Libri

Quel che stavamo cercando
La prima di copertina del libro

Alessandro Baricco

Quel che stavamo cercando

33 frammenti

Feltrinelli, 2021

 

«Era difficile dirci in modo più inequivocabile che siamo andati lunghi nella nostra tecnica di dominio dell'esistente, ostinandoci in un'infinita creazione che ha generato una sorta di rigetto nei tessuti del creato».

Un editoriale sul nostro passaggio di tempo. 

Alla cieca
Claudio Magris
 
Alla cieca
 
Garzanti, 2005
 
 
«Del mio fato no me lagno, go trovà un altro bagno». Potrebbe essere sintetizzato in queste poche parole la tragedia del Novecento raccontata da Salvatore Cippico (o anche Cipiko o Čipiko), un comunista triestino che dopo la guerra di Spagna conosce il campo di concentramento di Dachau e l'internamento con i "Monfalconesi" nel bagno penale di Goli Otok, il gulag titino, per finire in manicomio. In questi giorni ho riletto "Alla cieca" di Claudio Magris: poche volte ho sentito un libro così vicino. Ogni volta che parlo della necessità di «scollinare il Novecento» penso che questo straordinario romanzo della storia andrebbe usato come lo strumento per l’elaborazione del nostro recente passato. Imperdibile.

Una recensione

Storia della Palestina moderna
La copertina del libro

Ilan Pappe

Storia della Palestina moderna

Einaudi, 2014

 

Posizionata come un ponte fra tre continenti, la Palestina è stata oggetto dell'interesse di tutte le potenze internazionali fin dall'Ottocento: dagli Ottomani all'impero inglese, ai sionisti europei, alle superpotenze del dopoguerra. Nel corso del Novecento il suo territorio - e Gerusalemme, città santa a tre religioni - ha finito col diventare la casa di due popoli, che hanno talvolta saputo collaborare, ma che più spesso hanno subito le conseguenze della politica aggressiva dei militari e di chi deteneva saldamente il potere.

In questo libro Ilan Pappe raconta la storia della Palestina, una terra per due popoli. E' un racconto forte, che "cerca di affiancare le narrazioni degli sfruttatori e degli sfruttati, degli invasori e di chi è invaso, degli oppressori e degli oppressi". Un libro accurato, basato su documenti scritti in ebraico, arabo e nelle lingue europee, che ha creato un dibattito internazionale infuocato sull'interpretazione del nodo più vulnerabile della politica mondiale.

Tempo. Il sogno di uccidere Chrónos
La prima di copertina del libro

 

Guido Tonelli

Tempo

Il sogno di uccidere Chrónos

Feltrinelli, 2021


Mi accade sempre più frequentemente che nelle conversazioni, pubbliche o private che siano, il fattore “tempo” si proponga come cruciale.

Nell'interrogarsi su quell'intreccio di crisi che ci ha portati alla sindemia, nelle presentazioni de “Il monito della ninfea”, nel percorso congressuale di Slow Food, nel confronto con la piccola comunità di pensiero cresciuta attorno al “viaggio nella solitudine della politica” e all'urgenza di darci nuovi paradigmi per immaginare il futuro, questa parola è diventata sempre più un tema ineludibile.

In particolare, il rovesciamento del tradizionale disallineamento fra tempo storico e tempo biologico, ovvero fra processo entropico e processo evolutivo, fa sì che l'accelerazione così esponenziale degli effetti del surriscaldamento del pianeta ci ponga quotidianamente la domanda “siamo ancora in tempo?”.

 

 

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Il tempo della complessità
La prima di copertina del libro

Mauro Ceruti

Il tempo della complessità

Raffaello Cortina Editore, 2018

 

«Comprendere il nostro tempo significa comprendere la mondializzazione che trascina l'avventura umana, divenuta planetariamente interdipendente, fatta di azioni e reazioni, in particolare poltiche, economiche, demografiche, mitologiche, religiose; significa cercare di interrogare il divenire dell'umanità, che dai motori congiunti scienza/tecnica/economia è spinto verso un "uomo aumentato" ma per nulla migliorato, e verso una società governata da algoritmi, tendente a farsi guidare dall'intelligenza artificiale e, nello stesso tempo, a fare di noi delle macchine banali»

dalla prefazione di Edgar Morin

Tra passato e futuro
La copertina del libro

Hannah Arendt

Tra passato e futuro

Garzanti, 1991

 

«La nostra eredità non è preceduta da alcun testamento». Attorno a questo aforisma di René Char ruota la riflessione di questo attualissimo lavoro di Hannah Arendt.

«... la situazione divenne disperata quando gli antichi problemi metafisici rivelarono vuoti di significato; quando l'uomo moderno cominciò a intuire di trovarsi in un mondo nel quale la sua mente e la sua tradizione di pensiero non riuscivano nemmeno a formulare domande adeguate e con un senso...»

«Avrebbe allora un certo peso notare come l'esortazione a ritornare al pensiero sia stata formulata nel corso di quello strano interregno che si produce talvolta nel corso della storia, quando non soltanto gli ultimi storiografi, ma anche gli attori e i testimoni, i viventi stessi, diventano consci di vivere in un tempo completamente determinato dalle cose che non sono più e da quelle che non sono ancora. La storia ha mostrato più di una volta che in questi intervalli può trovarsi il momento della verità».

Verità senza vendetta

Marcello Flores

Verità senza vendetta

L’esperienza della commissione sudafricana per la verità e la riconciliazione

Manifestolibri, 1999

 

La Commissione per la verita e la riconciliazione del Sudafrica ha costituito l’esperienza più originale e innovativa che paesi giunti alla democrazia dopo decenni di regime illiberale hanno compiuto per fare i conti col proprio passato. Affrontare insieme il problema della giustizia e quello della memoria , in un quadro di ricostituzione dell’unità e dell’identità nazionale, non era un obiettivo facile per il nuovo governo democratico guidato da Nelson Mandela dopo decenni di regime di apartheid. ... La scelta della Commissione presieduta dall’arcivescovo Desmond Tutu è stata quella di dare la parola, innanzitutto, alle vittime: riconsegnando loro la dignità, riconoscendo il valore della lotta compiuta e costringendo l’intera nazione a riflettere sulla natura e le cause dei delitti commessi e dei torti subiti. Ai mandanti e agli esecutori dei crimini è stato chiesto, come requisito per poter chiedere l’amnistia, di raccontare l’intera verità sulle atrocità commesse e sui meccanismi che le avevano consentite.

Paesaggi interculturali nella terra di mezzo
La copertina del libro

Giusy Diquattro, Adel Jabbar, Gianluca Gabrielli (a cura di)

Paesaggi interculturali nella terra di mezzo

Kanoga edizioni, 2022

 

di Claudio Tugnoli *

Il tema della convivenza tra persone di diversa provenienza geografica e culturale è antico e sempre attuale. Una società si compone inevitabilmente di persone che hanno bisogni e aspirazioni diverse, riconducibili alle differenze di età, di formazione scolastica ed estrazione culturale. Tale molteplicità di soggetti che differiscono in quasi tutto – una molteplicità mobile e in costante trasformazione – è la conseguenza del fatto che gli esseri umani da sempre si spostano sulla superficie del nostro pianeta, sfidando i muri, i fili spinati, il mare in burrasca.

E coloro che erigono palizzate posticce in nome della necessità di difendere l’identità di chi vive all’interno di quei confini, ignorano o fingono di ignorare che l’identità non è un monolite, ma il risultato di una stratificazione millenaria e mai conclusa; che i confini non hanno alcuna ragion d’essere, sono invisibili, come dimostra la facilità con cui possono essere varcati a dispetto di tutti i divieti del mondo; e che in sostanza lo spostamento degli esseri umani da un luogo all’altro è un processo fisiologico inarrestabile, parte integrante dell’orizzonte esistenziale di ogni essere umano, il quale avverte la necessità di procedere oltre, di muoversi e sperimentare luoghi diversi.

 

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Dalla parte dei diritti
Dalla parte dei diritti
Alberto Tridente
 
Dalla parte dei diritti
 
Settanta anni di lotta
 
Rosembreg & Sellier, 2011
 

Non è solo una biografia: è il Novecento stesso a essere raccontato attraverso la passione umana e politica di un uomo, infaticabile e testardo interprete del proprio tempo. Alberto Tridente, operaio e sindacalista torinese nato in una famiglia numerosa di immigrati a Venaria, racconta la sua formazione morale e intellettuale intrecciando emozioni e vicende sue proprie con i grandi eventi della storia.

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Filìa. In ricordo di Paola Grott
La copertina di Filìa


Paola Grott

Filìa

Pensieri

Zell 40 - Edizioni d'Arte

 

 §§§

 

Riprendo dalla biblioteca questo prezioso lavoro curato nel 2013 da Paola Grott, sul tema dell'amicizia. Paola nei giorni scorsi ha concluso il suo viaggio terreno, ma di lei rimangono parole e opere che continueranno a regalarci emozioni. Come questa raccolta di pensieri sull'amicizia che Paola aveva accompagnato con i suoi dipinti e con un'incisione ad acquaforte.



«... Quando i suoni se ne vanno

il loro vibrare continua attraverso l'atmosfera

lasciando scie colorate che durano nel tempo,

non si sa dove vanno e forse sono ancora tutte qui le parole, tutte le note,

a noi non rimane che trovarle, assemblarle in diverse e nuove combinazioni

e sotto il silenzio l'arcano suono del tempo...»

Paola Grott

 

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Don Chisciotte della Mancia

Miguel de Cervantes

Don Chisciotte della Mancia

Einaudi Editore

 

«... Il Don Chisciotte del 1605, che è la prima parte dell'intero romanzo di Cervantes, fu scritto nella piena consapevolezza storica della vasta e complicata tragedia rappresentata dallo scenario toledano. Si allude al glorioso passato di Toledo (e della Spagna) come luogo di confluenza interreligiosa e impareggiabile centro di traduzioni per l'intera Europa attraverso la sua rovina, che all'alba del XVII secolo era una realtà fin troppo evidente. I manoscritti e i libri che un tempo erano stati il più prezioso degli immensi tesori di Toledo erano talmente svalutati che, se comparivano in strada, era solo al fine di venderli e trasformarli in stracci. Per di più questo era il destino dei libri ... sopravvissuti al fuoco. I roghi dei libri, iniziati nei primi anni del secolo precedente, dopo la capitolazione di Granada, vengono ricostruiti nel quinto capitolo dello straordinario romanzo di Cervantes in un'altra scena molto allusiva, la celebre "Inquisizione dei libri". Naturalmente, all'epoca di Cervantes non erano scomparsi soltanto i libri, ma anche la conoscenza delle lingue in cui erano scritti, l'arabo e l'ebraico: proprio le capacità che un tempo avevano permesso di acquisire e trasmettere il sapere e avevano fatto di Toledo il centro dell'universo per molti popoli civilizzati. ... Il palcoscenico costruito da Cervantes era affollato da versioni diverse della domanda se le cose possano mai essere quelle che sembrano, che affermano di essere, che vogliamo che siano, che ad altri occorre che siano...»

da "Principi, poeti e visir" di Maria Rosa Menocal. Il Saggiatore

 

I sommersi e i salvati
La prima di copertina del libro

Primo Levi

I sommersi e i salvati

Einaudi, 1986



Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario,

perché ciò che è accaduto può ritornare,

le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate:

anche le nostre.

Primo Levi

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Dal libro dell'esodo
La prima di copertina

AA.VV.

Dal libro dell'esodo

Piemme edizioni, 2016

 

Un esodo dei nostri giorni: quello dei migranti. Che avviene quotidianamente, sotto le telecamere di tutto il continente. Una fuga da guerre e povertà di centinaia di migliaia di persone che, però, trova il passo sbarrato da un'Europa impreparata, intimorita, pronta ad innalzare muri e fili spinati. Un viaggio che porta la guerra e il dolore fin dentro il cuore d'Europa e che l'artista multidisciplinare Roberta Biagiarelli, con la sensibilità e l’attenzione acquisite attraverso l’esperienza del teatro storico sociale, e il fotografo Luigi Ottani, con lo sguardo empatico e penetrante di chi cattura attimi di storia, hanno documentato in un reportage intenso ed emozionante, una pubblicazione, in uscita il 27 settembre, dal titolo "Dal libro dell'esodo" (Piemme Edizioni, pp. 256, € 17,50).

Il volume, progetto sostenuto fin dall'inizio dal Comune di Modena, nasce dall'esperienza del viaggio che Biagiarelli e Ottani hanno realizzato, nell'agosto 2015, sul confine greco-macedone: una settimana di cammino, fianco a fianco con i migranti, lungo i binari tra Gevgelija, in Macedonia, e Idomeni, in Grecia. Il libro si arricchisce dei testi della parlamentare europea Cécile Kyenge, del giornalista e scrittore Paolo Rumiz, del ricercatore e saggista Michele Nardelli, dello studioso del Novecento e regista Carlo Saletti e del giovane storico italo-siriano Ismail Fayad. Donne e uomini di confine che sono stati coinvolti nel progetto editoriale così da fornire maggiori strumenti di comprensione e chiavi di lettura del fenomeno.

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Topografia della memoria.
La prima di copertina del libro di Martin Pollak

Martin Pollak

Topografia della memoria

Keller editore, 2021

 

Letteratura: tra presente e passato.

Una riflessione a partire da Topografia della memoria, di Martin Pollack1

di Micaela Bertoldi

(16 settembre 2021) Riflettere su memoria e rimozione: un imperativo del nostro tempo. E’ ciò che ribadisce Martin Pollack con un libro la cui copertina, spiega: “Un ammonimento impressionante contro la rimozione e l’oblio”.

Pollack mette in pratica la decisione di rompere il silenzio, dare libero sfogo ai ricordi. Insieme ai ricordi sdogana domande del tutto attuali attraverso pagine accomunabili fra loro, al di là della data in cui sono state scritte e, soprattutto, al di là dell’epoca di riferimento dei fatti, poiché le domande poste con ritmo incalzante sono la cifra basilare.

Interrogativi che scaturiscono dall’ansia di voler sapere cosa sia accaduto, per quali ragioni sia stata possibile la sequenza indicibile di orrori, sia a livello di scontri interetnici, al tempo della dissoluzione dell’Impero austro-ungarico, sia durante la seconda guerra mondiale e l’adesione di massa al nazionalsocialismo.

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Critica alla cooperazione neoliberale
La prima di copertina del libro

Serena Marcenò

Critica alla cooperazione neoliberale

Resilienza e governanxce nelle politiche di aiuto allo sviluppo

Mimesis, 2018

 

«In uno scenario globale in cui si dà per scontato che rischi e pericoli vadano oltre le nostre possibilità di controllo, la resilienza entra in gioco, come una sorta di codice di condotta, per responsabilizzare stati fragili e individui vulnerabili, facendo leva sulle loro capacità di adattamento e di assorbimento del danno. L'adattamento è una delle virtù cardinali del neoliberismo e costituisce il nucleo concettuale della significazione politica della resilienza. Gli indvidui devono far fronte ai mutamenti che derivano da un sistema in continua trasformazione, nel quale agiscono senza alcuna rete di protezione, esercitando una logica adattiva che forgia le loro soggettività e le declina secondo gradi diversi di flessibilità. La resilienza è diventata oggi il tratto saliente delle politiche di cooperazione allo sviluppo, nelle quali le forme di abbandono, prodotte dallo smantellamento dei sistemi di welfare e dalla smobilitazione degli organismi internazionali, vengono narrate come strategie di empowerment e di auto-responsabilizzazione».

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