"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Viaggiare il confine orientale, dentro la storia

slovenia tramonto

sabato, 27 marzo 2010

Il 27-28 marzo 2010 "Viaggiare i Balcani" - che promuove itinerari di turismo responsabile nel sud-est Europa - propone un "viaggio d'istruzione" molto particolare nell'area balcanica: 26 insegnanti vivranno in anteprima possibili itinerari da far vivere agli studenti come viaggi-studio per l'anno scolastico 2010-2011. Il singolare "gruppo classe" attraverserà luoghi simbolo su cui si sono intrecciate tutte le grandi tematiche che hanno contraddistinto il Novecento europeo : i totalitarismi con le loro tristi derive, le città divise, la costruzione di un' Europa "allargata" a Est, con i suoi nuovi confini...

Nel giro di un centinaio di chilometri - tracciando una linea immaginaria che da Gorizia arriva sino in Croazia sulle isole di Rab e Goli Otok, davanti a Fiume - molti e densi simboli si presentano davanti agli occhi del visitatore: la piazza della Transalpina , il cui muro (ultimo in Europa a cadere) fino al 21 dicembre 2007 divideva in due la città di Gorizia; la foiba di Basovizza , nei pressi di Trieste, si erge a monumento di un conflitto mai elaborato, capace solo di produrre memorie divise e antagoniste; sempre a Trieste, a pochi passi dal mare, la Risiera di San Sabba testimonia dei nostri lager, rimossi in fretta dalla memoria storica italiana; spingendoci lungo la costa infine, dopo aver attraversato dogane un tempo simbolo della cortina di ferro, si oltrepassa il "confine orientale" per raggiungere l e Isole di Goli Otok e Rab - la prima utilizzata da Tito come campo di prigionia e "rieducazione" dove rinchiudere i dissidenti politici del regime jugoslavo, la seconda, fatalmente posta a una mezz'ora di navigazione, al cui interno durante l'occupazione fascista della costa croata nella seconda guerra mondiale si trovava un lager, aperto dal luglio del 1943 al settembre del 1943. Visitare queste due isole ci sembra importante non solo e non tanto per riflettere sui totalitarismi dell'Europa Orientale, ma soprattutto per guardare al confine prestando attenzione alle diverse prospettive di chi lo abita: quello che per l'Italia è orientale, infatti, visto da Slovenia e Croazia è il confine occidentale.

L'associazione Viaggiare i Balcani, che da anni è impegnata nell'organizzazione di viaggi e percorsi formativi - principalmente rivolti ai giovani - tesi a far conoscere questa parte d'Europa, la sua geografia così come i secolari sincretismi storico-culturali, con la presente proposta offre la possibilità ad insegnanti e studenti di avvicinarsi ed essere guidati nell'approfondimento di luoghi e simboli quanto mai paradigmatici del secolo appena trascorso.

La proposta si articola in tre momenti di formazione in classe , al cui termine si potrà scegliere tra due differenti percorsi di viaggio , entrambi della durata di tre giorni/due notti: nel primo ci si concentrerà sulle città di Gorizia e Trieste; nel secondo, partendo da Trieste si giungerà sino alle isole di Goli Otok e Rab. In entrambi i casi, accanto all'accompagnatore di Viaggiare i Balcani che seguirà il viaggio dall'inizio alla fine, ci si avvarrà di esperti e professionisti che oltre a vivere in questi luoghi si occupano da anni delle tematiche affrontate: attraverso "lezioni sul campo" gli studenti saranno così stimolati alla riflessione, nell'ottica di un apprendimento continuo che si concluderà al ritorno dal viaggio attraverso un momento finale di elaborazione e condivisione di quanto appreso. Infine, a supporto dell'intero iter formativo sarà distribuito gratuitamente a studenti e professori il Dvd "Aest Ovest". Storia, memoria e attualità di una terra di confine", strumento didattico multimediale strutturato in tre moduli (storia; luoghi; in Europa) che Osservatorio sui Balcani ha pensato e prodotto nel 2008 dopo un lungo lavoro di ricerca e studio.

Descrizione località che si visiteranno durante il viaggio:

La piazza della Transalpina a Gorizia:

il nome di questa piazza proviene dalla linea ferroviaria che fu costruita dall'Impero austroungarico per collegare Trieste con l'Europa centrale. Dal 1947 il nuovo confine tra Italia e Jugoslavia venne tracciato dividendo in due la piazza. Attraversata dal cosiddetto "Muro di Gorizia", ovvero una recinzione ad altezza d'uomo, la Transalpina divenne uno dei simboli della separazione politico-ideologica tra l'Europa occidentale e quella orientale durante gli anni della guerra fredda.

Redipuglia:

Nella provincia di Gorizia sorge il complesso monumentale di Redipuglia, il maggiore sacrario militare italiano, inaugurato nel 1938 per custodire le salme di 100 mila caduti della Prima guerra mondiale. Nel 1938 il regime realizzò questa area monumentale sulle pendici del Monte Sei Busi, teatro di aspri combattimenti nella Prima guerra mondiale, proprio di fronte al più grande cimitero militare italiano nel quale erano sepolti 40 mila soldati.

La Foiba di Basovizza:

La foiba di Basovizza è uno dei più emblematici luoghi della memoria dove il 10 febbraio di ogni anno si celebra il "Giorno del ricordo" per commemorare le vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata istituto con legge nel 2004. Progettato come campo per le forze armate angloamericane, dal 1948 al 1976 fu utilizzato per dare rifugio agli esuli italiani provenienti dai territori alto-adriatici già appartenuti al Regno d'Italia e passati sotto il controllo jugoslavo alla fine del Secondo conflitto mondiale.

Il centro raccolta profughi di Padriciano:

Il Centro Raccolta Profughi (CRP) di Padriciano si trova nell'entroterra triestino, tra Opicina e Basovizza. Progettato come campo per le forze armate angloamericane, dal 1948 al 1976 fu utilizzato per dare rifugio agli esuli italiani provenienti dai territori alto-adriatici già appartenuti al Regno d'Italia e passati sotto il controllo jugoslavo alla fine del Secondo conflitto mondiale.

La risiera di San Sabba:

Alla periferia di Trieste, tra stadio, case e centri commerciali, si trova la Risiera di San Sabba (Rižarna pri Sveti Soboti in sloveno). Lo stabilimento, originariamente utilizzato per la lavorazione di riso e di altri cereali, fu trasformato dai nazisti in campo di concentramento nel 1943, all'indomani dell'armistizio, dell'occupazione tedesca della città e della creazione della Zona d'operazione litorale adriatico. Supervisore della Risiera fu l'ufficiale austriaco delle SS Odilo Globocnik, triestino di nascita. San Sabba fu un campo di transito, detenzione e tortura dove morirono tra le 3 e le 5 mila persone.

Fu l'unico lager in Italia nel quale fu messo in funzione un forno crematorio utilizzato per eliminare partigiani e civili, in gran parte sloveni e croati, oltre ad ebrei ed italiani.

Per iscrizioni ed informazioni:

Associazione Viaggiareibalcani - Daniele Bilotta

334 2555116 - daniele.bilotta@viaggiareibalcani.net

Lungo il confine nord orientale...

 

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