Ricerca politica

Una crisi lunga dieci anni, un laboratorio sul presente
Roma

The battle of Rome... (2)

di Silvano Falocco *

(20 settembre 2016) L'esperienza amministrativa capitolina va considerata, a tutti gli effetti, un vero e proprio laboratorio. Non un laboratorio, come sarebbe facile credere, delle ambizioni di governo del M5S, qui messe duramente alla prova da un surplus di approssimazione e autolesionismo, che non era facile immaginare. Si pensava, infatti, che l'esito scontato della prova elettorale avesse dato il tempo a tale forza di organizzare, meglio, la propria squadra di governo e il proprio gruppo dirigente. Ma, forse, anche se il tempo a disposizione fosse stato il doppio o il triplo, gli esiti non sarebbero stati granché migliori di quelli attuali.

E qui arriviamo al motivo per cui tale laboratorio è veramente interessante: stiamo infatti assistendo alla sperimentazione della capacità di governo della complessità da parte di “organizzazioni politiche moderne” costruite - e qui i partiti si somigliano in modo preoccupante - sulla base di un processo, allo stesso tempo, di verticalizzazione (il leader, il cerchio magico, il premier, il governatore, il sindaco) e restrizione della base militante (sezioni inesistenti, assenza di luoghi di riflessione ed elaborazione, sovrapposizione tra eletti e dirigenti di partito). Tali esperienze - come un iceberg che innalza la propria cuspide e restringe la propria base - si mostrano, alla prova dei fatti, inadeguate, fragili e fortemente instabili.

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Democrazia e forme partecipative, un'occasione mancata
Aperture

Prosegue il dibattito attorno ai temi della partecipazione, delle riforme istituzionali e del terzo statuto di autonomia. Su questo blog potete trovare nella home page gli interventi di Alessandro Dalla Torre, Simone Casalini, Roberto Pinter e Vincenzo Calì. In "primo piano" anche un intervento del sottoscritto sul referendum autunnale sulla riforma costituzionale al quale sono seguiti una serie di commenti (in realtà corposi interventi) di Edoardo Benuzzi, Flavio Ceol, Ciro Russo ed altri. In questo caso riprendo il testo che mi ha inviato l'amico Alessandro Branz sui sistemi partecipativi, tema tutt'altro che estraneo rispetto ai nodi veri del voto autunnale. Nella lettera con la quale Alessandro ha accompato il suo testo, ho colto la grande amarezza per il fatto che il dibattito locale e nazionale questi nodi non li abbia voluti affrontare, vivendo con fastidio una dialettica politica che avrebbe potuto essere salutare e che invece si è trasformata in una sorta di plebiscito a favore o contro il Governo Renzi. Nel ringraziare tutti gli intervenuti per aver scelto di entrare nel merito, rinnovo l'invito a considerare questo blog come uno spazio aperto ai vostri interventi. Nella speranza che nelle prossime settimane in particolare il confronto sul terzo statuto cresca in qualità. (m.n.)

 

di Alessandro Branz *

(1 settembre 2016) Alcuni giorni fa Nicola Lugaresi esprimeva sul Corriere del Trentino la sua viva preoccupazione per il basso livello di partecipazione manifestato da una serie di iniziative promosse dal Comune di Rovereto e da altri soggetti. Si tratta di preoccupazioni fondate e condivisibili, che da un lato sollecitano una riflessione sulle cause del fenomeno (individuate da Lugaresi nell’ormai diffuso “sentimento di rassegnazione e sfiducia” nei confronti della politica) e dall’altro richiamano ruolo e funzionalità degli stessi meccanismi partecipativi adottati, che evidentemente presentano delle lacune se non riescono a coinvolgere più di tanto i cittadini. Ed è proprio da quest’ultimo punto che vorrei partire per alcune brevi riflessioni.

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Divagazioni ferragostane
L'annuncio del Manifesto di Ventotene

di Vincenzo Calì

La lettura dell’articolo di Berardelli sul Corriere della sera nel quale si nega alla radice l’attualità del pensiero espresso a Ventotene nel 1941 da Spinelli e Rossi (l’autore immagina una nuova centralità degli stati nazionali) ci spinge a ribadire con forza il valore di quel manifesto.

Partiamo dal nostro piccolo: una settimana, la prossima, da segnare fra quelle che possono ridare quella spinta di cui il paese intero e la nostra Regione ha grande bisogno. Intanto, al rientro al nostro paesello alpino di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè non mancheranno le occasioni per sottolineare come l’abnegazione l’impegno e il comune sentire delle nostre atlete siano un esempio da seguire da parte delle due comunità da cui le nostre campionesse provengono.

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Per una buona gestione del conflitto
Stefano Cagol. Immagine tratta dal sito www.doppiozero.com

Riprendo dal sito www.doppiozero.com questo interessante contributo dell'amico Ugo Morelli

di Ugo Morelli

Cerchiamo nemici di questi tempi. Li cerchiamo in ogni direzione. Forse perché il nemico che viene da fuori ci appare meno minacciante di quello che si presenta dall’interno di noi stessi. Agisce in noi una mafia interna, una specie di industria della protezione di una parte di noi su un’altra. A volte la parassita fino a neutralizzarla. Siamo nemici di noi stessi e ci consegniamo alle nostre paure senza elaborarle e senza combatterle. È così che le subiamo e la paura finisce per comandare. Quello che ci risulta in ogni caso difficile fare è dare cittadinanza al conflitto, inteso come incontro e dialogo tra differenze. Sia nel nostro mondo interno che nelle relazioni con gli altri tendiamo a polarizzare le nostre posizioni e i nostri atteggiamenti e comportamenti: o scegliamo il quieto vivere e l’indifferenza, o scadiamo nell’antagonismo, nel litigio e nella guerra. Eppure oggi vi sono molte buone ragioni per cercare di riconoscere il valore del conflitto inteso come dialogo e incontro tra differenze.

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Un viaggio nella solitudine della politica
Topolino amaranto

 

Sarà un viaggio un po' particolare, che avrà come ambito di indagine la solitudine della politica. A questa parola, solitudine, non assegno un significato in sé negativo. Vorrei dire piuttosto che si tratta semmai di una condizione dalla quale partire per non farsi prendere la mano dallo sconforto o dal rincorrere l'agenda politica, per inoltrarci nella crisi della politica, laddove ancora si fa fatica a riconoscere la sconfitta che segna la fine del Novecento e cercare sul piano del pensiero prima ancora che dell'agire strade inedite. Un viaggio che ci aiuti ad essere meno soli e ad osservare da vicino le molteplici esperienze che nascono malgrado tutto nella sperimentazione sociale, culturale e politica. E che nel viaggio vorrei conoscere e raccontare.

Il testo della lettera in pdf

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Brexit, Nizza e Ankara. La fatica di capire
Quando si ascoltava la radio

Un intero universo concettuale sta andando in pezzi. Nessuno dei parametri validi nel Novecento funziona più

di Roberto Esposito *

Perché facciamo così fatica a capire quel che sta accadendo? Forse perché i fatti di queste settimane, dalla Brexit alla Turchia fino al terrore di Nizza e a quello, recentissimo, in Germania, così diversi tra loro, nella portata, negli effetti e nelle cause, hanno un punto in comune: “i fatti” di queste settimane non sono più quelli di una volta. L’idea stessa di “fatto” o di avvenimento è tale perché riusciamo ad inserirla in una cornice di pensiero più o meno consolidata.

Ora quella cornice che ha retto la seconda parte del Novecento non c’è più. L’Inghilterra che ha salvato l’Europa decide di lasciarla, possiamo assistere in Turchia a quello che è stato un golpe democratico contro una democrazia autoritaria, possiamo vedere dei terroristi che non hanno più un rapporto forte con un’ideologia, folle e totalitaria, ma la prendono a prestito, in leasing, per poche settimane, mettendo in gioco il loro corpo, la loro vita.

 

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La nausea del presente
La nausea, immagine di copertina

di Simone Casalini *

«M’è accaduto qualcosa, non posso più dubitarne. È sorta in me come una malattia, non come una certezza ordinaria, non come un’evidenza. S’è insinuata subdolamente, a poco a poco; mi son sentito un po’ strano, un po’ impacciato, ecco tutto. Una volta installata non s’è più mossa, è rimasta cheta, ed io ho potuto persuadermi che non avevo nulla, ch’era un falso allarme. Ma ecco che ora si espande». Questi appunti sono scritti nel diario di Antoine Roquentin, 29 gennaio 1932. Il protagonista del capolavoro sartriano «La Nausea» somatizza il disagio del suo tempo e personifica il clima che precede la seconda guerra mondiale dove si ammassano i detriti del primo conflitto mondiale, la grande crisi economica del ’29, l’affievolimento dei sistemi politici dell’epoca, la miseria incipiente.

 

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sabato, 30 gennaio 2016 ore 14:30

Luoghi ideali. Seminario nazionale
Fabrizo Barca
Siamo lieti di comunicarvi che l’annuale seminario nazionale del progetto Luoghi Ideali di Fabrizio Barca www.luoghideali.it si terrà sabato 30 gennaio 2016 a Parma presso Workout Pasubio, in via Palermo 6.

Come saprete anche il Partito Democratico di Parma, con il progetto ParMap, ha partecipato a questo innovativo progetto che è stato presentato al Nazareno come modello per contribuire alla riforma del partito a livello nazionale.

E’ una grande soddisfazione vedere che è stata scelta la nostra città per questo importante evento al quale parteciperanno, oltre a Fabrizio Barca ed al team nazionale dei Luoghi Ideali, anche Massimo Morisi (Professore dell’Università di Firenze), Marco Rossi Doria (già sottosegretario all’istruzione ed assessore del Comune di Roma) e Marco Almagisti (Professore dell’Università di Padova).

Siamo pertanto ad invitarvi, sabato 30 gennaio dalle ore 14.30, per la presentazione dei risultati del lavoro dei tavoli tematici che si terranno durante la mattinata con le esperienze territoriali. Seguirà la discussione plenaria con Fabrizio Barca sul tema: "Oltre la sperimentazione nei territori che spazio esiste per una sperimentazione di forme partito? O almeno per un confronto nazionale vero sulla forma partito?”.

Vi attendiamo numerosi.
 
NB. Dal Trentino come "territoriali#europei" stiamo organizzando una piccola delegazione. Se siete interessati, fateci sapere...

Parma, Workout Pasubio, via Palermo 6

Luoghi idea(li). Appunti dall'incontro di Parma
Un momento dell\'incontro di Parma

di Federico Zappini

(4 febbraio 2016) Solitamente quando non mi viene immediatamente voglia di scrivere di una cosa è perché la mia curiosità non è stata particolarmente sollecitata. E’ andata così anche per il report che mi ero impegnato a redigere dopo il seminario nazionale dei Luoghi Idea(li), svoltisi a Parma lo scorso 30 gennaio. Ho riguardato gli appunti – pochi, a essere sincero – e ho provato a ripensare al paio d’ore di dibattito a cui ho assistito e la sensazione che ne traggo è quella di una certa delusione, che ora provo a descrivere brevemente. Delusione che – lo voglio specificare – prende le mosse dalle altissime aspettative che ripongo nell’esperienza proposta da Fabrizio Barca e dal suo gruppo di lavoro.

Sono condivisibili i punti di partenza dell’analisi, che qui sintetizzo ponendo allo stesso tempo anche alcuni appunti critici.

1) Si partiva (e non si è ancora usciti da quella fase) da una situazione che è stata definita di “catastrofe”. In particolare il riferimento è alla crisi del Partito Democratico, ma a ben vedere è l’intero sistema politico, partitico e istituzionale a non attraversare un momento di buona salute.

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Punto e a capo?
Nebbie

Dal blog di Federico Zappini (https://pontidivista.wordpress.com/) riprendo questa bella e condivisibile riflessione

di Federico Zappini

(27 luglio 2015) Aggiungere qualcosa sull’affair Borgonovo Re è difficile e forse inutile. Si è detto molto sulla volontà di chiudere alcuni punti nascita periferici, ipotesi sulla quale dopo la venuta al mondo della mia seconda figlia (con parto in casa) non ho un’opinione completamente definita. Non sono mancate le prese di posizione sul metodo di lavoro (mi sembra di capire poco collegiale e viziato da qualche limite di dialogo/ascolto) dell’Assessora in questione.

Visti gli schizofrenici ultimi due giorni vissuti dalla maggioranza di centro-sinistra, la lista di chi può offrire lezioni di stile sembra scarsamente presidiata. Chi la accusa. Chi la difende. Chi la usa. Chi già la rimpiange. Chi la giudica. Chi ne ha chiesto la sostituzione e chi non ha aspettato un secondo per prenderne il posto. Ognuno interpreta il proprio ruolo, sempre e comunque fortemente autoreferenziale e quasi mai intellettualmente onesto. Si sbaglia chi riduce tutto ad una trappola tesa ad un’Assessora scomoda e non troppo avvezza alla comunicazione 2.0. Siamo di fronte a una crisi di sistema, e come tale faremmo bene ad affrontarla. L’unica certezza, da qualunque lato si guardi la faccenda, è che in Trentino regna la confusione più totale e la politica scivola inesorabilmente su di un piano inclinato apparentemente senza fine. Un coacervo di personalismi sfrenati e assenza di senso del bene comune. Una costante navigazione a vista in un mare dalle acque perennemente agitate. 

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sabato, 11 luglio 2015 ore 10:00

Le terre alte tra non più e non ancora
Terrazzamenti in Valtellina

 

Territorio, comunità concrete, sviluppo e politica nelle terre alte

Nell'ambito del Festival culturale "Torino e le Alpi" (10, 11, 12 luglio 2015) promosso dalla Compagnia di San Paolo, sabato 11 luglio si svolgerà un interessante Forum sul tema delle "Terre Alte" secondo il seguente programma:

Ore. 10.00 -11.00

Lo scenario delle trasformazioni antropologiche, culturali, sociali e istituzionali nelle terre alte

Massimo Coda, Compagnia di San Paolo; Aldo Bonomi, sociologo, AASTER; Giuseppe Dematteis, geografo, Politecnico di Torino; Annibale Salsa, antropologo, Accademia della Montagna del Trentino

Torino, Circolo dei lettori

Il programma di \'Torino e le Alpi\'

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Un salto nel voto
Rubik

 

Ilvo Diamanti ha anticipato – a margine del suo intervento al Festival dell’Economia, parlando della nuova edizione del “Saggio sulle classi sociali” di Paolo Sylos-Labini – alcune riflessioni riguardo al voto regionale dell’altroieri. Non lo ha fatto elencando vincitori e vinti (come molti si sono affrettati a fare in queste ore) ma descrivendo con grande puntualità il contesto dentro il quale le elezioni si sono svolte. Un contesto schizofrenico capace di rendere ogni tornata elettorale imprevedibile, socialmente e politicamente sfuggente a ogni schema interpretativo in nostro possesso. Per mettere ordine servono – mutuando le convinzioni sul ruolo degli economisti dello stesso Labini – interpreti curiosi, attenti e non ideologici della realtà, ommentatori intellettualmente onesti per comprendere il portato esplosivo della situazione che stiamo vivendo in questi anni. Per questo mio articolo prendo in prestito il titolo del volume che Diamanti ha dedicato allo studio dei flussi elettorali delle “pazze” Politiche del 2013. Qui, più umilmente, trovate alcune riflessioni che mi andava di condividere.

 

di Federico Zappini

 

Diffidate delle analisi post-voto, quindi anche di queste poche righe scritte di getto. Sono viziate da almeno due gravi errori interpretativi – la fretta e la voglia di semplificare – e disturbate dal rumore di fondo di un dibattito politico disordinato e infruttuoso. Il combinato disposto di queste tre cattive abitudini ha effetti fortemente distorsivi, non permettendo di fotografare in maniera fedele la realtà che ci circonda. Si può facilmente immaginare che a valutazioni fortemente superficiali, e spesso sbagliate, di ciò che è appena successo difficilmente seguiranno azioni capaci di determinare positivamente cosa dovrà succedere domani. 

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domenica, 17 maggio 2015 ore 18:30

Incontro di territoriali#europei
il logo dell\'associazione

Ci si rivede, dopo la breve parentesi elettorale, per mettere a fuoco il senso di un luogo collettivo di analisi e di elaborazione e per programmare l'attività dell'associazione territoriali#europei. L'appuntamento è quello domenicale, alle 18.30, nella sala del Marinaio, a Trento sud.

Trento, Bar il Marinaio, svincolo Trento Sud (Saletta esterna)

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Riflessioni antipatiche sul voto in Trentino
Vuoto della politica

Tempi interessanti 16

 

(12 maggio 2015) L'esito del voto di domenica 10 maggio offre motivi di riflessione per tutti, sempre che di riflettere se ne abbia la volontà. A cominciare dal fatto che un cittadino su due non abbia esercitato il proprio diritto di voto, il che ci parla non solo della scarsa attrazione della politica (al di là delle percentuali, andrebbero analizzate le perdite di voti in assoluto come ci invita a fare Simone Casalini sul Corriere del Trentino), ma anche della solitudine con la quale ci si rapporta al difficile mestiere di vivere e all’incertezza del futuro. Una doppia sconfitta per chi crede nella politica come costruzione collettiva di senso.

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giovedì, 23 aprile 2015 ore 20:00

Città e territori, un necessario spazio di riflessione comune
Trento nord vista dal fotografo Gabriele Basilico

Come anticipato durante il primo appuntamento #180minuti, tenutosi a Sanbapolis nel mese di marzo, l'Associazione "territoriali#europei" organizza un nuovo incontro di approfondimento e riflessione, questa volta scegliendo un focus specifico e provando ad interrogarsi sulle città e sulle relazione che le legano ai territori circostanti.

L'incontro "Città e territori, un necessario spazio comune di riflessione" si svolgerà giovedì 23 aprile 2015, dalle 20.00 alle 23.00, presso il Circolo Alpini, di Vicolo Benassuti 1 a Trento.

Sarà un'occasione di confronto nel bel mezzo di una campagna elettorale che speriamo di aiutare e stimolare con l'incontro che proponiamo. Un momento di conversazione che parte da una traccia di ragionamento che potete trovare qui di seguto e che ci auguriamo sia utile a meglio comprendere il taglio che vorremmo avesse l'appuntamento.

 

Trento, Vicolo Benassuti 1 (sede degli Alpini)

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