"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Discreto?

monello

di Edoardo Benuzzi 

"Discreto" è una parola gentile dalle molte sfumature, pare impossibile che possa diventare il grimaldello per scassare il sistema di valutazione degli alunni della nostra scuola primaria. Questo può accadere per l'inopinato incunearsi di questa voce tra il "sufficiente" e il "buono" nel vigente quadro valutativo delle scuole trentine.

La Provincia Autonoma ha infatti diramato una nota nella quale si determina quale debba essere il valore numerico dei giudizi, al fine della loro traduzione nei voti, così come reintrodotti nella scuola statale.

Ne risulta la seguente tabella di equiparazione: "non sufficiente" va da 1 a 5, "sufficiente" fa 6, "discreto" (nuovo entrato) fa 7, "buono" 8, "distinto" 9, "ottimo" uguale a 10.

In sostanza, nella scuola primaria del Trentino si continuerà a valutare con il sistema dei giudizi sintetici, ma il valore di questi, formalmente determinato dalla Giunta provinciale con la sua delibera, sarà esattamente quello dei voti della scuola del ministro Gelmini.

Si tratta, in primo luogo, di una prevaricazione della Provincia sull'autonomia delle singole scuole e sull'autonomia didattica degli insegnanti: la valutazione degli alunni è infatti parte integrante della funzione docente.

Si tratta, soprattutto, di un nuovo paradigma valutativo.

La giustapposizione dei giudizi al quadro comparativo numerico induce -costringe quasi - a una valutazione più esigente, più dura, più selettiva. Rispetto all'attuale modo di valutare, il "non sufficiente" che occupa oltre la metà della scala valutativa fa alzare l'asticella del "sufficiente" di almeno due-tre punti su base dieci.

Si indebolisce in tal modo - se non si cancella del tutto - la strategia dell'attenzione e dell'incoraggiamento, si sostituisce una valutazione amica ed a favore dei bambini con una, se non  ostile, certamente notarile, di mero risultato e non di processo formativo.

C'è il rischio di un ritorno a una valutazione pre-Barbiana, comunque pre- Legge 517, quella legge che nel 1977 aprì la scuola a tutti, compresi i portatori di handicap, adottando quindi criteri valutativi che fossero in grado di misurare, assieme alle prove oggettive (temi, verifiche, elaborati), il lato soggettivo dell'apprendere, il progresso, l'impegno e la partecipazione dell'alunno in carne e ossa.

I voti non riescono a rappresentare la ricchezza dei diversi modi di apprendere derivanti dalla compresenza di intelligenze multiple, di culture aperte sul mondo, di metodologie didattiche che favoriscano l'apprendimento cooperativo e prossimale.

Dall'Europa viene un esempio: nella scuola polacca, dalla riforma  del 1999, si usa una valutazione di derivazione montessoriana, nella quale accanto ai giudizi possono essere indicati i voti, nel modo seguente: insoddisfacente = 1, accettabile = 2, soddisfacente = 3, buono = 4, molto buono = 5, eccellente = 6.

L'introduzione del "discreto" nelle scuole trentine, invece che un burocratico riferimento ad un'anonima e sanzionatoria scala decimale, dovrebbe poter rappresentare una ragionata ricalibratura dei giudizi, delineando una scala di valutazione di sei gradini uguali, nella quale, dopo il "non sufficiente", le altre voci diventerebbero indicazioni e stimoli incoraggianti e progressivamente positivi.

Edoardo Benuzzi

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da Angela Falla il 26 dicembre 2009 16:41
    Condivido pienamente l'opinione di Edoardo. Di fronte a un atto gravissimo, mi piacerebbe vedere insorgere i collegi docenti per rivendicare un diritto letteralmente calpestato da mamma Provincia. Ma gli insegnanti hanno autonomia di pensiero? Quelli del collegio di cui faccio parte ubbidiscono ciecamente! Ciao.
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