"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Diario

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martedì, 18 giugno 2024Piazza San Marco a Valstagna domenica 16 giugno nei dibattiti al Festival Onda di Piena

Dopo aver partecipato al Festival Onda di Piena organizzato a Valstagna, dove domenica scorsa ho presentato per la centoventiduesima volta "Inverno liquido", condivido con Federico sul mio diario la sua emozione.
 
 
Sto qui ci sono e faccio la mia parte.
Ma io neanche so cos'è questa mia parte.
Se lo sapessi
potrei almeno uscire dalla parte 
e poi sciolta da me godermela in disparte.
 
Patrizia Cavalli, Il mio felice niente (1974-2020)
 
 
Capita raramente di potersi dire davvero stupiti.
 
Qualche mese fa da Valstagna, comune steso - non trovo altri modi migliori per descriverlo - lungo il fiume Brenta, arriva in libreria due punti la proposta di realizzare un banchetto di libri all'interno della prima edizione di un festival organizzato dalla ProLoco del territorio. Ci viene descritta brevemente l'idea. Immediatamente ci piace sia per il tema scelto (la crisi climatica in atto) che per l'energia di chi (Lara, la vera anima del progetto) si è fatta carico dell'ideazione e dell'organizzazione. Il festival si intitola L'onda di piena.
 
Dopo aver passato gli ultimi due giorni a Valstagna - mentre Elisa confermava la nostra collaborazione con la rassegne Sete, a Rovereto - posso dire che ciò ho potuto osservare, ascoltare e vivere è stato tutto bellissimo, vivo, accogliente, felice. E' stata preziosa la parte più legata alle conferenze con Davide Fucicchia, Luigi Torreggiani, Luca Mercalli, Mauro Varotto, Michele Nardelli, Luigi Casanova e un pubblico sempre attento e coinvolto. E' stata calda e sincera l'accoglienza di tanti e tante, in mille modi diversi. E' stata ricca di sorprese la scoperta di angoli di territorio, con acqua e roccia, piante in abbondanza, esseri umani e non.
 
Torno a Trento rinfrancato da una comunità che lì dove le terre si fanno oblique - andate se potete a visitare le grotte di Oliero, i mille terreni terrazzati, la Calà del Sasso e i suoi 4.444 gradini - è capace di attivarsi, di pensare insieme e di condividere sguardi non banali sul vicino e il lontano, sul proprio borgo e sul Mondo intero.
 
Spero che anche quello che facciamo da queste parti vada nella stessa direzione, dissodando la terra e arricchendola di semi capaci un giorno di restituirci frutti buoni e abbondanti...