Viaggi

Nel cuore prometeico dell'Europa
Cracovia, Herve

 

Nel settembre scorso si è svolto un nuovo capitolo del “Viaggio nella solitudine della politica” che aveva come titolo “Dal Meriggio alla Mezzanotte”. Un viaggio ispirato al pensiero di Albert Camus, al quale avevamo reso omaggio lo scorso anno proprio a conclusione del precedente itinerario.

Avrei voluto scriverne a caldo, ma fra una cosa e l'altra non è stato possibile. In compenso le immagini e le sensazioni si sono sedimentate, così come il senso di questo nostro viaggiare. Lo spazio e il tempo per aiutarci a comprendere come cambia il mondo e come cambiano i nostri occhi.

Per stare al mondo in maniera curiosa e responsabile.

 

§§§

 

di Michele Nardelli

«Quale miglior paragone

alla speciale intelligenza di questo popolo,

del tremolar della marina?

Badate: i Greci sono colonizzatori. Sempre stati.

Ma colonizzano le spiagge:

in Asia minore, in Italia, a Marsiglia.

Non s'inoltrano.

Sanno che a perder di vista il mare,

si perde il tremolar della marina:

si perde l'intelligenza”»

Alberto Savinio

 

“Dal meriggio alla mezzanotte”. Era questo il titolo dell'ultimo itinerario del “Viaggio nella solitudine della politica” giunto così alla sua quattordicesima puntata1. Che ci ha portati ad attraversare il cuore prometeico dell'Europa, quegli imperi (tedesco e austroungarico) che costituirono l'ossatura del Terzo Reich e quelle terre che vennero segnate dal delirio di potenza che caratterizzò tragicamente il Novecento. 

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mercoledì, 6 settembre 2023 ore 07:00

Dal meriggio alla mezzanotte
La mappa del quattordicesimo itinerario

Il 14° itinerario del "Viaggio nella solitudine della politica"

6 - 14 settembre 2023

 

La fine degli imperi e il delirio degli Stati nazionali.

Fra gli splendori e le macerie del Novecento

L'ultimo degli itinerari del “Viaggio nella solitudine della politica” – quando la pandemia sembrava essere archiviata – ha avuto come teatro l'Andalusia. Una meta pensata da tempo come un'immersione in quel tratto di Europa che fu protagonista nel Medio Evo di un movimento di cultura e di pensiero che, a guardar bene, fu alle radici del Rinascimento europeo.

All'attraversamento mediterraneo dobbiamo infatti gran parte delle conoscenze e dei saperi che venivano da Oriente, quando l'età dell'oro aveva come epicentro grandi città come Damasco e Baghdad. Una verità rimossa o cancellata insieme ai roghi dell'immenso patrimonio di biblioteche e di volumi della tradizione amanuense che ornavano città come Siviglia, Granada, Toledo e Cordoba, quest'ultima (definita l'ornamento del mondo) – con i suoi 450 mila abitanti nell'anno 1000 – la più grande città europea (e a livello mondiale, seconda solo ad Angkor in Cambogia).

Trento, Ratisbona, Praga, Auschwitz, Cracovia, Przemysl, Budapest, Gyor, Bratislava, Vienna, Salisburgo

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Della leggerezza dell’amicizia, note sparse e pensieri meditati
Praga

Report sul 14° viaggio nella solitudine della politica "Dal meriggio alla mezzanotte" (6-14 settembre 2023)

 

di Micaela Bertoldi

Anziché seguire l’orma di Milan Kundera con il suo libro del riso e dell’oblio, o di quello sulla leggerezza dell’essere, voglio annotare i passaggi disimpegnati di questo nostro macinare chilometri su chilometri. Al posto di un libro solo “un report” dal titolo “Report dell’amicizia e del pensiero condiviso”, potrei dire.

Parto con il racconto delle avventure del pulmino Volkswagen di Michele, da lui guidato con Claudio ed Enzo. Tre autisti, ottimi tutti. Meno ‘ottima’ la macchina che ci ha riservato alcuni grattacapi, per dirla con eufemismo. Basti pensare alla faccia sconsolata di Michele a ogni nuovo problema incontrato.

Per iniziare, poco dopo Innsbruck, la ruota davanti a destra è saltata: letteralmente stracciato il copertone. Per fortuna che nei pressi c’era un provvidenziale slargo e che la ruota fosse quella davanti a destra: in autostrada fra Tir ed auto che sfrecciano l’operazione di cambio già difficile di suo, sarebbe stata pericolosissima. Grande Enzo, nello svitare i bulloni stretti e arrugginiti, grande il lavoro di squadra fra lui e Claudio. Il resto di noi, se ne stava perlopiù attonito a osservare cosa sarebbe successo.

Viaggiatrici e viaggiatori

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Occuparsi della guerra. Creare spazio per la pace.
Girasoli

Un viaggio di ascolto, dentro un pericoloso silenzio

di Federico Zappini *

Dovevamo essere 5mila. Siamo arrivati a Kiev in poco più di cinquanta. Non deve essere letta come una sconfitta questa composizione ridotta della delegazione – anche per motivi di sicurezza, necessariamente stringenti in un paese in guerra – ma come stimolo al dare corpo a mobilitazioni sempre più vaste (oggi colpevolmente assenti, ci tornerò) in grado di fornire una massa critica sufficiente a livello europeo per chiedere/imporre l’interruzione dell’invasione russa e un contestuale percorso diplomatico che dia continuità e solidità alla pace, oggi interrotta e ferita.

Il primo avamposto del Mean (Movimento Europeo di Azione Non Violenta) è un gruppo eterogeneo di uomini e donne che – questo il tratto distintivo della missione appena conclusa – ha condiviso l’idea di un viaggio basato sull’ascolto dei propri interlocutori in Ucraina, di un’esperienza dialogica che accetta la complessità e le contraddizioni di uno scenario di guerra e dei dolori e dell’incertezza cui essa costringe da più di cinque mesi milioni di persone dentro e fuori i confini ucraini.

Un percorso di ricerca e confronto che si basa su una duplice urgenza, perfettamente descritta da Marianella Sclavi, una delle principali animatrici del progetto. Dobbiamo sentirci tutte e tutti coinvolti da un conflitto che a poche centinaia di chilometri dall’Italia e nel cuore dell’Europa da più di centocinquanta giorni terrorizza, colpisce e uccide la popolazione civile ucraina, sotto scacco di una ingiustificabile aggressione. Essere presenti a Kiev l’11 luglio ha significato prima di tutto questo. “Per sentirci e agire in modo umano serve il contatto, la presenza in comune” ci ha ricordato Angelo Moretti, altra anima ispiratrice di questa concreta e visionaria esperienza.

Contestualmente dobbiamo essere consapevoli che rompere il silenzio che stava calando attorno alla guerra – in una caldissima e faticosa estate, dove le crisi globali si sommano e moltiplicano – presuppone l’idea di coltivare e sperimentare l’ambizione di essere con i propri corpi innesco di iniziative non violente (di diplomazia e cooperazione, di confronto e di mobilitazione popolare) che affianchino, indeboliscano e, il prima possibile, sostituiscano il linguaggio della guerra e delle armi, oggi predominante.

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domenica, 7 agosto 2022 ore 00:00

Sarajevo Centro del mondo.
La città vecchia a Sarajevo

Paesaggi e racconti di Bosnia Erzegovina

8 giorni dal 7 al 14 agosto 2022

Sarajevo è nel cuore di tutto il mondo: viaggiatori curiosi e attenti, amanti della grande letteratura, appassionati di quel mondo dai toni e dalle sfumature infiniti che dalla Mitteleuropa giunge sino all’angolo più lontano dei Balcani. Tutti conquistati dal suo fascino di città ottomana, asburgica e jugoslava, che ha saputo tenere insieme in modo equilibrato ed armonioso queste sue diverse dimensioni, riunendo in un solo corpo i suoi abitanti: dal cuore storico alle antiche mahale sino ai quartieri operai, al di sopra di ogni diversa radice culturale e di ogni tradizione religiosa.

Il pesante conflitto che ha dissolto la Jugoslavia e le cui conseguenze fanno vibrare ancora oggi Sarajevo e la Bosnia-Erzegovina, ha di certo modificato il respiro ed il battito del cuore di questa città, che però, a dispetto delle profonde trasformazioni subite, continua a trasmettere un senso di condivisione e rispetto tra le diverse anime che la compongono. Se è vero quindi che il complicato ‘900 - e in particolare la guerra degli anni ’90 – l’ha profondamente segnata e ne ha indebolito la grande tradizione di convivenza multiculturale, questa sua natura speciale continua a dare forma al modo di pensare e al vivere quotidiano dei suoi abitanti.

Bosnia Erzegovina. Viaggio turismo responsabile 7-14 agosto 2022

Il programma ed altri dettagli

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Dal meriggio alla mezzanotte.
Il quattordicesimo itinerario

Il 14° itinerario del "Viaggio nella solitudine della politica"

6 - 14 settembre 2023

 

La fine degli imperi e il delirio degli Stati nazionali.

Fra gli splendori e le macerie del Novecento

L'ultimo degli itinerari del “Viaggio nella solitudine della politica” – quando la pandemia sembrava essere archiviata – ha avuto come teatro l'Andalusia. Una meta pensata da tempo come un'immersione in quel tratto di Europa che fu protagonista nel Medio Evo di un movimento di cultura e di pensiero che, a guardar bene, fu alle radici del Rinascimento europeo.

All'attraversamento mediterraneo dobbiamo infatti gran parte delle conoscenze e dei saperi che venivano da Oriente, quando l'età dell'oro aveva come epicentro grandi città come Damasco e Baghdad. Una verità rimossa o cancellata insieme ai roghi dell'immenso patrimonio di biblioteche e di volumi della tradizione amanuense che ornavano città come Siviglia, Granada, Toledo e Cordoba, quest'ultima (definita l'ornamento del mondo) – con i suoi 450 mila abitanti nell'anno 1000 – la più grande città europea (e a livello mondiale, seconda solo ad Angkor in Cambogia).

Bibliografia

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sabato, 18 giugno 2022 ore 15:00

Incontro di restituzione del viaggio in Andalusia
Un'immagine del Viaggio

Ci vediamo sabato prossimo 18 giugno 2022, alle ore 15.00, per l'incontro di restituzione del viaggio "Andalusia. Sulle tracce di Al Andalus e del Don Chisciotte"

La proposta è quella di vederci nel giardino di casa a Cadine di Trento, in via delle Camalghe 9, verso le ore 13.30. Un orario che permette anche a chi viene da più lontano di non doversi svegliare all'alba.

Il programma prevede un brindisi di benvenuto all'arrivo accompagnato da qualcosa di buono, di fare due passi in campagna per visitare l'orto e mangiare qualche ciliegia, di fare una piccola siesta e poi, verso le 15.00, di metterci nel prato a conversare fra noi. E poi, a seguire, di preparare un piatto sostanzioso. Ovviamente sono gradite delle partecipazioni culinarie che vorrete portare.

Per chi viene da fuori e intende passare la notte in Trentino, non ha che da segnalarcelo così da trovare sistemazione. Sarebbe anche nostra intenzione proporvi per la mattinata di domenica una piccola escursione a Sant'Anna (località dove si insediarono i dolciniani) e nelle malghe della zona.

A presto.

Gabriella e Michele

Cadine di Trento, Via delle Camalghe 9

Sulle tracce di al-Andalus e del Don Chisciotte
Alhambra, Granada

In terra di Spagna: paesaggi fisici ed umani.

Attese, solitudini, perdite personali e storiche. Condivisioni. Questi i lineamenti del viaggio. 

Un viaggio affrontato con stati d’animo diversi da parte dei vari viaggiatori, ciascuno dotato di personale bagaglio, di vita vissuta e di attese.

 

di Micaela Bertoldi

   

al-Andalus. Il ritorno

   

Al-Andalus: che mondo è mai questo?

Fine di epoche, di sogni e di eroi,

fine di amori perduti

strappati dalla risacca del tempo

Nostalgia di un passato

di ciò che è stato e non c’è più

di chi c’è stato e non è più

... questo mi dice a Cordoba

la splendida moschea,

questo ripete la fiera Granada

con le sue vie in salita

con la volta stellata

dei più antichi bagni arabi

questo evoca la voce di Garcia Lorca

dalla sua casa natale e

altrettanto riecheggia nella fenditura

di roccia dell’orrido naturale a Ronda

dove bocche di leone color lillà

s’aggrappano con forza: per resistere.

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Sulle tracce di Al Andalus e del Don Chisciotte
Alhambra, Granada

Viaggio nella solitudine della politica.

Tredicesimo itinerario.

 

Sulle tracce di Al Andalus e del Don Chisciotte

22 aprile 2022 – 2 maggio 2022



«Il palcoscenico costruito da Cervantes era affollato da versioni diverse della domanda

se le cose possano mai essere quelle che sembrano, che affermano di essere, 

che vogliamo che siano, che ad altri occorre che siano»

Maria Rosa Menocal, Principi, poeti e visir



Mi sono interrogato più volte se fosse il caso di proporre - malgrado tutto quel che accade intorno a noi - un ennesimo viaggio. Pandemia, crisi climatica, guerre ci potrebbero indurre ad attendere tempi migliori. Il fatto è che il tempo migliore viene considerato quello della normalità, ovvero il contesto nel quale l'intreccio delle crisi che stiamo attraversando ha trovato il proprio retroterra materiale, culturale e politico. Ovviamente valuteremo nelle prossime settimane quali saranno gli sviluppi degli avvenimenti, ma anche questo nostro immergerci nella storia europea e mediterranea lo vorrei considerare come una risposta a chi ci ripropone - in queste ore di guerra - lo scontro di civiltà. E poi non vorrei cedere ad un'emergenza che diviene infinita, perché non sappiamo leggere in altro modo il presente. 

Ecco perché - salvo ostacoli insormontabili - vorremmo di nuovo metterci in viaggio. Uso il plurale, perché questi viaggi sono stati un agire collettivo, una forma di "presenza al proprio tempo" e anche occasioni di formazione, che hanno a loro volta prodotto pensiero e relazioni, diari e libri ed altro ancora.

Abbiamo imparato che ogni terra è un caleidoscopio sul proprio tempo. Lo è andando a rileggere il passato che, quando non elaborato, incombe sul presente. Lo è per quanto ha saputo condensare nella modernità. Lo è infine nella capacità di far vivere il futuro nel presente.

Se ci pensiamo, tutti i precedenti itinerari di questo nostro “Viaggio” hanno cercato di interpretare altrettanti limes, come a far scorrere avanti e indietro la macchina del tempo alla ricerca dei nodi gordiani di un secolo con il quale non abbiamo saputo fare i conti, ancora ingombro dei pensieri e dei paradigmi di una storia finita.

Ancora ci mancavano alcuni passaggi cruciali. Lungo le rotte mediterranee fra l'Europa, l'Africa e il vicino Oriente, alla ricerca di ciò che rimane delle “primavere arabe”. Lungo il cuore di tenebra del progresso, fra la regione del carbone e del ferro contesa nella prima guerra mondiale, il mito della razza che portò ai campi della morte e il delirio dell'homo faber che ha nell'“Arbeit mach frei” e nel controllo dell'atomo i suoi tragici simboli. E infine il passaggio che ci racconta di quando Europa volse il proprio sguardo verso occidente, come a voler rompere il cordone ombelicale che la tratteneva alla Mezzaluna fertile del Mediterraneo.

E’ quest'ultimo un itinerario concettuale prima ancora che fisico, che ci porterà ad aprile in Andalusia, per toccare tre aspetti che meglio di altri crediamo possano trasmetterci qualcosa dalla storia e dal presente di questa terra.

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mercoledì, 8 dicembre 2021 ore 07:00

In preparazione di «Inverno liquido» 2
Gran Sasso

Nei giorni che vanno da mercoledì 8 dicembre a domenica 12 dicembre 2021 sono in viaggio nell'area regione del Gran Sasso e nell'Appennino Sannita.

Si tratta di un lavoro di indagine iniziato nei primi mesi del 2021 insieme ad un collettivo di persone appassionate di terre alte per cercare di capire se e come le comunità di montagna si stanno interrogando sugli effetti che avrà la crisi climatica (e il conseguente l'innalzamento della soglia neve) sulle stazioni turistiche invernali dedite allo sci di massa.

Stiamo percorrendo di lungo in largo l'intero arco alpino e la dorsale appenninica per realizzare un reportage sull'insostenibilità del vecchio modello turistico e, insieme, per valorizzare le esperienze che si stanno proponendo per una proposta turistica improntata sulla responsabilità e sulla sostenibilità. Un impatto - quello del cambiamento climatico - che da tempo ha messo in crisi intere aree e che richiede un profondo cambio di paradigma. 

Che non sembra affatto emergere dal rilancio di vecchie proposte (e nuovi impianti) che avviene attraverso la panacea del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sta dando la stura a progetti senza prospettiva pur di intercettare i finanziamenti europei. Una logica niente affatto estranea a quella già in opera dei grandi impianti in preparazione delle Olimpiadi invernali Milano - Cortina del 2026.

Gran Sasso e Appennino Sannita

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venerdì, 11 giugno 2021 ore 09:00

Viaggio attraverso il cambiamento climatico
Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

Come già qualche settimana fa in Val Camonica e Valtellina, in questo fine settimana sarò con Maurizio Dematteis (Dislivelli, Torino) e con Diego Cason nelle Dolomiti bellunesi e nell'altipiano di Asiago a raccogliere voci, pensieri, esperienze e buone pratiche a partire dalla consapevolezza (oppure dalla cecità) che la sindemia in corso (l'intreccio di crisi climatica, ambientale, sanitaria, economica, sociale, demografica...) richiede di cambiare il nostro sguardo e il nostro modo di pensare la montagna.

Saremo a Trichiana, Falcade, Cortina d'Ampezzo, Comelico superiore, Val Visdende e sull'altipiano di Asiago.

Dolomiti Bellunesi e Altipiano di Asiago

Da Oriente a Occidente, lungo gli scogli in cui si è incagliato il progetto politico europeo
Istanbul

Considerazioni sull'undicesimo itinerario del Viaggio nella solitudine della politica "Roma e Bisanzio. Guardando la Mezzaluna Fertile" (27 settembre - 8 ottobre 2019)

di Michele Nardelli

Quattromilaseicentonove chilometri, sedici frontiere attraversate di undici diversi paesi europei e due fusi orari, almeno una dozzina di città dove ci siamo fermati, non meno di sette lingue ascoltate come sette sono state le monete correnti scambiate, quindici sono stati i viaggiatori (otto donne e sette uomini1) di sei diverse regioni italiane...

Potrebbero bastare questi numeri per descrivere l'undicesimo itinerario del “Viaggio nella solitudine della politica”, certamente anche la fatica di comprimere tutto questo in dodici giorni, talvolta appena sfiorando luoghi che avrebbero meritato ben altra attenzione. Che pure abbiamo cercato di colmare negli spazi di conversazione, nelle letture dedicate (a partire dalla nostra piccola biblioteca mobile composta di oltre quaranta volumi e di numerose schede preparate) e nelle considerazioni emerse durante i nostri spostamenti.

L'intento del viaggio dentro la faglia fra Oriente e Occidente era di metterne a fuoco la complessità, di coglierne l'attualità e di intercettare sguardi e pratiche, pur nel disincanto, per rilanciare il progetto politico europeo e mediterraneo.

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Quel tragico «ragionamento maturo»
Antica-stampa-Toledo

Un viaggio in Spagna, a Toledo per la precisione, sulle tracce degli ebrei sefarditi che furono cacciati nel XV secolo dalla penisola iberica e arrivarono in Bosnia Erzegovina. L'occasione per una profonda riflessione sulla memoria, sull'Olocausto, sulle tragedie della storia

Riprendo questo scritto dell'amico Bozidar, pubblicato nei giorni scorsi da Osservatorio Balcani Caucaso – Transeuropa in occasione del giorno della memoria. Perché conoscere la storia è condizione essenziale per comprendere il nostro tempo.

di Bozidar Stanisic

(27/01/2021) Tutte le guide turistiche, sia digitali che cartacee, ripetono, tanto da sembrare un disco rotto, che vale la pena visitare Toledo, per le sue chiese, per la fortezza Alcázar, per il ponte di Alcántara, e soprattutto per El Greco. Non dimenticano di menzionare anche i souvenir – spade, coltelli, armature da cavaliere – , sottolineando inoltre che Toledo è il capoluogo della comunità autonoma di Castiglia-La Mancia e che il fiume Tago crea un anello, unico nel suo genere, intorno alla città situata in cima a una collina che sembra essere stata predestinata ad ospitare un insediamento umano. Le guide spiegano anche che Toledo è la sede dell’omonima arcidiocesi e spesso ricordano ai turisti che quella regione è la terra di Don Chisciotte. A Toledo i viaggiatori possono acquistare souvenir raffiguranti il cavaliere dal volto triste e il suo servitore Sancho, e quelli malaccorti potrebbero inciampare nella statua dell’immortale personaggio di Cervantes situata in una stretta viuzza di questa città che – come si afferma nelle guide – vanta una lunga e ricca storia.

Lunga e ricca… E dolorosa, dico tra me e me. Ma, a onor del vero, non dolorosa per tutti. Dico a me stesso anche che in quel tardo autunno del 2018 mi recai a Toledo non per i motivi di cui sopra, bensì per visitare il quartiere ebraico della città. Dopo aver letto molti libri sull’espulsione degli ebrei dalla penisola iberica, decisi di visitare quel quartiere che in tutte le altre città della Spagna un tempo abitate da ebrei chiamano “judería”.

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sabato, 14 dicembre 2019 ore 12:30

Incontro restitutivo dell'itinerario «Roma e Bisanzo. Guardando la Mezzaluna fertile»
Fatih, Istanbul

Un momento di restituzione dell'undicesimo itinerario «Roma e Bisanzo. Guardando la Mezzaluna fertile» del Viaggio nella solitudine della politica si svolgerà sabato prossimo 14 dicembre 2019 all'Osteria Sant'Anna, in loc. Sant'anna di Sopramonte (Trento). L'appuntamento è per le ore 12.30.

L'incontro sarà in primo luogo dei partecipanti al viaggio (saranno quasi tutti presenti) ma ovviamente è aperto a tutte le persone interessate (occorre però la prenotazione).

Sarà anche l'occasione per parlare dei prossimi itinerari.

Sant'Anna di Sopramonte (Trento)

mercoledì, 18 settembre 2019 ore 07:00

Viaggio di studio in Bosnia-Erzegovina. Alle radici delle memorie d'Europa
Mostar

Dal 18 settembre al 23 settembre 2019 si svolge un nuovo viaggio di formazione in Bosnia Erzegovina rivolto agli insegnanti dell'Emilia Romagna. Il cuore del percorso formativo è dedicato a quanto accaduto nella regione balcanica alla fine del Novecento e a quel che quegli avvenimenti avrebbero potuto insegnarci.

ll percorso formativo è promosso dall'Istituto storico di Modena in collaborazione con la Rete dei Musei storici dell'Emilia Romagna e dall'Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna. Ad accompagnare il viaggio Michele Nardelli.

Bosnia Erzegovina

Il programma

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