«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

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Il Friuli Venezia Giulia al centrosinistra. Ma vota solo un cittadino su due.
Trieste

(22 aprile 2013) Domenica e oggi si è votato per il rinnovo del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Per la verità metà degli elettori sono rimasti casa (alle urne si sono recati solo il 50,51% degli aventi diritto). Una percentuale così bassa che dovrebbe far riflettere, perché in questo quadro nessuno può dirsi sul serio vincitore. Specie se poi il divario fra i due schieramenti è dello 0,39%, che poi corrisponde a poco più di duemila voti.

In ogni caso, tenendo conto del clima difficile e fortemente condizionato dalle vicende nazionali, il fatto che il centrosinistra si riprenda dopo anni la guida della Regione e che Debora Serracchiani sia la nuova presidente del Friuli Venezia Giulia è una nota finalmente positiva. Così come interessante è che il candidato del Movimento 5 Stelle abbia perso in due mesi il 7% dei voti. Beppe Grillo aveva immaginato un nuovo tsunami e proprio due giorni fa aveva parlato del Friuli Venezia Giulia come la prima Regione a 5 Stelle. Non è stato così e il suo partito (nel voto di lista) dimezza i voti. Nella crisi acuta della politica, un piccolo segnale di controtendenza.

http://www.repubblica.it/static/speciale/2013/elezioni/regionali/friuli_venezia_giulia.html

Obama punta sull'atomica. In Italia
F35

Le B61 sono ordigni americani ma conservati negli arsenali Nato europei. Tra cui l'Italia. Sul nostro territorio ci sono ancora bombe nucleari. E i cacciabombardieri F-35

di Luciano Scalettari

(22 aprile 2013) Undici miliardi di dollari per ammodernare 200 ordigni nucleari tattici (noti con la sigla B61) per trasformarli in "bombe atomiche intelligenti", cioè teleguidate. La rivelazione proviene dal quotidiano britannico Guardian. Non solo. L'ingente investimento del Pentagono servirebbe a rendere questi missili nucleari sganciabili dal caccia invisibile di ultima generazione F35.

E qui entra in ballo l'Italia, dato che il nostro Paese ha il piano - fortemente contestato nei mesi scorsi dalle associazioni pacifiste e della società civile - di acquistare 90 di questi cacciabombardieri di ultima generazione.

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La domanda che corre in rete...
Robert Capa, Guerra di Spagna

di Michele Nardelli

In queste ore il confronto politico ruota attorno alla questione se sia giusto oppure un errore dar vita ad un governo di larghe intese. Perché in effetti quello che si va tessendo, peraltro con indubbia capacità di mediazione da parte di Enrico Letta, è un governo politico che potrebbe durare ben oltre il tempo necessario per una riforma del sistema elettorale.

La domanda insistente che corre in rete è se sia lecito, oltre che utile, fare un governo con il PdL dopo aver detto in campagna elettorale "mai con Berlusconi". Io stesso in questi giorni ho immaginato che l'unica possibilità per evitare di ritornare al voto con la stessa legge elettorale potesse essere un governo di scopo, ovvero un esecutivo a termine con alcuni punti qualificanti sui quali potesse esserci una convergenza di natura istituzionale. Incontrando, anche su questo piano, non poche perplessità.

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Un governo di scopo e poi il voto. Nel frattempo...
Il viaggio è incominciato

di Michele Nardelli

(21 aprile 2013) Giorgio Napolitano è stato rieletto Presidente della Repubblica.  Il voto a larghissima maggioranza dei grandi elettori chiude con una scelta solo qualche giorno fa imprevedibile una delle pagine forse più difficili e delicate di questo paese, tanto è vero che il secondo mandato presidenziale rappresenta un inedito nella storia repubblicana.

Certo. La figura di Giorgio Napolitano non può che rappresentare un elemento di equilibrio in una fase di grande instabilità. Al tempo stesso dobbiamo dirci senza infingimenti che questo passaggio rappresenta la risposta ad una situazione di emergenza e di crisi profonda della politica, non la soluzione.

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Fare politica oggi
Paul Klee

(22 aprile 2013) La politica non gode certo in questi giorni di una grande reputazione. Una crescente e generalizzata distanza dai cittadini, l'accusa di non dare risposte ai problemi dei territori, le critiche alla Casta. I partiti soffrono delle stesse gravi difficoltà. 
Dentro questo contesto è bene provare a raccontare anche qualche storia in controtendenza, qualche esperienza che faccia riflettere sul vero significato del "fare politica". 
Questa è la storia della campagna elettorale dello scorso febbraio nel collegio senatoriale della Valsugana raccontata da Giacomo Pasquazzo, direttore pro tempore di Politica responsabile. Vieni a discuterne con noi, come sempre, su www.politicaresponsabile.it

Proprio non ci siamo...
Ferri vecchi

Il PD sceglie Franco Marini come candidato alla presidenza della Repubblica. L'esito è che non verrà votato da una parte significativa dei parlamentari del suo stesso partito. Che salta il patto politico con Sinistra Ecologia Libertà. Che una eventuale soluzione della crisi avverrà con le larghe intese... Così questo passaggio potrebbe trasformarsi in una sorta di pietra tombale su un partito che appare sempre più incapace di interpretare questo tempo e di immaginare scenari nuovi.

In questo caso non sarà per colpa di Renzi, che pure continua a non piacermi. Ma l'effetto di una persistente incapacità di comprendere quel che sta accadendo, di un peso insopportabile dei destini personali su quelli collettivi, di una malintesa cultura di governo che non sa elaborare la sconfitta.

Testimonia, al fine, che la ragione fondante del Partito Democratico, l'idea di fluidificare pensieri e culture politiche provenienti da percorsi diversi in una nuova sintesi politica, è rimasta sulla carta. E considerato che quelli di prima non funzionano più, credo sia giunto il tempo di ripartire da quella scommessa perduta (m.n.)

Il Trentino libero dall'amianto!
Eternit

Dal 3 giugno le domande per la concessione del contributo per la rimozione e smaltimento. Gli interventi della PAT per dare attuazione alla L.P. 5/2012 (primo firmatario Michele Nardelli).

a cura dell'Ufficio stampa della PAT

Dal prossimo 3 giugno e fino al 31 luglio potranno essere presentate all'APIAE - l'Agenzia provinciale incentivazione attività economiche - le domande per accedere ai contributi per la rimozione con smaltimento delle coperture in cemento amianto. Per accedere ai contributi (fino al 70 % della spesa ammessa) è necessario un documento di classificazione, che viene rilasciato dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento dopo sopralluogo, che attesti l'indice di degrado degli edifici.

Il "via" ai contributi e la previsione di un fondo aggiuntivo così come previsto dalla LP 15 maggio 2013 n.9 rappresentano le ultime iniziative per liberare il Trentino dall'amianto: innanzitutto la mappatura dei tetti in cemento amianto presenti sul territorio; la già citata delibera con la quale sono stati approvati i criteri per la concessione dei contributi, finanziati con un apposito fondo; la rilevazione epidemiologica, infine la formazione degli addetti e l'informazione al pubblico.

L'articolo del Corriere del Trentino

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