«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Trova il tempo per ascoltare, imparerai a parlare. Trova il tempo per pensare, sarai capace di scegliere. Trova il tempo di leggere, diventerai sapiente. Trova il tempo per sognare, potrai sperare. Trova il tempo per fare una carezza, non ti sentirai inutile e solo.
Sabato 8 giugno 2019, alle ore 10.30, a Trento in via San Martino 78 (davanti alla Libreria Due punti), c'è il terzo appuntamento della Scuola degli spiazzi. La parola chiave di questa sessione è "#Dove" e a svolgerla sarà Flaviano Zandonai.
Parliamo di luoghi, spiazzi e non solo. Della necessità di riconoscere nella prossimitàun punto di riferimento (un centro di gravità...) necessario e decisivo per ridefinire le caratteristiche delle comunità, dei modelli economici, dei processi democratici.
Una giornata di studio e incontri promossa dalla Fondazione E35 e dal Comune di Reggio Emilia (a cura di Roberta Biagiarelli) nell'ambito di Trecentosessantacinque giorni Donna 2019
Si svolgerà Sabato 6 aprile 2019 (Sala del Planisfero, Biblioteca Panizzi | 10.30-13.00; Sala del Tricolore, P.zza Prampolini, Comune di Reggio Emilia | 15.00-17.30) a REGGIO EMILIA
Partecipano Elena Pulcini, Maria Pia Di Nonno, Elisabetta Salvini, Michele Nardelli, Lidia Menapace, Giorgia Serughetti e Cecilia D’Elia, Gemma Bigi, Valentina Lanzilli: sono questi gli ospiti dell’iniziativa, rivolta alla cittadinanza, con donne e uomini che quotidianamente si prendono cura, con spirito costruttivo, del progetto europeo, consapevoli delle difficoltà che l’Unione sta affrontando ma che ancora credono nelle sue enormi potenzialità.
di Federico Zappini
TESI UNO – Il corpo del capo e la brevità dei cicli politici. Nei giorni scorsi Matteo Renzi ci metteva al corrente di aver perso dieci chili accumulati durante il suo impegno da Presidente del Consiglio. L’altro Matteo sembra invece nella fase dell’accumulo, all’ingrasso. Il corpo del capo parla (Marco Belpoliti ne scriveva ai tempi di Silvio Berlusconi) e la relazione bulimica con il cibo diventa in questo caso metafora di un agire famelico che alla pancia punta con i suoi messaggi e che la pancia utilizza per ingurgitare tutto. Senza digerirne la complessità. Evitando l’opera di decodificazione che dovrebbe essere propria della politica stessa. Tutto in pancia quindi, fino a scoppiare. Se la dieta di Renzi sembra premessa – non si impara mai dai propri errori – al tentativo di rimettersi “a tavola”, per Salvini siamo invece alla saturazione prima dell’esplosione (ricordate i Monty Phyton? Tenete pronta una mentina) che è propria di fenomeni politico/sociali sempre più basati sulla viralità mediale e digitale, qui e ora. Leader (!?) usa e getta.
Mauro Cereghini – Michele Nardelli
Sicurezza
Edizioni Messaggero Padova, 2018
Il 12 luglio sarà presentato a Bolzano, il 13 luglio a Trento.
«Il Novecento è stato il secolo di Auschwitz e della violenza. Le guerre hanno contato milioni di morti, e l’umanità si è attrezzata per distruggere il pianeta che la ospita. Eppure nel secolo scorso la sicurezza non era quell’ossessione che oggi offusca lo sguardo. Ci siamo risvegliati dall’illusione del progresso e delle sue magnifiche sorti, scoprendoci aridi di pensiero e privi di futuro. Così l’incertezza si è tramutata in paura, e la paura in aggressività.
Per dare una nuova possibilità all’umanesimo occorre fare i conti con le grandi tragedie del Novecento. Elaborare il passato per promuovere un cambio di paradigma, capace di far propria la cultura del limite e la forza della nonviolenza. Occorre trasformare l’idea di sicurezza: non difesa dagli altri, ma cura dello stare assieme».
Esce in questi giorni un nuovo lavoro editoriale, come il precedente1 scritto a quattro mani da Mauro Cereghini e Michele Nardelli, su un tema che sembra avere effetti devastanti nella coscienza come nei comportamenti collettivi, la sicurezza.
Cinquanta minuti di lezione una volta al mese in uno spiazzo per riprendere a formarci, informarci e confrontarci. In allegato qualche parola in più per descrivere l'idea. La prima campanella suona il 23 marzo alle 11.00 e l'appuntamento è in via San Martino 78 (o alla Bookique, in caso di pioggia).
Il professore che incontreremo per questo primo incontro sarà Marco Revelli, storico, politologo e giornalista. Per le prossime lezioni decidiamo insieme chi ci piacerebbe avere come insegnante.
Vieni? Passaparola.
«Tempi interessanti» (90)
La voce di Gianmaria Testa ci accompagna nel nostro attraversare le montagne ferite. Ci racconta di un vento che spazza questo povero tempo nostro, appassito nella bestemmia delle parole. Diventa così l'inaspettata, dolce, colonna sonora di questo ennesimo itinerario di un “viaggio” che si rivela ad ogni suo passo una possibile chiave di lettura del presente. Ed è come ci cullasse nella tristezza di un ambiente alpino segnato per i prossimi decenni dal ribellarsi della natura.
Tristezza... e rabbia. Nell'osservare gli utenti del divertimentificio sfrecciare con i loro ridicoli fuoristrada finalmente liberati dall'ingorgo delle città. Mi chiedo che cosa ancora debba accadere per comprendere la nostra insostenibilità...
di Federico Zappini *
Un mattino di primavera. Il sole che taglia in due la stanza. Un tappeto sbattuto che rilascia un pulviscolo infinitesimale. Correnti invisibili che ne determinano andamenti confusi. Un movimento caotico di particelle.
Questo è lo stato dell’arte del mondo che ci circonda. Il tappeto è la società così come la conoscevamo, scossa da una serie di crisi che ne minano le certezze, mescolano le caratteristiche fondanti, disarticolano la composizione. La polvere siamo noi, cittadini/elettori spaesati. Le spinte che frullano questa realtà a grana sottilissima sono i fattori che generano l’entropia contenuta in quel limbo che Antonio Gramsci poneva tra ciò che non è più e ciò che non è ancora. Disintermediazione e comunicazione iper-accellerata. Frammentazione delle relazioni e apparente impossibilità di dare forma a ipotesi credibili per futuri desiderabili.