"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cittadinanza Euromediterranea

Karahasan, il mosaico europeo
Sedie rosse a Sarajevo

a cura di Andrea Rossini e Nicole Corritore (OBC)

(22 maggio 2012) Venti anni dopo l'assedio, Sarajevo è una città che sta cercando se stessa. Così come l'Europa che, all'inizio degli anni '90, aveva deciso di diventare una Unione. Incontro con Dževad Karahasan, lo scrittore bosniaco autore de "Il centro del mondo" in questi giorni in Italia per presentare "Sarajevo, il libro dell'assedio". Viene presentato a Trento il 24 maggio, ore 20.30, al Castello del Buonconsiglio.

Sarajevo è oggi una città diversa da quella che era prima del 1992. Molti dei suoi abitanti, oltre 10.000, sono stati uccisi durante l'assedio, molti se ne sono andati e altri sono venuti al loro posto dalla periferia. Negli sconvolgimenti di questi anni, Sarajevo ha perso la propria anima?

L'eroe del mio romanzo "Sara e Serafina" mette a confronto la Sarajevo del 1993 con un feto. Parla della Sarajevo collegata al resto del mondo da un tunnel, che correva sotto la pista dell'aeroporto, così come il feto è legato alla madre dal cordone ombelicale. Lui ebbe un presentimento, dicendo che allora a Sarajevo era iniziato qualcosa di importante, che da tutto questo sarebbe nato qualcosa. Io non credo che la Sarajevo di oggi sia il frutto finale di quei tormenti iniziati nel 1992, che sono continuati fino al 1995. Sarajevo è tutt'ora una città confusa, una città che continua ad essere la città che ho conosciuto e amato, ma una città che non è ancora chiara. E' una città che sta cercando se stessa.

Incontro esponenti comunità marocchina in Trentino

Sarajevo, vent'anni fa
Sarajevo, uno dei tanti cimiteri

di Luka Zanoni *

(5 aprile 2012) Il 5 aprile di vent'anni fa iniziava la guerra in Bosnia Erzegovina e con essa il tragico assedio di Sarajevo, città simbolo in Europa di un metissage di culture e nazionalità differenti. Iniziò con l'uccisione di manifestanti pacifici ed in poco tempo degenerò. Il 25 agosto del 1992 andò a fuoco uno dei tesori della città, la Biblioteca nazionale, con tutti i suoi preziosi volumi. In questi giorni la città di Sarajevo ricorderà le sue vittime con un grande concerto e letture di poesie davanti a 11.541 sedie rosse, vuote. Per ricordare chi non c'è più, per ricordare tutte le vittime dell'assedio.

La visita in Trentino dell'ambasciatore del Marocco Hassan Abouyoub
L\'incontro

Al centro del colloqui l'Autonomia, gli immigrati e le possibilità di parternariato economico.

(27 febbraio 2012) Il modello dell'Autonomia, l'importanza dell'immigrazione e le possibilità di parternariato economico in settori che vanno dall'agroindustria alla cooperazione al centro dei colloqui oggi fra il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e l'ambasciatore del Marocco in Italia Hassan Aboyoub, classe 1952, già ministro del Commercio estero e dell'Agricoltura del suo Paese. Un incontro cordiale e costruttivo, nel corso del quale sono state gettate le basi per futuri rapporti di collaborazione fra il Trentino e il Marocco, in particolare con la regione dell'Alto Atlante, che presenta diversi punto in comune con la provincia di Trento.

L'autonomia come contributo alla primavera
Paul Klee, l\'asino e il dromedario

di Michele Nardelli

(14 gennaio 2012) La primavera araba ha avuto l'effetto straordinario di aprire una stagione nuova per l'insieme dei paesi che si affacciano sulla sponda meridionale del Mediterraneo. L'esito - che peraltro mantiene aspetti di incertezza - non è stato solo la caduta dei regimi illiberali ma anche l'aprirsi di una dialettica politica che ha riconosciuto piena legittimità e valore alla nonviolenza, alla partecipazione democratica, all'autogoverno dei territori, ad una nuova cooperazione euromediterranea. Non a caso molti osservatori hanno paragonato la rivoluzione dei gelsomini ad una sorta di nuovo risorgimento, laddove la nascita degli stati moderni nella fase post coloniale era stata segnata dall'insorgere di nazionalismi che erano in realtà emanazione di quegli stessi colonialismi e che ben poco avevano a che fare con le culture del mondo arabo.

Euromediterranea, un viaggio straordinario, che ha incontrato la primavera
Ulisse

Riportiamo il testo di Michele Nardelli a chiusura del percorso "Cittadinanza Euromediterranea" distribuito ai partecipanti dell'evento conclusivo "Caffè Sinan Pascià".

"Cittadinanza Euromediterranea" finisce qui. Nel corso di questo viaggio abbiamo cercato di declinare la parola "pace" in modo diverso, attraverso quel romanzo della storia nel quale, come ci ha ricordato l'amico Predrag Matvejević, possiamo trovare le chiavi di lettura del nostro presente.

Lungo la strada abbiamo incontrato una straordinaria primavera, giovani donne e uomini senza bandiere che in nome di una parola, dignità, hanno deciso di prendere nello loro mani il proprio destino. Così il mare di cui andavamo parlando è cambiato. E noi con loro. Impossibile chiedere di più.

Allo "scontro di civiltà" abbiamo contrapposto un'altra narrazione, dando cittadinanza a pensieri che ne erano privi. Si è cercato di dare significato ad immagini ed oggetti della nostra quotidianità altrimenti banalizzati, facendo uscire dall'oblio dettagli prima inosservati. Aiutandoci a guardare il nostro tempo con occhi diversi, dando una diversa profondità al nostro sguardo. Non per affermare una tesi, ma per attrezzarci di conoscenza di fronte all'incertezza e alla paura.

Da domani ci metteremo a preparare di nuovo la valigia. Un altro viaggio ci attende attorno ai confini del "limite". Per provare a dare alla "pace" un altro significato ancora, quello della sobrietà. Che per noi non ha il sapore della privazione o delle povertà, ma della misura in un tempo che l'ha smarrita, dell'eleganza piuttosto, e della bellezza. Che non richiede più cose da possedere ma che s'interroga sulla qualità del vivere e sul senso dell'agire umano. Che si fa carico, guardando con responsabilità alla limitatezza delle risorse e a quel che consegneremo alle generazioni a venire.

Trento, 11 gennaio 2012

Michele Nardelli

Presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani

 

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Egitto e Siria, la primavera alla prova
Siria

Il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani propone per sabato pomeriggio alle ore 17.00 a Trento (Via Belenzani - Piazza Duomo) un sit in di solidarietà con le popolazioni arabe

(23 novembre 2011) Quel che accade in queste ore nei due più importanti paesi arabi, l'Egitto e la Siria, è fonte di grande inquietudine. La primavera che pure tante speranze ha aperto in tutto il Mediterraneo rischia di trasformarsi in un bagno di sangue. Nella grande Siria i morti dall'inizio della protesta contro il regime di Assad sono più di cinquemila e, nonostante le proteste della Lega araba, il regime non accenna ad allentare la repressione. Eppure, anche in un potere che fino a ieri sembrava monolitico si aprono contraddizioni profonde, crescono le diserzioni e le voci critiche, si fa più forte la pressione internazionale. In Egitto, a meno di una settimana dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento, sono già quaranta le vittime della repressione da parte dell'esercito, a configurare una sorta di colpo di stato militare o comunque a condizionarne l'esito. E il governo dà le dimissioni. Eppure una rinata dialettica politica ha fatto sì che siano almeno cinquanta i partiti in lizza, come si evince dalla mappa molto interessante che ha elaborato un giovane trentino che vive al Cairo e che opera presso le Nazioni Unite. Si chiama Jacopo Carbonari e lo ringraziamo per questo lavoro di analisi che vi proponiamo in allegato.

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