"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Editoriali

Accoglienza. Il ritiro del dovere pubblico
L\'arrivo a Bari della nave Vlora (agosto 1991)

Riprendo l'editoriale di Simone Casalini apparso sul Corriere del Trentino di oggi

di Simone Casalini

(3 settembre 2015) L’odissea dei profughi è una pellicola senza tempo dove Itaca è spesso un chimera, un sogno impraticabile. Da Erodoto in poi la Storia è colma di racconti di guerra e di gente in marcia. Se non è un conflitto è la miseria, se non è la miseria è la persecuzione, se non è la persecuzione è il desiderio di rovesciare il destino. Qualunque generazione ha osservato questi sfortunati Ulisse partire, perdersi, sperare, naufragare, salvarsi o morire.

Nel 1991, con l’implosione dei sistemi socialisti, dall’Albania esondò un fiume umano. Le navi mercantili erano sature di uomini e donne, molti di più attendevano sulle banchine. Altri galleggiavano in mare sperando nelle onde. In un giorno solo, il 7 marzo, arrivarono a Brindisi 27.000 persone che si erano cibate del mito illusorio divulgato dalla televisione italiana. Solo l’Adriatico li separava dai lustrini dell’Occidente. L’8 agosto a Bari giunse la nave “Vlora” con oltre 20.000 disperati. Gianni Amelio riassunse gli sbarchi nel film “Lamerica”, con quelle prue puntellate di teste che apparivano quasi metafisiche. La rotta proseguì per settimane.

 

Chi sarebbe 'schiavo di antichi tabù'?
Antichi taù

di Michele Nardelli

(5 luglio 2015) In una duplice intervista pubblicata oggi sul Corriere del Trentino, Alessandro Olivi e Franco Panizza parlano delle ipotesi di sviluppo per il Trentino dove la questione del completamento della Valdastico rappresenta una delle questioni – non solo sotto il profilo simbolico – più rilevanti. Stando al vicepresidente Olivi "in Giunta non se ne sarebbe parlato" e secondo il segretario del Patt io sarei "schiavo di antichi tabù", visto che la proposta sarebbe quella di togliere traffico dalla Valsugana. Allora, chi dei due dice la verità? Se non se ne è parlato, da dove salta fuori l'ipotesi di un nuovo tracciato dell'autostrada che uscirebbe a Trento sud?

Tanto le dichiarazioni di qualche giorno fa del presidente Rossi, come le parole di Panizza nell'intervista di ieri, riconoscono che invece l'ipotesi è sul tappeto e che da parte della Provincia Autonoma c'è un cambio di approccio rispetto alle posizioni sin qui assunte dalle precedenti amministrazioni. L'idea dello scambio con la Valsugana non è peraltro un'ipotesi nuova ma fin qui scartata per il semplice fatto che non c'è alcun legame fra le due opere, perché il Trentino negli ultimi anni ha fatto la scelta strategica della rotaia, perché le nostre competenze autonomistiche ci danno gli strumenti per disincentivare l'uso di quell'arteria qualora la superstrada (privata) della Valsugana andasse in porto e infine per il semplice fatto che il traffico sul tratto Trentino della Valsugana è oggi in larga misura generato in loco.

Le ragioni della crisi della coalizione trentina
Stelle alpine sfiorite

 

Tempi interessanti (22)

 

... il tema oggetto della ventilata crisi della maggioranza non è la questione della sanità trentina (e nemmeno quello del metodo giacobino dell'assessora Borgonovo Re), bensì la mancanza di un progetto di fondo condiviso fra i partiti del centrosinistra autonomista. Nodo, questo, trasversale alla maggioranza, aggravato da una leadership espressione di un soggetto politico che rappresenta storicamente una parte minoritaria (ed incerta, nella sua tentazione blok frei) della coalizione e che oggi sembra guardare più al Veneto che non all'Europa ...

Libia. Scenari della postmodernità
Angelus Novus, Paul Klee

di Michele Nardelli

(11 marzo 2016) Postmodernità. Ho usato spesso negli ultimi anni questa espressione per descrivere nuovi scenari e nuove guerre. A cominciare dalla consapevolezza, maturata nel tempo della mia assidua frequentazione, su quanto era accaduto nell'area balcanica e poi, via via, nelle vicende che dalla Somalia alla Libia hanno attraversato il mondo intero.

Quando pongo la necessità di oltrepassare il Novecento, ne parlavo anche nei giorni scorsi con gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto Tambosi-Battisti di Trento, mi riferisco proprio allo scarto necessario fra un tempo nuovo e per molti versi inedito e le categorie analitiche che non sono più in grado di leggerlo. “Non più e non ancora...” per richiamare un'altra espressione a me cara.

Quanto sta avvenendo in Libia rappresenta uno scenario tipico della postmodernità. Non è solo la dissoluzione di uno stato. La deregolazione è totale, il diritto naturale (la legge del più forte) ha preso il posto dello stato di diritto, il monopolio della forza non c'è più da tempo, scompare il pensiero e non ci sono più motivazioni nobili che muovono l'agire umano collettivo, la politica è ridotta a rappresentazione clanistica e interesse privato.

 

Scontro di civiltà
Ventimiglia

Ventimiglia, 16 giugno 2015

Fusioni e comunità, gli effetti della controriforma
Valle dei Laghi

Tempi interessanti (19)

(9 giugno 2015) So di andare controcorrente ma questo non sarebbe una novità. Questa volta ancor più di altre, mettiamola allora così. Di che cosa sto parlando? Mi riferisco al referendum tenutosi domenica scorsa in 55 Comuni del Trentino che ha portato a 15 fusioni. Solo 4 municipi hanno espresso un voto contrario, peraltro con motivazioni – diciamo così – non sempre apprezzabili. Per il resto si è trattato di un plebiscito a favore delle fusioni, con grande soddisfazione della politica provinciale.

Personalmente leggo questo voto popolare a favore delle fusioni come l'ultimo colpo portato all'affossamento della riforma istituzionale varata dalla Provincia nel 2006, un disegno di cambiamento profondo nella dislocazione dei poteri a favore dei territori, abolendo i Comprensori e dando vita alle Comunità di Valle, organismi ad elezione diretta e dunque dotati di autorevolezza politica verso i quali si sarebbe dovuta attuare una cessione di sovranità tanto da parte della Provincia quanto da parte dei Comuni.

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La società che emerge dal voto
solitudine

Tempi interessanti (18)

L'esito di un voto – insieme politico e amministrativo – come quello di domenica 31 maggio che tutti rivendicano a sostegno delle proprie tesi (e della propria leadership) richiederebbe al contrario una lettura capace di distacco, per comprenderne più da vicino non solo gli spostamenti elettorali, tutt'altro che insignificanti, ma quel che accade nell'orientamento culturale ancor prima che politico delle persone.