"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

01/03/2016 -
Il diario di Michele Nardelli
I partecipanti

Fra il non più e il non ancora... Nel tardo pomeriggio di venerdì 26 febbraio ha preso il via il percorso “Fra il non più e il non ancora” proposto dall'associazione “territoriali#europei”, percorso che ci accompagnerà per tutto il 2016 attraverso la ricerca di uno sguardo lungo sulle contraddizioni del nostro tempo.

Si tratta di tre itinerari (“Alle radici della paura” - “Tra passato e futuro” - “Cambi di paradigma”), nell'intento di offrire alla nostra comunità, impegnata in un un difficile passaggio del suo cammino, una diversa narrazione sul presente.

Il primo appuntamento (il programma completo sarà disponibile non appena avremo definite le disponibilità dei relatori e dei luoghi) è stato dedicato alla necessità di sviscerare il concetto tragicamente moderno di “scontro di civiltà”, evocato come possibile cornice della fine dell'umanesimo.

Perché di fronte ad un mondo alle prese con una combinazione senza precedenti di crisi (ecologica, demografica, economica, culturale...), sempre più forte sembra essere l'idea che una parte dell'umanità possa essere condannata alla deriva come effetto del “diritto naturale” (la logica del più forte).

Lo “scontro di civiltà” altro non è che la narrazione di cui ha bisogno il neoliberismo per giustificare la guerra (quella che si combatte nelle tante aree di crisi acuta come quella che entra nelle nostre case attraverso la paura dell'altro), l'espropriazione delle risorse in nome di stili di vita non negoziabili, la privatizzazione dei saperi e la distruzione delle biodiversità, lo sfruttamento selvaggio nei sempre più diffusi contesti deregolati del pianeta, l'omologazione culturale e il controllo dell'informazione.

Richiede la non elaborazione del passato, la cancellazione degli intrecci che la storia ha prodotto nel suo percorso di continua contaminazione, l'affermarsi di interpretazioni culturali manichee e di stereotipi funzionali alla divisione del mondo fra inclusione ed esclusione.

Andare “alle radici della paura” significa, ad esempio, confutare l'idea stessa dello “scontro di civiltà” nel Mediterraneo e proprio questo è stato il focus dell'incontro di venerdì scorso, laddove l'apporto umanistico e scientifico della cultura araba, greca, persiana ed indiana è stato decisivo al rinascimento culturale europeo.

Soffermarsi sull'età dell'oro della cultura araba e sul “movimento delle traduzioni” che fra il VII e l'VIII secolo si espanse da Damasco a Baghdad fino in Andalusia non è dunque solo riconducibile al piacere della conoscenza ma alla necessità di comprendere come le identità siano cose vive e in divenire che si nutrono degli apporti che le relazioni (pur nella loro conflittualità) pongono in essere, lungo la storia e nel presente.

Descrivere la vita che si svolgeva a Baghdad negli anni '70 del secolo scorso, dove nei luoghi di cultura ma anche nelle strade si parlavano le lingue moderne e quelle arcaiche, dove la letteratura di tutto il mondo era diffusa nelle biblioteche e nelle università, dove pullulavano le sale cinematografiche e i teatri... ci fa comprendere come si potesse sentire un giovane studente iracheno esule in un contesto come quello italiano dove invece si guardava al mondo arabo come a qualcosa di profondamente estraneo.

E questo malgrado il fatto che i classici della letteratura europea, da Dante Alighieri a Miguel de Cervantes, fondassero le loro radici negli intrecci della cultura mediterranea, che le acquisizioni sul piano dell'alchimia come dell'astronomia, della matematica come della medicina, fossero fondate sui testi degli studiosi arabi e indiani, che gran parte della filosofia greca sia giunta a noi attraverso le traduzioni dall'arabo al latino (e successivamente nelle vulgate nazionali). I manoscritti che frate Guglielmo di Baskerville cercava nell'abbazia del venerabile Jorge – come mirabilmente narrato da Umberto Eco ne “Il nome della rosa” – non erano forse in arabo?

E che persino la poesia e la canzone d'amore siano l'esito dell'attraversamento di quel mare che oggi è diventato un immenso cimitero di disgraziati provenienti da luoghi diventati inospitali grazie alle guerre e ai cambiamenti climatici dei quali siamo in una certa misura responsabili.

Basterebbe leggere “Breviario Mediterraneo” dell'amico Predrag Matvejević per aver contezza che ciò che siamo, le parole che usiamo, il cibo di cui ci nutriamo … lo dobbiamo all'incontro di civiltà che spesso ignoriamo, saperi che hanno seguito, lungo il cammino della storia, le rotte che oggi sono dei profughi. Quelle stesse rotte che in molti vorrebbero oggi costellare di filo spinato.

Nell'indagare la storia possiamo trovare alcune delle chiavi che ci possono aiutare a comprendere il presente. Allo stesso modo dovremmo leggere gli avvenimenti del nostro tempo con la profondità dello sguardo sulla storia, consapevoli che il richiamo alla supremazia di una civiltà, di una nazione o di una razza non potrà che riportarci nel cuore di tenebra delle pagine più oscure che il Novecento ci ha consegnato.

Di tutto questo abbiamo parlato in una delle aree archeologiche della città vecchia a Trento, dove ora si trovano i locali della Volksbank. Lungo le strade in marmo rosso dove un tempo sorgeva la bottega dei vinai, una sala per quanto piccola comunque gremita di persone in un percorso di ricerca, approfondimento e di formazione che vorremmo sapesse interagire con i luoghi inariditi della politica.

Ai partecipanti abbiamo fornito una ricca bibliografia che potete trovare nella home page. Il secondo e ormai prossimo appuntamento sarà l'11 marzo con la parlamentare europea Cecile Kyenge (ore 20.30, Social Store di Via Calepina 10, a Trento). In quell'occasione proseguiremo nell'indagare i fenomeni migratori in Europa, provando ad osservarli sul piano delle opportunità culturali (e non solo) che possono venirne alle nostre comunità.

 

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