"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

10/10/2022 -
Il diario di Michele Nardelli
Bussola

(10 ottobre 2022) Ha preso il via stamane, nella programmazione radiofonica della RSI (la Radiotelevisione Svizzera in lingua italiana), la mia collaborazione con la rubrica “In altre parole”. Per tutta la settimana, a partire dalle ore 8.18, sarò ospite del giornalista Massimo Zenari nell'obiettivo di commentare e di scavare negli avvenimenti che segnano il nostro presente. Una collaborazione nata a partire dalla pubblicazione sulla rivista online “Il Mulino” di una mia riflessione dal titolo “Fra passato e presente. Quel che l'Europa non ha imparato dalle guerre moderne” (https://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=4798).

Ho quindi pensato di proporre cinque immagini che provano ad indicare altrettante chiavi di lettura verso questi “tempi maledettamente interessanti” che stiamo attraversando. Nella prima, quella di oggi, ho cercato di mettere a fuoco questi quasi tre anni di pandemia che hanno lasciato sul campo la vita di oltre 6.522.600 di persone, come una guerra mondiale sulla quale non si è ancora riflettuto adeguatamente. A seguire quella dell'impatto di una crisi climatica e ambientale che ha messo oltremodo in luce l'insostenibilità di un modello di sviluppo fondato sulla crescita senza limiti. Porterò poi l'attenzione sul ritorno della guerra in Europa dopo il dramma balcanico di fine secolo, con conseguenze che già oggi si estendono a livello globale e che potrebbero rivelarsi letali per l'intera umanità. Con la quarta immagine, intendo porre la necessità di leggere il pianeta non più dall'angusta e mortifera visione degli stati nazionali ma attraverso gli ecosistemi, le forme di vita del pianeta che non conoscono confini. Ed infine, l'urgenza di un rilancio dello spazio europeo e mediterraneo, quale orizzonte di un nuovo rinascimento non più incagliato nello scontro di civiltà.

Un viaggio nella contemporaneità e nella sua complessità, che all'inquietudine e allo spaesamento, alla paura e alla chiusura a difesa dei propri privilegi, propone la necessità culturale e politica di uno sguardo diverso capace di indicare altre strade da quelle conosciute e che ci hanno portati sull'orlo dell'abisso.

Averne consapevolezza non è che il punto di partenza, ma se un'agenzia di servizio pubblico come la RSI apre i suoi microfoni ad un pensiero laterale come il mio significa che forse qualcosa si muove e che la strada delle idee può trovare ancora ascolto (m.n.)

 

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