"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Europa e Mediterraneo

Un protocollo fra Trentino e Palestina sull' sviluppo rurale
la terra santa
Dal 26 al 30 giugno 2011 una delegazione palestiese composta da persone impegnate in vari ambiti dell'ageivcoltura e del credito saranno in Trentino per perfezionare i rapporti con realtà omologhe del nostro territorio nell'ambito del Protocollo di collaborazione fra il Trentino e l'ANP che verrà siglato il 30 giugno, a conclusione della visita.

Il nucleare in Europa

Dal sito di Osservatorio Balcani Caucaso un dossier sul nucleare nella regione balcanica e il quadro inquietante che qui potete vedere delle centrali nucleari in Europa http://www.balcanicaucaso.org/dossier/nucleare

 

Storia e pensiero di Ibrahim Rugova
Ibrahim Rugova

Kosovo senza violenza. Storia e pensiero di Ibrahim Rigova

Incontro con Anna di Lellio, docente di relazioni internazionali alla New School e New York University

Interventi e saluti di Fabrizio Rasera, Mauro Cereghini e Michele Nardelli

Modera: Luisa Chiodi

L'iniziativa è nell'ambito del percorso di "Cittadinanza Euromediterranea" ed è promossa dal Tavolo trentino con i Balcani in collaborazione con l'Accademia degli Agiati, Osservatorio Balcani e Caucaso, Fondazione Cassa di Risparmio.

Incontro con Sami Adwan
Crepax, matite per la Palestina
Incontro con Sami Adwan, Bethlehem University

Lunedì 23 maggio 2011 Sami Adwan, Premio Langer nel 2001 e coautore del testo La storia dell'altro, incontrerà la cittadinanza presso il Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale (via S. Marco, Trento) alle 20.30. Docente presso la Bethlehem University, Sami Adwan intende offrire ai partecipanti la possibilità di riflettere sulla necessità di incontrare l'altro riconoscendone la storia e la prospettiva. 

L'incontro vuole essere  un'occasione per interrogarsi non solo sul senso e il significato della storia, ma anche sulle modalità per affrontare il tema della diversità in una situazione conflittuale.
 
Mercoledì 25 maggio Sami Adwan proporrà un laboratorio pratico per insegnanti ed educatori.

Un grido di libertà
bambino molto pericoloso

"Vaffanculo Hamas. Vaffanculo Israele. Vaffanculo Fatah. Vaffanculo Onu. Vaffanculo Unrwa. Vaffanculo Usa! Noi, i giovani di Gaza, siamo stufi di Israele, di Hamas, dell'occupazione, delle violazioni dei diritti umani e dell'indifferenza della comunità internazionale! Vogliamo urlare per rompere il muro di silenzio, ingiustizia e indifferenza, come gli F16 israeliani rompono il muro del suono; vogliamo urlare con tutta la forza delle nostre anime per sfogare l'immensa frustrazione che ci consuma per la situazione del cazzo in cui viviamo; siamo come pidocchi stretti tra due unghie, viviamo un incubo dentro un incubo, dove non c'è spazio né per la speranza né per la libertà..."

E' l'inizio dell'appello dei giovani di Gaza, lanciato qualche settimana fa in sintonia con i giovani della primavera araba e degli "indignados" che occupano le piazze della Spagna. Dicono semplicemente di aver diritto alla vita. La politica dovrebbe saper riprendere questo grido.

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Delegazione del Trentino in Palestina
Milo Manara, matite per la Palestina

Dal 28 aprile al 2 maggio una delegazione della comunità trentina sarà nei territori dell'Autorità nazionale Palestinese in una visita dedicata ai temi dell'agricoltura e dello sviluppo locale. Vi fanno parte, fra gli altri, il presidente Lorenzo Dellai, l'assessore all'Agricoltura Tiziano Mellarini, il presidente della Cooperazione trentina Diego Schelfi, il presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani Michele Nardelli

La Primavera di Damasco
Siria, un\'immagine delle manifestazioni

(23 aprile 2011) Dopo la Tunisia e l'Egitto è il momento della Siria. La primavera araba non sembra conoscere confini, centinaia di migliaia di persone nelle piazze a rivendicare libertà e dignità, ovvero la fine del regime dispotico e corrotto che per decenni hanno tenuto questo paese in una condizione di letargo politico, sociale e culturale.

Uso questo termine non casualmente, perché l'effetto del potere personale degli Assad è stato proprio la progressiva marginalizzazione di un paese come la Siria che, al pari dell'Egitto, rappresenta storicamente uno dei riferimenti più importanti del mondo arabo.

E nel quale - a guardar bene - dieci anni fa la "primavera araba" è nata. Senza rumore, nelle petizioni degli intellettuali, nel riflesso di un giornalismo coraggioso che aveva Beirut come centro motore, nei tentativi di aprire una forte dialettica nel partito Ba'th, nel chiedere la fine dello stato di emergenza, come ci raccontava Samir Kassir nei suoi articoli prima che un attentato metesse a tacere per sempre la sua voce.

Un potere che è arrivato al capolinea e che di fronte alle piazze gremite di gente nel "venerdì santo cristiano e musulmano" prova l'ultimo disperato tentativo di sopravvivere attraverso la repressione. Solo ieri più di ottanta persone sono state assassinate dalle milizie e dai cecchini, in un rituale che abbiamo già visto fallire in Tunisia e in Egitto.

Nei giorni scorsi il regime di Assad ha finalmente decretato la fine dello stato di emergenza. Sulla "Primavera di Damasco" non è affatto calato il sipario.