Ricerca politica

giovedì, 23 settembre 2021 ore 21:00

Immaginazione civica
La copertina del libro

Futuro presente. Immaginazione civica.

Giovedì 23 settembre, ore 21.00

Le Gallerie di Piedicastello, Trento

[alle 20.15 per chi desidera è prevista una visita gratuita alla mostra/esperienza Spettacolo]

L'autore Michele d'Alena dialoga con Anna BenazzoliGiulia Cutello e Maurizio Napolitano.

 

«Ho scritto un libro non per costruire un modello da copiare, o di presentare un metodo replicabile meccanicamente. L’idea è condividere una mentalità e delle aspirazioni che si sono tradotte in un approccio, in indicazioni operative per attivare collaborazione e prossimità relazionale all’interno di grandi e piccole organizzazioni complesse, per creare alleanze tra comunità, per favorire decisioni condivise, per salvare, rinforzare, formare l’immaginazione e ricreare fiducia.
L’immaginazione civica non è un “algoritmo” applicabile indifferentemente a ogni contesto: è un modo di concepire la politica e la democrazia, e di costruirle. Non ha bisogno di essere adottata burocraticamente, ma richiede di essere sentita, vissuta, e diffusa. Perché solo a partire dall’immaginazione di tutti e tutte è possibile pensare il cambiamento che può rimodellare il nostro vivere insieme.»

Trento, Gallerie Piedicastello

sabato, 25 settembre 2021 ore 09:30

«The Last 20», il summit per guardare il mondo dal basso
Il logo dell'iniziativa

Come ha scritto recentemente Alessandro Di Bussolo di Vatican News, “nell’anno che vede l’Italia nel ruolo di presidente del G20, il forum internazionale dei Paesi più ricchi e potenti del mondo, nasce dal sud della Penisola “The Last 20”, il primo summit “dal basso” per guardare il mondo con lo sguardo degli ultimi”.

Mentre in Italia andavano avanti gli incontri dei G20, dei venti Grandi della terra, dal mese di febbraio si è costituito un comitato denominato “The Last 20”, che ha riunito gli “L20”, i venti Paesi più “impoveriti” del nostro pianeta, in base alle statistiche internazionali sui principali indicatori socio-economici e ambientali. Sono i Paesi che più soffrono della iniqua distribuzione delle risorse, dell’impatto del mutamento climatico, delle guerre intestine, spesso alimentate dai G20.

L’evento “The Last 20” è partito da Reggio Calabria il 22 luglio scorso, con l’intitolazione di un ponte, che unisce la città al suo porto, all’Ambasciatore Luca Attanasio e alla sua scorta, morti in un agguato in Repubblica Democratica del Congo il 22 febbraio 2021. Un ponte che ha un valore simbolico perché unisce l’ultimo lembo della penisola italiana con il mare che ci porta nel Continente africano. Un legame che vogliamo riprendere e rilanciare. Alla cerimonia erano presenti i familiari dell’Ambasciatore e del carabiniere Iacovacci, nonché le massime autorità locali.

 

Milano, Fondazione Casa della Carità

Il programma dell'iniziativa

» continua...

Preparare il terreno fertile. Alimentare l’ecosistema vitale.
dal blog https://pontidivista.wordpress.com/

di Federico Zappini

Prima premessa. Fine agosto, tardo pomeriggio. Neppure l’ultima birra delle vacanze, vista laguna veneziana, si salva dal dibattito sulla irrisolvibile litigiosità del centro-sinistra italiano, con declinazioni territoriali che ognuno di noi ha potuto almeno una volta vivere e/o subire. Il mio interlocutore è pessimista di fronte alla possibilità che nel prossimo futuro la situazione possa migliorare. Da parte mia ho maggiore fiducia, a patto che davvero ci sia il desiderio di mettersi in gioco con coraggio e generosità, consapevoli che non esistono per nessuno rendite di posizione comode e sicure e che a richiedere un deciso salto di qualità è il contesto complesso e mutato che ci troviamo ad affrontare, nell’intersezione e nell’interferenza tra contesto globale e locale.

Seconda premessa. Piazza Dante, Trento. Serata di cinema all’aperto. La storia che viene proiettata è quella di due giovani, John e Molly, che lasciata la città decidono di dedicarsi all’agricoltura acquistando un ampio appezzamento da anni in stato di abbandono. Prima di raccogliere i frutti del loro lavoro dovranno affrontare un variegato campionario di errori e difficoltà utili per comprendere che le premesse a una buona stagione, non solo agricola, sono la predisposizione di un terreno fertile e curato, dentro e sopra il quale sviluppare il massimo livello di biodiversità possibile, intesa come disordine armonico in un ecosistema vario, vitale e collaborativo. Bignami per la costruzione dell’orto e metafora per l’attivazione di processi politici.

Da mesi in diversi segnalano la necessità di rigenerare dalle basi l’alleanza di centrosinistra trentina, avendo chiaro che ciò che è successo in questi tre anni (con l’aggiunta di incertezza prodotta dalla pandemia) non è frutto esclusivamente di una passeggera crisi di consenso o di un deficit comunicativo di una compagine politica in salute.

 

» continua...

Clima e cambiamento
Port Bou, l'omaggio geniale a Walter Benjamin

di Ugo Morelli

Clima

“Come scienziata del clima, voglio che lo sappiate: io non ho speranza”, così si è espressa Kate Marvel, una delle più importanti studiose del clima a proposito del sesto rapporto sul cambiamento climatico appena pubblicato dall’IPCC, il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg1/). La rilevanza dei dati per le aree locali è più evidente che mai. Non si tratta solo di innalzamento della temperatura. Il cambiamento climatico sta portando molteplici cambiamenti diversi in molte regioni – che aumenteranno con l’ulteriore riscaldamento. Questi includono modifiche all’umidità e siccità, venti, neve e ghiaccio, zone costiere e oceani. Il cambiamento climatico sta intensificando il ciclo dell’acqua. Questo porta precipitazioni più intense e inondazioni associate, nonché siccità più intensa in molte regioni. Negli ultimi trent’anni, sostiene il rapporto, i governi centrali e locali sono stati messi a conoscenza dei cambiamenti e della gravissima crisi in atto, ma non hanno fatto quasi nulla per intervenire in modo effettivo.

In base al rapporto, il cambiamento climatico è molto diffuso, rapido e in corso di intensificazione. Secondo gli scienziati che stanno osservando i cambiamenti del clima terrestre in ogni regione e in tutto il sistema climatico, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti da migliaia, se non da centinaia di migliaia di anni, e alcuni dei cambiamenti già messi in moto, come il continuo innalzamento del livello del mare, sono irreversibili per centinaia di migliaia di anni. Tuttavia, forti e durature riduzioni delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra limiterebbero il cambiamento climatico. Mentre i benefici per la qualità dell’aria arriverebbero rapidamente, e potrebbero volerci 20-30 anni per vedere stabilizzare le temperature globali, secondo il rapporto approvato venerdì da 195 membri rappresentanti dei governi coinvolti nell’IPCC. Per le aree alpine rilevante è anche che un ulteriore riscaldamento amplificherà lo scongelamento del permafrost e la perdita del manto nevoso stagionale, con scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali e perdita del ghiaccio marino artico estivo.

Per la prima volta, il sesto rapporto di valutazione fornisce una valutazione regionale più dettagliata di cambiamento climatico, compresa un’attenzione alle informazioni utili che possono informare la valutazione del rischio, l’adattamento, e altri processi decisionali. Dal rapporto emerge un nuovo quadro che può aiutare a tradurre i cambiamenti fisici nel clima nelle conseguenze per gli ecosistemi locali. Sarebbe importante vedere finalmente emergere scelte precise e profonde per organizzare la speranza.

 

 

» continua...

La crisi del M5S e noi
dal blog di Sequs https://sostenibilitaequitasolidarieta.it

«La maledizione di vivere tempi interessanti» (116)

La crisi del M5S è irreversibile? Staremo a vedere, certo è che ergersi a giudicare piuttosto che analizzare non ci aiuta. Si può giudicare il comportamento elettorale di un terzo dell’elettorato? Comprendere dovremmo, per cercare risposte. Non prendere atto – quasi con soddisfazione – che quel movimento aveva effettivamente i piedi di argilla. Perché oltre tutto sbaglieremmo nel pensare di poterne beneficiare...

... Anziché celebrare l'ennesimo funerale di un movimento che voleva essere di cambiamento, quello che resta delle intelligenze di questo paese dovrebbe interrogarsi sui bisogni sociali inespressi, inascoltati, privi di corrispondenze organizzate sul piano del servizio e della rappresentanza che rischiano di alimentare la dissoluzione sociale...

Una riflessione di Michele Nardelli e Walter Nicoletti proposta per il blog di Sequs (Sostenibilità - Equità - Solidarietà)

» continua...

8 commenti - commenta | leggi i commenti
Per una Politica che si prende cura del mondo
da https://pontidivista.wordpress.com/

di Federico Zappini *

(7 luglio 2021) Dal marciapiede al cielo. E’ questo lo slogan scelto da Giovanni Caudo per presentarsi alle primarie del centro-sinistra a Roma. Lo sa bene, da presidente del terzo municipio della Capitale (quasi 100 kmq di estensione e oltre 200.000 abitanti), che va cercato con ostinazione il punto di equilibrio tra pragmatismo amministrativo e visione politica, tra attenzione per la prossimità e comprensione del contesto globale.

Certo serve prendersi il tempo di indugiare sulle cose, avere piena consapevolezza della fluidità e complessità del “grande teatro del mondo” e della necessità – per usare le parole del titolo della rivista Il Mulino nel settantesimo anniversario della sua fondazione – di lavorare per “guarire le nostre democrazie”, colpite da una sindemia che è prodotta dall’intreccio di crisi sanitaria, crisi economiche e sociali (al plurale), crisi culturale e di senso comune.

Guasto è il mondo. Lo scriveva anni fa Tony Judt riferendosi alle fragilità dello scenario geopolitico scaturito dalla caduta del Muro di Berlino e dalla cosiddetta “fine della storia”. La storia – è fatto pienamente emerso di fronte ai nostri occhi – non si è conclusa ma si è ulteriormente ingarbugliata, fuoriuscendo dai binari apparentemente senza alternative del capitalismo occidentale e dell’ottimismo progressista.

» continua...

Gli ecosistemi non seguono i confini degli umani
Durante il mio intervento a Genova

Quello che segue è l'intervento che ho svolto al X congresso di Slow Food Italia per illustrare la mozione “Pensarsi e agire come Comunità, per la Slow Food degli ecosistemi”, approvata a larga maggioranza e che trovate nell'allegato.


Nel nostro dibattito congressuale abbiamo posto il tema cruciale del cambio di paradigmi. La sindemia, l'intreccio delle crisi ambientale, sanitaria, climatica demografica, migratoria, economica e sociale (che sappiamo anche politica e culturale), ha evidenziato ed accelerato l'urgenza di questo cambiamento.

Cambiare i paradigmi, però, non è così facile come può sembrare. Si tratta di approcci consolidati e mettere in discussione trecento anni di magnifiche sorti progressive richiede una rivoluzione copernicana. Non basta un voto congressuale per cambiare il nostro sguardo sul mondo.

Occorre un percorso e per questo, nei mesi scorsi, abbiamo immaginato un ambito di sperimentazione culturale e politica qual è stato Terra Madre.

Ci siamo detti: proviamo a leggere il pianeta (e il nostro tempo) con occhiali diversi, attraverso l'idea di nuove geografie. Ne è venuta la Terra Madre degli ecosistemi, non la vecchia geopolitica ma uno sguardo capace di comprendere che le grandi questioni si misurano sul terreno dell'interdipendenza globale e dei territori in cui viviamo: le terre alte, le terre metropolitane, le terre d'acqua, le terre di pianura. Gli ecosistemi non seguono i confini degli umani.

Il testo della mozione

» continua...

Resilienza o cambiamento?
Mar di Marmara

«Tempi interessanti» (115)

... Resilienza viene dal latino resilire ovvero rimbalzare, la capacità di un materiale di assorbire un urto. Nell'accezione assunta nel gergo internazionale significa adattamento, la capacità di un individuo di superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Ora, la scelta e l'uso delle parole non è mai casuale, né tanto meno neutrale. Adattamento significa riconoscere l'ineluttabilità di una condizione considerata oggettiva, rispetto alla quale l'umano agire può ben poco, che si tratti dei processi di esclusione prodotti dal modello dominante o degli effetti della crisi climatica/ambientale non fa differenza. Imparare ad essere resilienti significa allora adeguarsi, abdicare all'azione di contrasto, rinunciare al cambiamento. Credo sia proprio questo il nodo che il concetto di resilienza ci pone, non nuovo per la verità, ma che nell'accelerazione dei processi che stiamo conoscendo assume tutta la propria valenza mistificatoria di anestetico culturale e sociale...

» continua...

La frattura e la ricomposizione. Ritrovarsi, riflettere, riprogettare.
da https://pontidivista.wordpress.com/

di ***


LA FRATTURA

Il 2018 politico, guardato dalle lande periferiche e autonomiste del Trentino, è stato un anno di grandi e dolorosi stravolgimenti. Sembra passato un secolo.

Il 4 marzo si svolgono le elezioni politiche. Nessuno dei tre poli principali (fatica vistosamente il csx, il cdx si scopre a trazione leghista, esplode il M5s che arriva quasi al 33%) ottiene una vittoria tale da garantire la costituzione di un Governo.

La frammentazione emersa dalle urne e la litigiosità tra le varie forze politiche porta contemporaneamente a una crisi istituzionale lunga quasi tre mesi, alla nascita del primo governo Conte – detto giallo/verde – e ad una legislatura schizofrenica, fatta di maggioranze a geografie variabili, anzi variabilissime. Governo Draghi compreso.

Prende il via l’estate sovranista. Salvini Ministro dell’Interno applica (sostenuto dai suoi alleati) la dottrina “cattivista” nei confronti dei migranti sulla rotta mediterranea e verso chiunque tenti di esprimere loro solidarietà. Una dottrina con radici profonde. Il M5s tenta – con risultati ambivalenti – di intestarsi alcune grandi questioni sociali (te la ricordi l'“abolizione della povertà?”) e ambientaliste.

Il centro-sinistra, in tutte le sue molteplici e litigiose rappresentazioni, fatica a riorganizzarsi, ad esserci.

La fotografia del Censis parlava di sovranismo psichico. Un sentimento prima che una proposta politica. E’ la stagione che segna il passaggio dal rancore alla cattiveria.

 

» continua...

2 commenti - commenta | leggi i commenti
Piazze malate (quando la “cultura del sospetto” si fa Pop)
No pass

 

di Marco Revelli *

A volte i popoli impazziscono. O impazziscono piccole porzioni di popolo, come quelle che si sono ritrovate nelle piazze in questi giorni, segno di tempi deragliati. Indecifrabili nella loro composizione scomposta, con i leghisti e i fascisti mescolati ai bene-comunisti, ai dentisti e agli apprendisti o ai giuristi d’assalto, incarnazione di un’eterogeneità sociale accomunata solo dall’assurdità di una pretesa irricevibile: dalla rivolta contro un provvedimento-simbolo come il Green Pass che in tempi di pandemia mortale appare mera proposta di buon senso e senza dubbio male minore, e che invece viene identificato come attentato a una libertà confusa con l’affermazione dell’assoluto diritto al proprio personale capriccio. Espressione, a sua volta, della rottura di ogni principio di responsabilità nei confronti degli altri, del loro ben più sostanziale (e costituzionalmente sancito) diritto alla salute e alla sopravvivenza, come se l’affermazione che “la mia libertà si arresta dove comincia quella del mio vicino” avesse perso di significato, e ognuno si ergesse nella propria solitudine sovrana al di fuori e al di sopra di ogni legame sociale. E come se tutta la libertà (perduta in gran parte delle questioni sostanziali) fosse oggi rifluita nella questione del si o del no a un temporaneo lasciapassare.

 

 

» continua...

Da Oriente a Occidente, lungo gli scogli in cui si è incagliato il progetto politico europeo
Istanbul

Considerazioni sull'undicesimo itinerario del Viaggio nella solitudine della politica "Roma e Bisanzio. Guardando la Mezzaluna Fertile" (27 settembre - 8 ottobre 2019)

di Michele Nardelli

Quattromilaseicentonove chilometri, sedici frontiere attraversate di undici diversi paesi europei e due fusi orari, almeno una dozzina di città dove ci siamo fermati, non meno di sette lingue ascoltate come sette sono state le monete correnti scambiate, quindici sono stati i viaggiatori (otto donne e sette uomini1) di sei diverse regioni italiane...

Potrebbero bastare questi numeri per descrivere l'undicesimo itinerario del “Viaggio nella solitudine della politica”, certamente anche la fatica di comprimere tutto questo in dodici giorni, talvolta appena sfiorando luoghi che avrebbero meritato ben altra attenzione. Che pure abbiamo cercato di colmare negli spazi di conversazione, nelle letture dedicate (a partire dalla nostra piccola biblioteca mobile composta di oltre quaranta volumi e di numerose schede preparate) e nelle considerazioni emerse durante i nostri spostamenti.

L'intento del viaggio dentro la faglia fra Oriente e Occidente era di metterne a fuoco la complessità, di coglierne l'attualità e di intercettare sguardi e pratiche, pur nel disincanto, per rilanciare il progetto politico europeo e mediterraneo.

» continua...

8 commenti - commenta | leggi i commenti
Nostalgia del futuro. La montagna oltre la crisi pandemica e la sua crisi di senso.
Montagna

di Giulia Cutello e Federico Zappini *

(12 gennaio 2021) Simon Reynolds la chiama Retromaniaed è quella tendenza – ancora molto in voga – di rifarsi nostalgicamente alla cultura pop degli anni ’80, con le sue esagerazioni nei suoni e nelle pose. In queste settimane in cui imperversa il dibattito sull’apertura dei consorzi sciistici è in assoluto una delle prime parole a venire alla mente.

Eppure della Retromania oggi non abbiamo nessun bisogno.

«Via della Spiga, Hotel Cristallo Cortina: due ore, cinquantaquattro minuti e ventisette secondi. Alboreto is nothing!». Parole del Dogui – Guido Nicheli tratta da Vacanze di Natale 1983. Abbiamo scoperto solo iniziando a scrivere questo pezzo che si trattava del remake di un altro lungometraggio del 1959, interpretato dalla coppia Alberto Sordi – Vittorio De Sica, dal titolo Vacanze d’inverno. Il tema portante è lo stesso: l’onda lunga del “miracolo economico”. C’era il boom dei consumi e l’ostentazione di un lusso che si immaginava potesse diventare popolare e diffuso, persino democratico (?) seppur limitato temporalmente alla settimana bianca trascorsa in una località esclusiva delle Alpi.

 

 

» continua...

L'importante appello di un gruppo di scienziati sul PNRR
Il gatto e la luna

Al Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Italiano

Prof. Mario Draghi



Egr. Prof. Draghi,

Desideriamo condividere con Lei e i Ministri impegnati qualche elemento di valutazione generale e avanzare raccomandazioni e suggerimenti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Siamo un gruppo di docenti, ricercatori ed esperti afferenti a diverse discipline accomunate dalle finalità di protezione sia degli ecosistemi e dell’ambiente in cui viviamo sia della salute umana e degli organismi viventi. Stiamo seguendo e studiando la pandemia dal suo arrivo e siamo preoccupati per il presente e per il futuro. Per questo, oltre a contribuire allo studio dei fenomeni collegati alla pandemia, siamo interessati alle elaborazioni ed alle scelte per la ripresa economica e sociale1.

Siamo consapevoli della necessità di affrontare la sfida di una ripartenza che non sia basata sugli stessi modelli che hanno determinato la grave situazione in cui ci troviamo. Per imboccare una traiettoria diversa c’è bisogno di un cambio di paradigma del modello di sviluppo e di consumo oggi prevalente, ed è necessario che molte scelte siano fatte con immediatezza. Trattandosi di una profonda crisi sanitaria, sociale, economica, perfino esistenziale, un piano di ripresa post-pandemica deve necessariamente confrontarsi con una miriade di problemi, come illustrato dal Green Deal europeo. Osserviamo con grande interesse l’evoluzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed apprezziamo gli sforzi fatti in molte direzioni, seguendo le indicazioni di quello europeo.

» continua...

venerdì, 15 gennaio 2021 ore 18:00

Presentazione del libro «Abitare la complessità»
La locandina della presentazione

Nella cornice della "Scuola degli spiazzi" (Percorsi collettivi di approfondimento e conoscenza), venerdì 15 gennaio 2021 alle ore 18.00, pagina FB della libreria "Due Punti", ci sarà la presentazione del libro di Mauro Ceruti e Francesco Bellusci "Abitare la complessità", Mimesis, 2020, attraverso un dialogo a più voci con uno degli autori Mauro Ceruti.

«L’uomo odierno si trova in una crisi cognitiva, che concerne il rapporto che intrattiene con sé stesso e con la realtà. È una condizione paradossale. Viviamo in un mondo sempre più complesso, nel quale tutto è connesso. E all’interno del quale, tuttavia, si producono drammatiche disgregazioni.

Domina un paradigma di “semplificazione”, che ci separa illusoriamente dalla natura, ci rinchiude nei confini nazionali, frammenta i saperi, irrigidisce le identità. Il successo di tale modello accresce le tendenze regressive e il rischio di catastrofi future.

Cambiare paradigma per apprendere ad abitare la complessità è la sfida del XXI secolo. Raccogliere questa sfida significa ripensare le attività umane fondamentali: la cura, l’educazione, il governo».

Pagina Facebook della Libreria Due Punti

Il paesaggio mancante *
Michelangelo Pistoletto, Terzo paradiso – Trincea della pace, Arte sella.

di Ugo Morelli

 

Il paesaggio corpo

Quali effetti inattesi può generare la mancanza! Uno si ritrova in contatti sociali deprivati per la pandemia ed ecco che fa scoperte inaudite.

Prima di tutto ha tempo per riflettere. All’inizio ha un effetto di vertigine, si sente spaesato. Poi è forse proprio quello spaesamento che diventa produttivo.

Del resto, se non ci si spaesa è difficile riconoscere il paesaggio. Non lo sappiamo, ma è probabile che è quando lo tiri per un momento fuori che il pesce si accorge dell’acqua.

Allora un’intera stratificazione di paesaggi, come matrioske, si propone, con la pandemia. A cominciare dal paesaggio corpo.

Ci accorgiamo delle mani: non possiamo usarle liberamente; dalla loro centralità nelle nostre vite e nella nostra evoluzione, una centralità tacita e addirittura scontata, diventano fonte di rischio e pericolo: per toccare gli altri e le cose e per toccare persino se stessi. Le guardiamo e le sentiamo con una certa diffidenza. Averle rimane indispensabile ma è anche preoccupante. Ce ne dobbiamo prendere cura più del solito e persino il vecchio monito del galateo diventa una disposizione sanitaria e normativa: lavarsi e disinfettarsi le mani continuamente. Scoprendo che non basterà mai: dopo averle lavate bisogna chiudere il rubinetto! Poi bisogna aprire la porta del bagno con la maniglia, e poi…e poi… Quella che era un’indicazione di buona educazione, salutare stringendo la mano all’altro, è divenuta un’offesa da untori, da superficiali irresponsabili che non si curano del rischio di contagiare un altro. Per non parlare del respiro, altro atto costante e necessario per vivere, e dato altrettanto per scontato. Ci accorgiamo della sua importanza per vivere perché sentiamo di rischiare ad ogni inspirazione e di mettere a rischio gli altri ad ogni espirazione. E vogliamo parlare delle labbra e di un bacio?! Il paesaggio corpo si presenta a noi come se fosse la prima volta che lo viviamo.

» continua...

pagina 3 di 17    1 2 3  4 5 6 7 8 9 10 11 12 Succ. »