"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Archivio tempi interessanti

Il bisogno di una narrazione europea
Un momento della tavola rotonda conclusiva della scuola di primavera

(3 maggio 2014) Si è conclusa la spring school “Territoriali ed europei”. Credo di poter dire che andata molto bene, per la qualità dei relatori, l'apporto venuto dagli artisti invitati, la partecipazione tanto nelle serate pubbliche quanto nei momenti formativi, il clima che ha accompagnato ogni momento di queste quattro giornate...

 

Siamo riusciti a tenere la scuola di primavera in piena campagna elettorale senza che questo potesse condizionare o diventare elemento di divisione. La forza dei contenuti e delle idee, certamente. E, insieme, la consapevolezza condivisa dell'inadeguatezza delle attuali espressioni politiche che pur in campagna elettorale riescono a non parlare dell'Europa. C'è invece una narrazione europea che dovrà prendere corpo nel tempo a venire, sperando che le elezioni del 25 maggio non segnino, nella partecipazione come nel voto, la fine prematura del sogno europeo.

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Elezioni europee. Quanto è lontana Ventotene... Le ragioni di un rifiuto.
Guardavo quel mare...

(13 aprile 2014) Con la presentazione delle liste dei candidati si apre anche formalmente la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento Europeo. Ci si aspetterebbe che in un simile contesto si parlasse dell'Europa e delle grandi questioni che l'attraversano come il lavoro o le politiche energetiche, del vento di destra e xenofobo che la percorre dalla Francia all'Ungheria, delle spinte secessionistiche che accomunano la Spagna e l'Ucraina passando per il Regno Unito e l'Italia, del rapporto con la Turchia e il Mediterraneo...

 

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La decrescita al Chinaski...
Lentezza

Una serata sulla "decrescita felice" al Circolo Arci Chinaski. Un racconto sul "paradiso terrestre" che deve fare i conti con il carattere limitato delle risorse ed una consapevolezza che ancora non c'è. Né sul piano dei vecchi paradigmi, né da parte della politica che invoca la crescita per uscire dalla crisi. Occorre uno sguardo diverso e i molti ragazzi presenti, con la loro attenzione, con le loro domande e con le loro strette di mano mi dicono che non tutto è perduto...

 

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Dove spira il vento della secessione, scoprirsi cittadini europei
Antico ulivo depredato

"Zero per cento razzismo, cento per cento identità" è lo slogan che campeggia sui manifesti a sostegno del referendum per l'indipendenza. Nel Veneto della secessione, con un gruppo di venti giovani a parlare di Europa e di un tempo segnato dal rancore e dall'incerezza del futuro. E di una politica che fatica a dare risposte originali, incapace di elaborare il passato e di raccontare il presente, priva di visione europea, piegata alla logica del rincorrere il consenso.

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Corrispondenze. Per riflettere sul nostro tempo.
Spedisce Leopardi, composizione artistica di Paola Mazzotti

Sul lungomare di Marotta, nel delirio fabbricato del progresso, misuro la distanza da questo tempo ma anche da una storia politica che non è affatto estranea alla pessima eredità che lasceremo dietro di noi. E l'urgenza di fare i conti con quel "secol superbo e sciocco" del quale ci ammoniva Giocomo Leopardi. Ne parlo nella serata dedicata alla presentazione di "Scoprire i Balcani", perché in fondo di questo si tratta: indagare un Novecento cha nasce e muore a Sarajevo. Così accade...

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Fano, un racconto europeo
Stolac, stele bogomila

Fano e Senigallia, antiche città marchigiane dove sono stato nei giorni scorsi per presentare il libro-guida "Scoprire i Balcani". A guardar bene un pretesto per parlare di Europa, della necessità di scollinare il Novecento e di comprendere questo tempo.

 

Già da qualche anno insieme a Roberta Biaggerelli, la mia amica "attora" che alla tragedia di là del mare ha ispirato una parte importante della sua attività professionale, portiamo in giro una sorta di "racconto balcanico" ogni volta diverso, una conversazione accompagnata dal rito della "bosanska kafa", il caffè bosniaco che aiuta a guardarti dentro e oltre, nel condividere il presente ma anche ad alzare lo sguardo sui segni del tempo...

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Post politica
Vuoto della politica

Non voglio esprimere un pre-giudizio sulla compagine governativa di Matteo Renzi. Tante donne, tanti giovani, numerosi volti nuovi: nel marketing politico non c'è che dire, una mossa efficace. Li misureremo nel loro lavoro. E però qualche pensiero s'impone.

 

Primo. Il governo di Enrico Letta era “di scopo”, non un'alleanza politica di legislatura bensì un governo d'emergenza per varare provvedimenti a tutela del difficile passaggio economico e una nuova legge elettorale per poi tornare al voto. Solo così si poteva giustificare un'inedita convergenza che, alla faccia del bipolarismo, metteva insieme schieramenti tanto diversi. Quello che si è proposto Matteo Renzi è al contrario un governo di legislatura, un governo politico che renda compatibili strategie (e dunque contenuti) fra loro alternative... 

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