Libri

Shah - In - Shah

Ryszard Kapuscinski

Shah - In - Shah

Feltrinelli, 2001

 

«Iran, 1980: lo scià Reza Pahlavi è fuggito, Khomeini ha preso il potere. Chiuso nella stanza di un albergo ormai deserto di Teheran, Ryszard Kapuscinski cerca di ricavare un senso dalla massa di appunti, fotografie e registrazioni che ha accumulato durante il suo lungo soggiorno in Iran. In un libro appassionante, in cui la cronaca diviene storia senza perdere nulla della sua umana immediatezza, Kapuscinski ricostruisce il lento ma inesorabile procedere degli avvenimenti che hanno portato alla rivoluzione khomeinista...».

Un libro da leggere nel susseguirsi di rivoluzioni democratiche finite nel sangue, strategie di destabilizzazione da parte di chi in Occidente non si è ancora rassegnato alla fine del colonialismo e di torbide proteste tipiche di questa oscura postmodernità, che attraversano questo straordinario paese.

Non luogo a procedere
La copertina del libro

Claudio Magris

Non luogo a procedere

Garzanti, 2015

 

 

“Non luogo a procedere” è un bel titolo, lo è ancora di più per un romanzo che narra di una delle rimozioni più pesanti del Novecento italiano, quella della “Risiera di San Sabba” ovvero del campo di sterminio che sorse durante la seconda guerra mondiale a Trieste. Un buco nero nella coscienza di una città e di un intero paese. Una rimozione che continua ancora oggi, nonostante i responsabili di quella tragedia siano morti e sepolti e nonostante il riconoscimento seppure tardivo da parte della storiografia ufficiale come luogo della memoria. Andateci a Trieste e ne avrete l'immediata percezione.

Anche per questa ragione, il bel titolo dell'ultimo romanzo di Claudio Magris indica lo stato dell'arte ovvero il senso di una resa. La sconfitta (o forse la vittoria, non cambia) di una città che vive con fastidio la Risiera. Quel luogo di cui volentieri si libererebbe, cancellandolo definitivamente dalla falsa coscienza di una comunità che passati settant'anni non ha ancora elaborato quella tragedia. Tanto che, senza clamore, il tempo l'ha fatta scomparire anche dall'orizzonte visivo, fra lo stadio, un grande supermercato e una tangenziale.

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Storie dal mondo nuovo
La prima di copertina del libro

Daniele Rielli

Storie dal mondo nuovo

Adelphi, 2016

 

Il libro di Daniele Rielli “Storie dal mondo nuovo” è un affresco del contemporaneo. Pur nella distanza che avverto verso uno sguardo che teme sin troppo il “politicamente corretto” tanto da apparire cinico, è un saggio sul nostro tempo che vi consiglio di leggere, per l'efficacia dello stile letterario del giovane autore e per la sua capacità di mettere a fuoco alcuni dei luoghi simbolici di una postmodernità che sfugge alle cronache nel suo rincorrere frettoloso e superficiale degli avvenimenti.

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Persiane azzurre
La prima di copertina del libro

Micaela Bertoldi

Persiane azzurre

Il rebus delle attese a Sansepolcro

Edizioni Del Faro, 2017

 

E’ un romanzo che mette in scena una giovane donna, Melania, originaria del Trentino, che compie un viaggio alla ricerca di una pausa di riflessione, utile a ridefinire il proprio percorso di vita in cui scrivere e vivere, a tratti, appaiono come azioni che si mescolano quasi senza soluzione di continuità.

Melania parte da Verona dove vive e lavora per un’agenzia viaggi insieme all’amica Pamela e si prende una vacanza; si ritrova a Sansepolcro catturata da una particolare casa dalle persiane azzurre. Ed è così che l’originale retroterra culturale trentino da cui proviene inizia a intrecciarsi con le suggestioni del Casentino, con gli eventi tragici della Storia e con l’incognita di carte ‘perdute e ritrovate’: un rebus che chiede d’essere risolto. Ne deriva un attraversamento di paesaggi di natura e di paesaggi interiori. Mete confusamente cercate emergono a poco a poco, svelando segrete attese e sguardi sul futuro, complice il sentiero degli dei con la sua centenaria vite, simbolo di forza e tenacia. Il bisogno di scrivere è una sorta di disposizione d’animo della protagonista che, quasi senza accorgersi, si è diretta nei luoghi che alla scrittura autobiografica hanno assegnato un compito di rilievo: nella vicina Anghiari, infatti, ha sede l’Università dell’autobiografia.

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Angelus Novus
La copertina del libro

Walter Benjamin

Angelus Novus

Saggi e frammenti

Einaudi, 1962

 

Questa raccolta, pubblicata per la prima volta nel 1962 da Einaudi, raccoglie i testi più rappresentativi, dai saggi filosofici Per la critica della violenza, Destino e carattere, Sulla facoltà mimetica, a quelli più letterari su Baudelaire, Kafka e Goethe: tutti scritti rivelatori di una particolare forma di saggismo in cui le "affermazioni sulla vita" non possono prescindere dall'analisi di un determinato "paesaggio culturale" ... e che mettono in luce le risorse di un laboratorio di pensiero tra i più fervidi e originali del Novecento.

Scrive Benjamin: «C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, e le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira  dal paradiso, che si è impigliata  nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine cresce davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta».

Mistero napoletano
La copertina del libro

Ermanno Rea

Mistero Napoletano

Vita e passione di una comunista negli anni della guerra fredda.

Einaudi, 1995

 

Un libro straordinario che mi ha fatto riflettere ed amare una città che già era nel mio cuore.

«Forse questo è soltanto un libro di fantascienza. Perché parla di tempo pietrificato e di coscienze espropriate del loro diritto al cambiamento. Oppure è un libro giallo - giallo esistenziale - perché indaga su un suicidio apparentemente senza ragione. Comunque sia, comincia con una serie di rintocchi di non so quale orologio prossimo al luogo dove ho preso in affitto il mio provvisorio alloggio napoletano, rintocchi che hanno la solennità di un ammonimento: il tempo divora ogni cosa. Ma che cosa divora esattamente il tempo? Il professor Aldo Masullo, fulvo filosofo che al fattore tempo ha dedicato molta riflessione, afferma che esso è dolore, passione, cambiamento e perciò "perdita". "Il tempo - spiega - è vivere l'incessante franare del suolo su cui siamo appena passati, sì che ogni volta il presente nasce da una frattura..."...».

 

 

Perdonare

Jacques Derrida

Perdonare 

Raffaello Cortina Editore, 2004

 

Nel 1971, Viktor Jankélévitch risponde alla polemica scoppiata in Francia sulla prescrizione dei crimini hitleriani: il perdono è impossibile perché “é morto nei campi della morte”. Interrogando il testo di Jankélévitch, Derrida si chiede se non sia proprio a partire da questa impossibilità che si possa e si debba pensare il perdono. Il perdono, se ce n’è, non perdona che l’imperdonabile...

L'umanità in tempi bui
L'umanità in tempi bui
Hannah Arendt
 
L'umanità in tempi bui
Riflessioni su Lessing
 
Raffaello Cortina Editore, 2006

 

Com'è possibile che l'idea di umanità, tipica dell'Illuminismo, trovi collocazione nei "tempi bui" brechtiani, in cui le guerre mondiali, i totalitarismi, la Shoah hanno decretato il fallimento dell'eredità umanistica europea? Questa domanda attraversa l'intera opera di Hannah Arendt e diventa occasione per una riflessione sul modo in cui storia personale, passione per la verità e relazioni di dialogo e di amicizia, possono fornire l'autentico contesto della politica.

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L’altra Venezia

Predrag Matvejevic

L'altra Venezia

Garzanti, 2003


«Una Venezia fatta di scrittura che diventa materia e sensazione, materia e sensazione che ci restituiscono quelle che riceviamo da Venezia, sensazioni di umido, di acqua, di marcio, di tempo, di bellezza, di passato, di malinconia, di miraggio, di marmo, di sabbia, di fango, di oro, di sfumato, di splendente, di torbido, di Venezia insomma, dell’indicibile Venezia».

Mediterraneo. Viaggiatori e migranti
La prima di copertina del libro

Vincenzo Consolo

Mediterraneo

Viaggiatori e migranti

Edizioni dell'Asino, 2016

 

«E buttò il bastone ed ivi si fermò, come fa il viaggiatore che si consola del ritorno. Sono le eterne e sempre attuali parole, in questo nostro tempo soprattutto, in questo nostro Mediterraneo di conflitti, di spoliazioni territoriali, di negazioni d'identità, di migrazioni e di diaspore, di ognuno che, esule per desiderio di conoscenza o per costrizione, ritrova la sua terra, il suo cielo, la sua casa». 

Capovolgimenti e storie sovrapposte

«... l'immigrazone dei lavoratori italiani in Tunisia continuò sempre più massiccia. Ci furono vari episodi di naufragi, di perdite di vite umane nell'attraversamento del Canale su mezzi di fortuna. La reggenza francese, di fronte a quel continuo affluire di diseredati, ricorse ai rimpatri. Nei primi cinque anni del Novecento ben 13.000 furono rimpatriati...»

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Paesaggi contaminati
La prima di copertina

Martin Pollak

Paesaggi contaminati

Per una nuova mappa della memoria in Europa

Keller editore, 2016

 

«Modellare il paesaggio era la motivazione, la giustificazione per il genocidio»

Quando i paesaggi idilliaci celano oscuri segreti.

L'ultimo rigore di Faruk
La prima di copertina del libro

Gigi Riva

L'ultimo rigore di Faruk

Una storia di calcio e di guerra

Sellerio, 2016

 

«Sono quasi le 7,30 della sera a Firenze. Nessuna brezza è arrivata a dare un briciolo di refrigerio. Ai calci di rigore di consuma il destino di quella che sarà l'ultima Jugoslavia alla fase finale di una competizione mondiale».

«... Si è definito il Novecento come il secolo di Sarajevo. I cicli se ne infischiano delle cifre tonde, del tempo così come lo scandiscono gli umani. Un'epoca si esaurisce quando deve e non rispetta le date. Convenzionalmente il Novecento lo si afferma aperto il 28 giugno 1914, con gli spari di Gavrilo Prinzip all'arciduca. Nei libri di storia il rapporto causa-effetto è repentino. Gavrilo preme il grilletto e scoppia la prima guerra mondiale, muoiono quasi dieci milioni di soldati e sei milioni di civili, compreso quelli uccisi dai "danni collaterai", epidemie, carestie, fame. Altrettanto convenzionalmente il secolo si chiude a Sarajevo, emblema di tutte le guerre balcaniche degli anni Novanta. Naturalmente nessuno azzarda la semplificazione: Faruk sbagliò il rigore e la guerra fu. Suonerebbe blasfemo...»

Forse un po' "jugonostalgico" ma bello il libro che il giornalista Gigi Riva ha dedicato a Faruk Hadzibegic, il terzino e capitano dell'ultima nazionale jugoslava di calcio.

Memorie di Adriano
La coperina

Marguerite Yourcenar

Memorie di Adriano

Einaudi, 1988

 

«Là dove un tessitore rattopperebbe la sua tela, dove un calcolatore abile correggerebbe i suoi errori, dove l'artista ritoccherebbe il suo capolavoro ancora imperfetto o appena danneggiato, la natura preferisce ricominciare dall'argilla, dal caos; e questo sperpero è ciò che si chiama l'“ordine delle cose”.»

 

E' rimasto sugli scaffali per molti anni. Mi riproponevo di leggerlo, ogni tanto ne sfogliavo qualche pagina ma poi c'era qualche lettura che si prendeva la precedenza. Ora che il tempo è più dilatato e governabile ho deciso che poteva essere il momento giusto per immergermi nelle memorie di un uomo potente alla fine dei suoi giorni, scritte da una donna dotata di grande sensibilità e che ha dedicato alla ricerca attorno alla vita dell'imperatore Adriano una parte importante della sua vita.

Su questa grande opera di Marguerite Yourcenar sono stati scritti fiumi di parole alle quali è del tutto improbabile aggiungere qualcosa di intelligente. E, ciò nonostante, devo proprio dire che l'ho trovato un testo di riflessione sull'agire umano e sul limite di straordinaria attualità.

 

La guerra verticale
La prima di copertina del libro

Diego Leoni

La guerra verticale

Uomini, animali e macchine sul fronte di montagna 1915-1918

Einaudi, 2015

 

«Gran parte della fronte italo-austriaca correva sulle cime, quelle cime (l'Adamello, la Marmolada, le Dolomiti orientali) che, prima della guerra, erano già state teatro della sfida turistico-alpinistica fra le borghesie italiana e austro-tedesca. Immaginata e preparata come una sfida di breve durata, la guerra di montagna inchiodò i suoi attori per più di tre anni su un ambiente ostico e ostile, e mai pensato prima come spazio di insediamento di grandi masse. Per rendere possibile questo, per combattere e sopravvivere lassù, gli eserciti si impadronirono dello spazio alpino, delle sue genti, delle sue piante, dei suoi animali, delle sue risorse: lo attrezzarono, lo scomposero, lo ricomposero, lo artificializzarono, portando in quota, che sempre più si elevava, un numero iperbolico di animali, di armi, di mezzi, di tecnologie, di materiali. Misero in campo nuovi saperi e nuove tecniche; svilupparono all'estremo l'alpinismo; e infine sprofondarono nelle viscere della montagna: per difendersi dalla Natura e per offendere il nemico da sotto. Di tutto questo movimento, di questo sistema, di queste trasformazioni, di quel che avevano elaborato i teorici della guerra di montagna, di quel che vissero e videro i combattenti e ne scrissero, del formarsi sul campo di narrazioni e contronarrazioni, miti e antimiti, racconta il libro».

 

 

Gli anni del disordine. 1989 – 1995

Lidia Campagnano

Gli anni del disordine. 1989 - 1995

Da Sarajevo a Milano passando per Baghdad

La Tartaruga edizioni, 1996

 

Un libro di grande profondità che mi ha accompagnato e mi accompagna in tanti viaggi verso est.

 

«Conosco da giornalista l'elenco degli eventi che costellano il terremoto: la caduta del muro di Berlino, ovvero dei regimi detti comunisti dell'est europeo. La pretesa instaurazione del nuovo ordine mondiale, incarnatasi nei bombardament sull'Irak. Il nazionalismo, gli integralismi religiosi, le guerre civili, la Jugoslavia. Ma a me è accaduto che l'attenzione si posasse su alcune notizie, su alcune figure, su alcune immagini colte al volo in mezzo alla frana emotivamente intollerabile delle informazioni e che lì si fissasse. Tra pensieri simili ho trascorso gli anni del disordine».

 

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