"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Editoriali

Morto contromano disturbando il traffico
Morte sul lavoro

(25 dicembre 2017) In un editoriale del quotidiano “Il Secolo XIX” dal titolo “La mia canzone per Carlo e Ahmed volati dalla gru nel giorno delle feste” lo scrittore Maurizio Maggiani (l'autore fra l'altro de “Il Romanzo della Nazione”, “Il viaggiatore notturno”, “Il coraggio del pettirosso”) riprende un tragico fatto di cronaca accaduto a Genova venerdì scorso (lo schianto di una gru, la morte sul lavoro di Carlo, quarantacinque anni, e la riduzione in fin di vita di Ahmed, diciott'anni) per ricordare gli 864 morti sul lavoro che hanno insanguinato questo paese negli ultimi dieci mesi del 2017. Lo fa riprendendo uno straordinario testo di Chico Buarque de Hollanda che s'intitola "Construçã"o, interpretato qualche anno fa con maestria e sensibilità da Enzo Jannacci, dedicando loro questa canzone. Con l'augurio di giorni di sensibile serenità. (m.n.)

 

La costruzione

(testo di Chico Buarque de Hollanda)

 

https://youtu.be/xzY101VFgnw

 

E quella volta amò come se fosse l'ultima
E poi baciò sua moglie come se fosse l'ultima
Ed ogni figlio suo come se fosse l'unico
E attraversò la strada col suo passo timido
Salì la costruzione quattro muri solidi
Mattone su mattone in un disegno logico
Ma gli occhi già impastati di cemento e lacrime
Seduto a riposare come fosse sabato
Mangiata pasta scotta come fosse un principe
Bevuto e singhiozzato come fosse un naufrago
Ballato e riso come se si sentisse musica
Ed inciampò nel cielo come ubriaco fradicio
E fluttuò nell'aria come fosse un passero
E cadde giù per terra come un pacco flacido
Agonizzando in mezzo del passaggio pubblico
E' morto contromano disturbando il traffico

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Le domande che la politica non si pone
Solitudini

«Tempi interessanti» (73)

(24 novembre 2017) Quando a gennaio di quest'anno proposi un viaggio attraverso la crisi della politica, l'intento era quello di indagarne categorie e paradigmi in un percorso che sarebbe durato almeno un paio d'anni, al riparo dall'agenda politica e dalle sue scadenze.

Sapevo che non sarebbe stato facile riuscire in qualche modo ad astrarsi da quello di cui tutti parlano, ma ero altrettanto consapevole che i tempi della ricerca e dell'elaborazione non ammettono scorciatoie e che in questo contesto provare ad incidere sull'attualità politica sarebbe stato fuorviante e probabilmente inconcludente. Perché i processi degenerativi della politica sono tali che le domande di fondo nemmeno si pongono...

Jus soli: questa non è più la mia coalizione
Bambini

«Tempi interessanti» (72)

Le cronache politiche ragionali ci raccontano di un ordine del giorno contro lo jus soli (temperato, nella forma in discussione in sede parlamentare) approvato nei giorni scorsi dal Consiglio Regionale del Trentino – Alto Adige / Südtirol con un voto trasversale SVP / centrodestra / M5S e con l'astensione del PATT.

Ma che maggioranza è mai quella che nemmeno su una questione di civiltà come lo jus soli “temperato” (odiosa formulazione per indicare che si tratta di un annacquamento del principio in base al quale quello in cui si nasce è il proprio paese) riesce a mostrare un po' di coesione?

Dove voleranno gli uccelli dopo l'ultimo cielo?
Lifta, nei pressi di Gerusalemme. Il borgo della famiglia di Ali Rashid

di Ali Rashid

(20 maggio 2018) Inutile cercare buone notizie provenienti dalla Palestina. Ogni giorno si allunga l’elenco dei soprusi e ogni giorno i soprusi acquistano maggiore legittimità. Vano il tentativo di raccontare settant'anni di inesorabile annientamento di un popolo, la sua terra e la sua storia di fronte alla prepotenza e al trionfo dei coloni conquistatori. Le immagini che arrivano dalla Palestina mettono davanti gli occhi di chi vuole vedere il contrasto radicale tra due realtà, due storie, nonché condizioni, angosce e prospettive.

Sulla parte preponderante dello schermo appare uno Stato trionfante e sicuro di sé, che si è fatto forza in tutti questi anni dell’immagine della vittima per eccellenza della persecuzione e della vessazione di un tragico passato. Arrogante e soddisfatto delle sue conquiste, incurante e impermeabile alla sofferenza che ha inflitto e infligge, circondato e sostenuto dal peggio di ciò che la cultura occidentale ha prodotto, animato da un delirio di superiorità e di dominio che nasconde a malapena l'angoscia latente che il meccanismo di potere si possa inceppare...

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Di sovranismo, produzioni belliche e … inversione morale
Smarrimento

«Tempi interessanti» (70)

Fincantieri e sovranismi, produzioni civili e militari, migranti e codici di comportamento stabiliti dai governi per le organizzazioni non governative ... Un'inversione morale che racconta di un tempo smarrito, dove il genocidio che si consuma nel Mediterraneo viene scambiato per un problema di ordine pubblico o tutt'al più come emergenza umanitaria. Dove la politica rincorre il consenso. Nel quale l'ignoranza e la paura devastano le coscienze, creando un terreno diffuso di guerra fra poveri, a difesa di quel che si ha. E dove – tragica beffa di questo tempo – inclusi ed esclusi a guardar bene la pensano allo stesso modo.

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Viaggio nella solitudine della politica: quel che stiamo raccogliendo
Condivisione

Un primissimo bilancio del nostro «Viaggio nella solitudine della politica»

di Michele Nardelli

(settembre 2017) Il “Viaggio nella solitudine della politica” dopo una breve pausa agostana si avvia alla sua quarta tappa lungo l'itinerario che percorre il “limes” del nordest italiano, fra Venezia e Goli Otok, l'isola nuda tristemente celebre per aver ospitato il gulag del regime titino nel secondo dopoguerra.

Nel riprendere ora questo cammino alla ricerca di nuovi paradigmi per leggere il presente ed immaginare il futuro, vorrei provare a condividere con voi un primo bilancio, dal “prologo trentino” agli itinerari che hanno attraversato la “Regione Dolomiti”, le Terre Alte dell'Arco Alpino occidentale, Roma e le sue città.

Migranti ambientali e cultura del limite
Livorno, in queste ore

di Silvano Falocco

(11 settembre 2017) Non li riconosciamo, i migranti ambientali. Se da una parte sono giovani africani provenienti da zone oggi desertiche, dall’altra sono americani che si affrettano a raggiungere i bunker per salvarsi da uragani sempre più devastanti oppure haitiani, già poveri, e ora stremati. Anche i nostri morti da alluvioni, tracimazioni, smottamenti, incendi hanno la stessa origine.

Clima che diventa più estremo, tanto caldo e tanta pioggia, con fenomeni di breve durata ma eccezionale intensità. Caos climatico, degrado degli ecosistemi, dissesto idrogeologico, riduzione della biodiversità sono le cause profonde. Anche se la concentrazione della CO2 in atmosfera e l’estrazione delle risorse sono le principali di queste cause.