale e internazionalizzazione. Con me in mattinata intervengono Thomas Miorin (Habitech), Gianluca Salvatori (Manifattura Domani), Luca Sommadossi (presidente della Comunità della Valle dei Laghi). Il territorialismo sta diventando una comunità politica. Interessante, anche perché se qui non si parla di elezioni, di certo questo tratto sta prendendo una significativa cittadinanza nella campagna elettorale.

Non c'è il tempo nemmeno per un panino e mi devo precipitare a Rovereto dove sono impegnato per tutto il pomeriggio e sera. Prima con gli amici di Osservatorio Balcani Caucaso, poi nell'incontro promosso dal circolo del PD sul tema dell'apprendimento permanente ed infine per una castagnata con i vecchi compagni di Solidarietà. Anche in ognuno di questi incontri il confronto è esigente, di scontato non c'è proprio un fico secco. Con le persone che immagini seguano il tuo percorso di impegno ti accorgi di quanto invece questo avvenga molto relativamente e le domande sono più incalzanti che mai. Del resto questi incontri li facciamo per questo.

Roberta ad un certo punto mi chiede: che cosa diresti a mia figlia di diciott'anni per convincerla a votare per la coalizione, per il PD e per te? Ci penso un attimo e gli dico che se nella notte dei ricercatori al Muse fino a tardi c'erano migliaia di giovani, queste opportunità non sono cadute dal cielo. Che se c'è una buona Università o il reddito di garanzia del quale nelle altre regioni italiane non c'è nemmeno traccia... sono tutti buoni motivi per essere un pochino orgogliosi di questa terra. Altro che monarchia... è proprio un'altra visione quella che esprime Donata Borgonovo Re nella sua intervista su L'Adige di oggi.

Immagino che l'incontro sull'apprendimento sia più un momento informativo che altro, ma mi sbaglio di grosso e anche in questo caso, per due ore non ci sono di certo pause nella discussione. In apertura dell'incontro, Alessandro Olivi dice parole molto lusinghiere nei confronti del mio lavoro in Consiglio Provinciale fin quasi ad imbarazzarmi, ma subito la discussione entra nel vivo grazie agli spunti introduttivi di Edoardo Benuzzi che sollecitano gli interventi di Laura Scalfi e del sottoscritto. Poi via con le domande e gli interventi. Poi la discussione dall'educazione informale tracima nel confronto su quella formale e, su questo piano, la discussione sarebbe senza fine. Ma il messaggio di una comunità che ha l'obiettivo di essere in apprendimento permanente è passato.

Il tempo scorre inesorabile tanto che non riesco a finire il pezzo iniziato al mattino. A sera la castagnata è un po' più rilassata ma molti dei presenti non li vedo da mesi o da anni e anche in questa circostanza mi rendo conto di quanta voglia ci sia di discutere e di come le traiettorie politiche non dovremo mai darle per scontate.

Non vi parlo di tutto il resto. Dei tavoli in giro per Trento, Rovereto, Riva del Garda... del lavoro che i tanti amici volontari stanno facendo in questi giorni. Manca ancora poco più di una settimana, dobbiamo mettercela tutta. Il futuro del Trentino, il valore della sua anomalia politica che ci ha tenuti lontani dalle derive della paura e dello spaesamento è troppo importante. Peccato che qualcuno nemmeno se ne accorga.

 

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