"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Pace e diritti umani

La 'ndrangheta in Trentino
Il manifesto della winter school

«Tempi interessanti» (109)

Nei primi giorni di marzo del 2013 come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani organizzammo una Winter school dal titolo “Mafie senza confini”. Fu una tre giorni di particolare intensità e valore alla quale si iscrissero un centinaio di studenti provenienti da diverse università italiane. Vi parteciparono come relatori magistrati, ricercatori, investigatori, scrittori, giornalisti ed amministratori locali di particolare valore ... Una delle domande cruciali della Winter school si sviluppò attorno al quesito di come una realtà apparentemente estranea a fenomeni mafiosi (come il Trentino) fosse attrezzata o si attrezzasse per contrastare la penetrazione della criminalità organizzata sul proprio territorio...

... Da allora sono trascorsi sette anni, ma quel promemoria di azioni su cui ci eravamo confrontati ... è rimasto colpevolmente lettera morta...

L'avversità verso la conoscenza e la cultura della pace
Sarajevo, 6 aprile 2002. A dieci anni dall'inizio della guerra, il concerto dell'Orchestra Haidn e dell'Orchestra Filarmonica di Sarajevo

«Tempi interessanti» (106)

Sono anni ormai che periodicamente viene montata una polemica contro il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e l'Osservatorio Balcani Caucaso – Transeuropa. C'è da chiedersi la ragione di tanta avversità verso istituzioni e organismi riconosciuti internazionalmente per il valore e la serietà del loro operato e che hanno fatto di questo nostra terra un luogo di primo piano nell'impegno per la pace e la mondialità...

... Si tratta di realtà che hanno contribuito all'immagine del Trentino ben oltre i propri confini e di cui la comunità trentina dovrebbe essere fiera. Perché, in un caso come nell'altro, l'azione di questi organismi ha fatto sì che il Trentino fosse connesso con questo nostro tempo glocale, che migliaia di persone si formassero alla mondialità e alla gestione nonviolenta dei conflitti, che una parte dell'Europa potesse trovare qui un punto di riferimento sul piano della costruzioni di relazioni virtuose e della solidarietà...

La nonviolenza nell'Islam
L'incontro con Wajeeh Nuseibeh nella biblioteca dei frati Capuccini a Trento

Una video conferenza di Adel Jabbar

Nel 2010, inaugurando come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani il percorso annuale dedicato alla "cittadinanza euromediterranea", ragionammo con Adel Jabbar sulla necessità di far conoscere ad un pubblico più vasto le figure storiche della nonviolenza nel pensiero islamico: il Gandhi musulmano Badshan Khan, quello sudanese Mahmoud Mohamed Taha, il riformista egiziano Muhammad 'Abduh. Con Ali Rashid e lo stesso Adel Jabbar invitammo a Trento una figura di particolare interesse che incarna la storia millenaria della famiglia araba e musulmana che svolge il ruolo di garante dello "status quo" nel luogo più importante della cristianità, ovvero della regola del Santo Sepolcro a Gerusalemme, Wajeeh Nuseibeh. Ancora, ed in più occasioni, abbiamo avuto con noi Sami Adwan, uno degli intellettuali palestinesi più prestigiosi, studioso della nonviolenza ed artefice di uno straordinario lavoro fra i ragazzi palestinesi e israeliani attorno al tema della "storia dell'altro".

Un lavoro di ricerca e conoscenza che nel corso di questi dieci anni non si è mai interrotto, nel lavoro del Forum, nelle attività dell'associazione "Pace per Gerusalemme", nella rassegna cinematografica Religion Today.

Ecco perché credo sia di particolare interesse la conferenza sulla nonviolenza nell'Islam che ci presenta Adel Jabbar in questo video: https://youtu.be/resoeopZ5RA che vi invito a seguire.

E allora le foibe?
La prima di copertina del libro

Eric Gobetti

E allora le foibe?

Edizioni Laterza, 2020



Per anni ho cercato di affrontare la tragedia che si è consumata nel corso del Novecento in quell'incrocio particolare di storie, culture, popolazioni che è – a seconda degli sguardi – il confine nord orientale, oppure quello nord occidentale, l'Alto Adriatico, la soglia dei Balcani o il limes fra latinità, slavismo e mondo tedesco, rifuggendo da letture manichee e nazionaliste.

E bene fa Eric Gobetti nel suo “E allora le foibe” uscito nelle scorse settimane a proporre come incipit del suo lavoro la necessità di rivedere i concetti che sin qui sono prevalsi nella lettura di quegli avvenimenti (e più in generale nella vecchia geografia politica), a cominciare da quello di “stato-nazione” rivelatosi tanto perverso da segnare tragicamente il secolo che così disinvoltamente quanto sbrigativamente ci siamo messi alle spalle.

Soprattutto per chi ha avuto in sorte di nascere lungo quel limes, è difficile prescindere da quell'intreccio (o meglio sarebbe dire da quell'ingorgo) identitario, fra improbabili radici nazionali, anagrafi storpiate, toponomastiche piegate al volere del potere di turno, appartenenze e narrazioni ossessive.

Nella mia terzietà, ho cercato di non eludere il conflitto, parlandone senza cadere nella vulgata spesso retorica delle parti, gettando ponti quasi sempre non voluti e poco apprezzati, iscrivendo gli avvenimenti nel contesto storico e geopolitico in cui si è consumata questa complessa vicenda, dando credito per quanto possibile alla verità dei fatti e riconoscendo il dolore di ciascuno. Avvalendomi del prezioso lavoro di chi, con analogo approccio e ben maggiore capacità di ricostruzione storica, ha dedicato alla vicenda di cui stiamo parlando una parte significativa del proprio impegno.

 

 

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L'industria bellica non si ferma
Missili autoregolamentati...

Emergenza coronavirus: il Governo concede all’industria delle armi di “auto-regolamentarsi” mentre stringe le maglie di economia e spostamenti personali

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(26 marzo 2020) Nonostante gli accordi presi con le parti sociali la sera del 25 marzo, e le dichiarazioni successive agli incontri con i sindacati in cui veniva sottolineato come il Ministro della Difesa si fosse “impegnato a diminuire la produzione nel settore militare, salvaguardando solo le attività indispensabili” oggi scopriamo invece che il Governo continua a concedere uno status privilegiato all’industria della difesa e delle produzioni militari. Infatti mentre comprensibilmente, vista l’emergenza, vengono rafforzate le decisioni di limitazione agli spostamenti personali e vengono ulteriormente ridotte le categorie economiche e produttive che possono rimanere attive, il Governo concede ai produttori di armamenti di decidere autonomamente quali produzioni tenere aperte e quali no. Lo si legge nella comunicazione inviata alla “Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza” (AIAD) a firma del Ministro della Difesa On. Lorenzo Guerini e del Ministro dello Sviluppo Economico On. Stefano Patuanelli.

Un ricordo di padre Giorgio Butterini
13 novembre 2010

(26 marzo 2020) Vi propongo un piccolo racconto a partire da questa immagine, in ricordo di padre Giorgio Butterini che poche ore fa ci ha lasciati, anche lui vittima di un virus che ci parla della nostra insostenibile normalità.

Una foto scattata dieci anni fa nell'area archeologica del Sass a Trento, dove si riconoscono Ali Rashid, Padre Giorgio Butterini, Aboulkheir Breigheche e Wajeeh Nuseibeh.

Il 12 e 13 novembre 2010 come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani invitammo a Trento il custode della Basilica del Santo Sepolcro Wajeeh Nuseibeh. Ultimo di una famiglia palestinese (e musulmana) che dal XIII secolo gestisce l'apertura e, con lo statu quo, la vita del luogo più sacro della cristianità ma insieme anche il più conteso dalle componenti religiose che vi si riconoscono.

Nell'ambito del percorso annuale dedicato al tema della “Cittadinanza Euromediterranea”, quell'invito assumeva un forte significato simbolico, l'incontro di civiltà che sono tali proprio perché in continuo dialogo e uno straordinario esempio di terzietà nella gestione nonviolenta dei conflitti.

 

Chiudere subito lo stabilimento degli F-35 e tutti gli impianti delle produzioni militari
F35 orgoglio italiano

Lo chiedono Sbilanciamoci!, Rete della Pace e Rete Italiana per il Disarmo all'indomani del Decreto che ha ulteriormente ridotto le attività produttive in Italia a causa del coronavirus

Il DPCM del governo entrato in vigore il 23 marzo esclude dal blocco delle attività produttive le fabbriche che realizzano sistemi d'arma e tra questi lo stabilimento di Cameri dove vengono assemblati i cacciabombardieri F-35. Il settore industriale “aerospazio e della difesa” è stato infatti incluso tra le categorie delle attività strategiche e dei servizi essenziali.

La Campagna Sbilanciamoci!, la Rete della Pace e la Rete Italiana per il Disarmo chiedono l'immediato blocco in tutte le fabbriche che producono sistemi d'arma.

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