"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Diario

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mercoledì, 11 agosto 2021Un momento della presentazione

 

Sabato scorso 7 agosto eravamo in Val Visdende, un luogo che è quasi banale definire speciale, dove la congiunzione naturale di tre valli diverse come il Cadore, la Carnia e la Carinzia ti rende oltremodo insopportabile le costruzioni confinarie dell'uomo moderno.

Cent'anni fa qui era la prima guerra mondiale a disegnare questo delirio, oggi sono gli effetti della crisi climatica (e del modello di sviluppo che ne è all'origine) a testimoniare il carattere profetico di chi aveva visto già allora dove questo progresso ci avrebbe portati.

Un tempo a cadere erano gli uomini e gli alberi venivano abbattuti prima per le fortificazioni in quota poi a cannonate. Oggi sono gli eventi estremi come Vaia a raccontarci di un limite ormai oltrepassato nel contesto di una nuova guerra mondiale, i cui confini si chiamano inclusione ed esclusione.

Eravamo lì1, in quel luogo che ho visitato per la prima volta nel marzo 2019, qualche mese dopo che la furia del vento ne aveva segnato il volto, un'immagine atroce solo un po' attenuata dalla neve ancora copiosa, per una prima azione di rinascita che la cooperativa Lassù, insieme alla Regola di Cavada ed ad altre realtà del Comelico, hanno immaginato per la Val Visdende: la costruzione di un palcoscenico ai piedi del Monte Peralba realizzato con il legno di risonanza degli abeti schiantati da Vaia. Ne seguiranno altre, in primis la Casarmonica, un luogo di sperimentazione musicale anch'essa realizzata con il legno di risonanza là dove sorge un vecchio rudere accanto all'antica Casera, e che dà il nome a tutto il progetto.

E' stata una forte emozione salire su quel palcoscenico con Diego Cason per presentare “Il monito della ninfea”. Solo qualche parola, nell'ansia della pioggia annunciata che però ci ha benevolmente risparmiati, per dire che quel libro è nato proprio lì, la cui immagine di copertina racconta di quella valle ferita, come a sentirci partecipi di quel percorso di rinascita nel quale a presidente di “Lassù” Daniela Zambelli ci ha voluto coinvolgere. E con la quale ci rivedremo presto per parlare di un “dopo Vaia” che come è stato sottolineato nel corso della manifestazione può rappresentare un'opportunità di ripensamento del nostro rapporto con la montagna e con la natura.

Per chi volesse saperne di più: (5) RI-ambientiamoci | Facebook e anche questo video sugli effetti di Vaia in Val Visdende https://youtu.be/_NGdWmMRw7U 

1 La “delegazione” trentina ha visto la partecipazione di Luca Bronzini, Luisella e Salvatore Dui, Angela Falla, Gabriella Merz, Walter Nicoletti, Giuliana Tedeschi oltre a chi scrive.