"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Viaggi

Europa. Storie di confine (7)
Razi e Michele a Port Bou (memoriale Walter Benjamin)

Quello che segue è il settimo “racconto breve” ispirato da un viaggio formativo nel cuore balcanico dell'Europa e non solo. Questa volta dedicato al sorgere in Europa dopo la caduta del muro di Berlino di ben ventidue nuovi stati-nazione. Dei loro relativi confini e dei reticolati posti a difesa del “prima noi”. Della deriva nazionalista e del declino del progetto europeo. Del passato che, in assenza di elaborazione, non passa. Di due piccoli luoghi di confine, così lontani eppure tanto vicini. Esce in contemporanea su www.balcanicaucaso.org e su www.michelenardelli.it

 

«Che “cosa” è dunque l'Europa?

L'Europa non è un “territorio”.

E non è una “cosa”, che precederebbe ogni storia.

L'Europa è sempre incompiuta,

come un progetto da realizzare»

Mauro Ceruti

“Il tempo della complessità”

 

di Michele Nardelli

I confini sono duri a morire. Eppure, quando con gli accordi di Schengen quelli interni all'Unione Europea iniziarono ad essere smantellati fu un giorno di speranza. Per il fatto in sé e perché quello smantellamento lasciava intravvedere un processo di unione politica solo iniziato, che avrebbe potuto coinvolgere via via un numero crescente di paesi e regioni.

C'era un disegno, quand'anche non lineare ed avversato, che finalmente riprendeva il filo conduttore di Ventotene. Al quale corrispondeva una strategia di allargamento verso i Balcani occidentali e la Turchia1. E quel “Processo di Barcellona” che immaginava il Mediterraneo come uno spazio chiave di relazione, di cooperazione e di pace.

'Padania', fra identità e spaesamento
Padania

Il quinto itinerario del «Viaggio nella solitudine della politica»

Dal 19 al 22 ottobre 2017 si svolge il quinto itinerario nel quadro del "Viaggio nella solitudine della politica", questa volta dedicato al tema "Padania, fra identità e spaesamento". Partirà da Brescia ed arriverà a Pieve di Soligo (Treviso), attraversando Cortemaggiore, Caorso, Cremona, Formigine e la provincia di Modena, oltrepassando il Po verso Padova e fino alla marca trevigiana dove arriveremo il 22 ottobre, giorno del referendum di Lombardia e Veneto (il programma provvisorio in allegato).

 

Alle radici dell'Europa
Biblioteca nazionale Sarajevo 1992

Nel pomeriggio di venerdì 22 settembre sono stato a Modena per un momento di formazione rivolto ai partecipanti al viaggio di studio per insegnanti (e non solo) che la settimana prossima accompagnerò per le strade della Bosnia Erzegovina. Devo dire che trovare una così forte attenzione verso il mio racconto sul cuore dell'Europa, sulle vicende che hanno tragicamente segnato gli anni '90 del secolo scorso e su quel che avremmo dovuto imparare per abitare più consapevolmente il nostro tempo mi conforta e mi convince oltremodo del valore dello studio e dell'apprendimento permanente. Ci avevo fatto anche una legge provinciale, la n.10 del 2013. Chissà in questo vuoto di cultura istituzionale che fine avrà fatto...

 

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Memorie di guerra e scenari di pace in Bosnia Erzegovina 25 anni dopo (1992 - 2017)

Viaggio studio per insegnanti - 27 settembre / 2 ottobre 2017 - promosso dall'associazione culturale "Appena-appena" in collaborazione con l'Istituto Storico della Resistenza e di storia contemporanea di Modena.

Questo viaggio dà la possibilità di conoscere un paese di straordinaria bellezza, la Bosnia Erzegovina, terra di frontiera nel cuore d’Europa, ponte fra Oriente e Occidente, dove hanno vissuto una accanto all’altra la religione cattolica e l’ortodossa, l’islamismo e l’ebraismo. Qui nasce e muore il Novecento: a Sarajevo il 28 giugno 1914 con l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando, che fungerà da pretesto alla scoppio della Prima Guerra Mondiale, e, ancora a Sarajevo, con l’assedio subito dal ’92 al ’96.

Sul limes nord orientale
Trieste, Risiera di San Sabba

Il quarto itinerario del “Viaggio nella solitudine della politica”

Venezia – Goli Otok (Croazia), 13 / 17 settembre 2017

 

(10 settembre 2017) L'itinerario lungo il limes nord orientale del “Viaggio nella solitudine della politica” ha come focus specifico il tema del Novecento e della sua faticosa elaborazione. La densità degli avvenimenti che nel secolo scorso hanno attraversato quel frammento d'Europa che si trovò a rappresentare il segmento meridionale della “cortina di ferro” è tale che lo sguardo ravvicinato su di essi non investe solo la necessità per le popolazioni interessate di farci i conti, ma chiama in causa tutti noi come cittadini di un'Europa che fatica a rivelarsi anche in virtù dell'incapacità di elaborare un passaggio di tempo del quale siamo ancora prigionieri, come se il suo scorrere si fosse fermato. Anche perché nel Novecento si condensano lungo quella faglia pagine di storia che ci parlano di come si è andata formando l'Europa nell'incontro e nei conflitti che dal Mediterraneo risalivano il Mare Adriatico e che dal continente scendevano verso il mare.

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L'avventura è incominciata
Paul Klee

Cari amici e care amiche,

l'avventura del “Viaggio nella solitudine della politica” è incominciata. Come avevamo previsto il 21 marzo scorso (primo giorno di primavera) la carovana ha preso il cammino con un prologo lungo le valli trentine che abbiamo titolato “Il Trentino che ci sfugge fra le mani” per indicare come anche questa terra ricca di prerogative autonomistiche, laddove non si coltivino percorsi di ricerca e di sperimentazione sociale originali (e dunque nuove classi dirigenti), evidenzi vistosi ambiti di sofferenza e di criticità. Un prologo “trentino” che sta proseguendo in diversi ambiti territoriali e sociali attraverso una serie di testimoni che nel loro impegno cercano di far vivere quel cambio di paradigma che di questo nostro viaggio rappresenta l'essenza.

Prologo che si è spinto anche nel bellunese nei giorni 23 e 24 aprile, anticipando di qualche giorno il primo vero e proprio itinerario che prende il via il 28 aprile 2017, dedicato alla Regione Dolomiti, attraverso il Trentino, l'Alto Adige – Südtirol, la Provincia di Belluno, l'Alto Friuli e il Carso.

 

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Alla ricerca delle lucciole
Lucciola

«Il viaggio a me sembra la forma d'intimità per eccellenza, forse perché consente il dialogo ma accoglie anche il silenzio: rispetta le solitudini, lascia spazio al discorso interiore e alla contemplazione. Il paesaggio che scorre cattura lo sguardo, è un pensiero condiviso. Così l'andare insieme assomiglia molto al vivere insieme: c'è un rapporto di coppia, un percorso più o meno accidentato, il tempo necessario ad arrivare in fondo»

Paolo Cognetti, "A pesca nelle pozze più profonde" (Minimum fax)


di Federico Zappini

(17 febbraio 2017) Se non fosse già stata usata in mille altre occasione si potrebbe far riferimento alla metafora biblica della traversata del deserto. Bene si adatterebbe alla solitudine da cui abbiamo deciso di partire, se non fosse che il contesto politico dentro il quale ci muoviamo non è caratterizzato solo da un'interminabile serie di vuoti (linguistici, valoriali, organizzativi) ma anche e soprattutto da un livello di saturazione ("l'abbagliante luce prodotta dalla modernità", così come la descrive Huberman [1]) che opprime e che disorienta. Lo spazio della riflessione, dell'approfondimento, dell'analisi e del confronto - alla base di qualunque sistema politico e sociale che pretenda di funzionare - è oggi quanto di meno praticabile e accogliente si possa immaginare. Saturo appunto, in un mix letale di conformismo e indifferenza.

Nel gorgo, per non abbaiare
Foto di Francesco De Bastiani

Racconto di viaggio lungo la valle del Po, fra ingombranti eredità e la ricerca di nuovi paradigmi

di Michele Nardelli

In ognuno degli itinerari fin qui realizzati del “Viaggio nella solitudine della politica” sentivo di essere sul pezzo, ma mai come in quest'ultimo percorso nel cuore della “Padania” la sensazione di “essere presenti al proprio tempo” è stata così viva. 

Essere lì, a Pieve di Soligo, nella terra di Andrea Zanzotto e di Giuseppe Toniolo, il poeta che ha saputo raccontare con grande profondità lo spaesamento della sua terra e l'economista cattolico che seppe dar corpo e profilo culturale al movimento cooperativo veneto, nel giorno cruciale del referendum per l'autonomia, ad interrogarci sul valore dell'autogoverno in una prospettiva europea, ha dato oltremodo significato al nostro viaggio assumendo nel tempo di twitter e dei talk show – come qualcuno ha osservato nel corso dell'incontro riferendosi all'aridità dell'attuale contesto politico – un profilo quasi commovente.

Pulsare col tempo, coglierne i segni, non è affatto scontato. Vivere un presente tanto complesso, oltremodo in una regione come la “Padania” che – da Caorso alla Marca trevigiana – porta addosso le conseguenze visibili del fallimento di un modello di sviluppo industriale ed energetico che ha avuto l'effetto di snaturare quella che rappresentava una della più importanti aree rurali d'Europa, fra pulsioni contraddittorie e laceranti, ci è servito a riflettere su come il cambio dei nostri paradigmi sia un passaggio tanto cruciale quanto ineludibile.

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