"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Bosnia Erzegovina. Viaggio nel cuore dei Balcani

Dopoguerra bosniaco

sabato, 8 settembre 2018

Progetto formativo per insegnanti e non solo

8 – 14 settembre 2018

 

Nonostante il nuovo secolo sia ormai inoltrato, siamo ancora nell'incubo del Novecento. L'Europa è di nuovo attraversata dal vento del nazionalismo, nelle sue forme più tradizionali del predominio etnico/religioso come in quello più subdolo dello scontro di civiltà.

Alla condizione di insicurezza che la globalizzazione porta con sé e al venir meno delle tutele seppure diseguali che il welfare state aveva assicurato nel secondo dopoguerra, la risposta sembra essere quel chiudersi a difesa di quel che si ha e di quel che si è, come se il diritto alla vita e alla dignità fosse prerogativa di qualcuno in sottrazione verso il prossimo, come se le identità non fossero l'esito dell'incontro fra diversità in un continuo divenire.

Razze che non esistono e religioni usate come pretesti per riproporre il grande imbroglio della guerra e della discriminazione, per nascondere interessi criminali e logiche di dominio. “Prima noi” si urla nelle piazze e nei luoghi dove si coltiva il rancore, così come un tempo si gridava “Deutschland über alles” o si cantava “Faccetta nera” nel rivendicare il proprio dominio imperiale, a testimonianza di quanto poco si sia imparato dalla storia.

Eppure bastava cogliere i segni del tempo. Quanto è accaduto dall'altra parte del mare Adriatico nell'ultimo decennio del Novecento ci avrebbe potuto aiutare a comprendere quel che si stava addensando nel cuore della vecchia Europa, ma si è preferito affidarsi agli stereotipi e far prevalere l'ipocrisia.

Eppure, a saper vedere, i Balcani rappresentavano un efficace kaleidoscopio sul nostro tempo, una sfera di cristallo che ci poteva aiutare a cogliere per tempo il carattere postmoderno di quella spaventosa sperimentazione sociale fatta di deregolazione estrema e di giganteschi affari criminali.

Vicende che rappresentano un buco nero, un vuoto di elaborazione in fondo non dissimile rispetto alla rimozione seguita alle tragedie che hanno segnato il secolo degli assassini e delle quali il rinascente razzismo non è che l'onda lunga.

E' proprio a partire dalla necessità di elaborare il passato e tenere viva la memoria che nasce questa proposta di viaggio (nel suo svolgersi come nella sua preparazione) nell'intento di colmare – attraverso i luoghi, il racconto e le testimonianze – quel vuoto e di fornire gli strumenti di conoscenza che ci aiutino a leggere ed abitare il presente.

Lo faremo negli incontri formativi e restitutivi, ma soprattutto andando nei luoghi dai nomi pressoché sconosciuti (Omarska, Trnopolje, Srebrenica, Vukovar...) dove dopo mezzo secolo dalla fine della seconda guerra mondiale sono riapparsi i campi di concentramento, i pogrom, le pulizie etniche, i genocidi... in città tenute per quattro anni sotto assedio o bombardate con le armi intelligenti all'uranio impoverito, lungo le strade dove hanno perso la vita i volontari che non si erano girati dall'altra parte...

E infine, rendendo omaggio a quelle persone (intellettuali o persone qualsiasi non importa) che hanno cercato, malgrado la barbarie ed il cinismo dominanti, con il proprio comportamento e con le proprie parole, di mantenere la propria umanità.

Programma

1° giorno. Sabato 8 settembre 2018

Modena – Zagabria (551 km)

L'intellettuale europeo e l'orologiaio catalano. Un omaggio a Predrag Matvejevic

Visita alla città di Zagabria (Croazia).

Incontro con Sanja Roic, scrittrice e amica di Predrag Matvejevic

Pernottamento a Zagabria in hotel

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2° giorno. Domenica 9 settembre 2018

Zagabria – Prijedor (160 km).

Il passato che non passa: storie di campi di concentramento, cerchi magici e criminali

Jasenovac (Croazia). Il lager degli Ustaša

Prijedor (BiH). Incontro con Annalisa Tomasi, per anni delegata dell'ADL a Prijedor

Visita a Omarska (dove nel 1992 venne organizzato dai nazionalisti serbi l'omonimo campo di concentramento)

Ljiubja. Hambarine: incontri con i protagonisti del ritorno, della ricostruzione e dei difficili percorsi di riconciliazione

Pernottamento nelle famiglie

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3° giorno. Lunedì 10 settembre 2018

Prijedor – Travnik (247 km)

La via dei diamanti e il caffè di Lutvo

Jaice, dove nacque l'AVNOJ (l'Assemblea antifascista di liberazione nazionale della Jugoslavia) – Bugojno – Gornij Vakuf.

Incontro con Agostino Zanotti lungo la “strada dei diamanti”. Nel luogo dove caddero Guido Puletti, Fabio Moreni e Sergio Lana, i volontari bresciani assassinati nel 1993)

Travnik, l'antica capitale. Visita alla casa natale di Ivo Andric e alla Lutvina Kahfa (il caffé di cui parla Andrić nell'incipit de La cronaca di Travnik)

Pernottamento a Travnik

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4° giorno. Martedì 11 settembre 2018

Travnik – Sarajevo (90 km)

Sarajevo, centro del mondo.

Visita alla città con Azra Nuhefendic, scrittrice sarajevese

Pernottamento a Sarajevo

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5° giorno. Mercoledì 12 settembre 2018

Sarajevo – Srebrenica – Bratunac (142 km)

Srebrenica, fine secolo

Srebrenica (visita al memoriale di Potocari con Irvin Mujcic, giovane sopravissuto)

Pernottamento a Srebrenica (nelle case delle famiglie)

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6° giorno. Giovedì 13 settembre 2018

Bratunac – Belgrado (159 km)

Belgrado, Casablanca serba

Nel pomeriggio visita e Belgrado con Jovan Teokarevic, docente universitario e studioso problematiche europee

Serata sul Danubio

Pernottamento a Belgrado in hotel

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7° giorno. Venerdì 14 settembre 2018

Belgrado – Vukovar – Modena

Vukovar, quel che avremmo dovuto capire. Che ci portiamo nel viaggio di ritorno.

Da Belgrado a Vukovar (142 km) (città martire della guerra degli anni '90). Pranzo lungo il Danubio.

A seguire rientro in Italia (da Vukovar a Modena 845 km)

Modena, Trieste, Zagabria, Prijedor, Travnik, Sarajevo, Srebrenica, Belgrado, Vukovar, Modena

 

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