«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

Lettere

Il nostro tempo.
Ottorino Bressanini

In ricordo di Ottorino Bressanini

 

di Michele Nardelli

 

Paolo Burli mi chiama mentre sono a Roma nel quartiere Ostiense, poco prima di incontrare lo scrittore Eraldo Affinati nell'ambito del mio (e ora di tanti altri) “Viaggio nella solitudine della politica”. Mi dice che Ottorino Bressanini è alla fine del suo percorso e che sarà questione di giorni. Improvvisamente un'infinità di immagini mi si affollano per la mente come se lungo il percorso di una vita ciascuno dei nostri momenti d'incontro avesse rappresentato un'occasione perduta per dirci qualcosa di più o per scambiarci un gesto di amicizia.

Avevo saputo dell'insorgere della sua malattia poco meno di un anno fa, a Baitoni di Bondone, in occasione della festa dello Spi Cgil dove mi avevano invitato con Paul Renner e Vincenzo Passerini a parlare della guerra mondiale in corso e che quotidianamente rimuoviamo. Nello sconcerto dei tanti amici e compagni presenti quel giorno e che qualche anno prima avevano dovuto salutare Milena Demozzi, dirigente della Cgil del Trentino e compagna di Ottorino, anche lei portata via a soli 52 anni da un tumore.

Dopo di allora avevo rivisto Ottorino una sola volta e i segni della malattia già iniziava a portarseli addosso. Ma sfuggiva via, come a non voler parlare di sé, lasciandomi l'impressione che già si fosse rassegnato come a voler considerare conclusa la propria vicenda.

leggi | 3 commenti - commenta | leggi i commenti
Luca Rastello, il coraggio delle idee
Luca Rastello

Lauca Rastello non è più di questo mondo. Luca non era solo un intellettuale, scrittore, giornalista e persona impegnata nella solidarietà e nella cooperazione internazionale... Luca era uno di noi. Ci ha lasciato tante cose, lo sguardo sul mondo, il rigore, l'ironia, il sorriso. Anche una significativa produzione letteraria: La guerra in casa (Einaudi, 1998), Piove all'insù (Bollati Boringhieri, 2006), Io sono il mercato (Chiarelettere, 2008), La frontiera addosso. Così si deportano i diritti umani (Laterza, 2010), Binario morto (Chiarelettere, 2012) e il suo ultimo romanzo pubblicato, I buoni (Chiarelettere, 2014) la cui recensione di Mauro Cereghini potete trovare nella home page. Grazie, Luca, per tutto questo e per il tempo che abbiamo vissuto insieme.

 

di Michele Nardelli

 

(7 luglio 2015) Guardo in maniera strana il filodendro che ho in camera da letto. Qualche anno fa gli abbiamo dato un taglio radicale per tanto grande era diventata questa pianta, ma niente, ora sembra più forte che mai. Così ieri, dopo aver avuto la notizia che non avrei voluto ricevere, la osservavo con una certa diffidenza perché di quella pianta Luca mi confessò imbarazzato aveva timore, tanto che una sera di molti anni fa mi chiese di poter dormire in un'altra stanza.

Sans-papiers o sans droit?
1 aprile 2016, la manifestazione in via Brennero a Trento

Una possibile lettura della protesta dei richiedenti asilo in via Brennero

di Soheila Mohebi, Razi Mohebi e Nicole Valentini

(4 aprile 2016) Il primo aprile alcuni richiedenti asilo residenti a Trento hanno organizzato una manifestazione di protesta che ha bloccato il traffico di via Brennero per qualche ora. I manifestanti hanno esibito dei cartelli nei quali reclamavano i loro diritti alla protezione, alla giustizia e alla salute. Un giovane manifestante interrogato sui motivi della protesta ha affermato di voler solo avere il diritto di studiare e di lavorare. Ha poi aggiunto che alcuni richiedenti bisognosi di cure devono aspettare fino a due settimane per andare dal medico. Il Presidente della Provincia Ugo Rossi ha affermato che nove richiedenti che sono stati identificati verranno espulsi dal programma di accoglienza.

Questa la premessa dei fatti, ma chi sono queste persone e cosa li ha spinti ad organizzare questa protesta? I protagonisti di questa vicenda appartengono tutti ad un gruppo di richiedenti asilo ospitati presso la Residenza Brennero, eppure in comune non hanno solo il domicilio. Come affermato dagli stessi, molti di loro sono in attesa di una risposta da almeno due anni. Cosa è accaduto in questo tempo? Non abbiamo dati o testimonianze disponibili, possiamo però ricostruire alcuni eventi attraverso gli articoli apparsi in questi due anni sui giornali trentini e aventi come protagonisti i richiedenti della Residenza Brennero. Forse qui potremmo trovare, se non la risposta a queste domande, almeno uno spunto che inviti alla riflessione. Rivediamo quindi questi eventi in ordine cronologico:

 

Ieri sera, a Torino
Nanni Salio

di Silvia Nejrotti

(4 febbraio 2016) Nella Sala Poli del Centro Studi S. Regis, con una commemorazione sentita e spontanea, ieri sera a Torino abbiamo in tanti salutato Giovanni Salio, figura rilevante della nonviolenza italiana. Per tutti, Nanni. Se n’è andato, ha preso la curva della strada (Fernando Pessoa) il 1 febbraio, a 72 anni.

Pareva non avere età, Nanni. Ad accompagnare le parole commosse, incespicanti, affettuose dei presenti, scorrono su un grande video fotografie della sua vita, privata e pubblica. Nanni giovane dallo sguardo tenace, appoggiato ad un parapetto sulle rive del Po; Nanni a processo per vilipendio delle Forze Armate ed istigazione alla disobbedienza civile, nei primi anni ’70 a Torino; Nanni appassionato camminatore in montagna; Nanni felicemente sommerso dalle carte, nel suo ufficio al Centro Studi S. Regis, di cui nel 1982 è stato fondatore; e poi, instancabile relatore in innumerevoli conferenze pubbliche e protagonista di altrettanto innumerevoli campagne nonviolente…

Grazie ad Alberto e Luciana
Venezia, 24 novembre 2015

 

Credo dovremmo tutti ringraziare il papà e la mamma di Valeria Solesin per come hanno vissuto il loro dolore fino all'ultimo saluto dato oggi in piazza San Marco. Grazie a loro la risposta a questa tragedia è stata una grande dimostrazione di civiltà e di unità, oltre ogni bandiera ed appartenenza, che non era niente affatto scontata nel clima di paura e di odio che sta attraversando l'Europa e il mondo intero. Grazie ad Alberto e Luciana. Ed un pensiero a Valeria e a tutte le persone vittime del terrorismo e della guerra.

 

Politica, economia e ambiente nel pensiero di Papa Francesco
San Francesco

di Raniero La Valle

(dal https://www.facebook.com/ranierolavalle)


Ci mettiamo nel contesto di quello che sta accadendo per capire in che modo le cose di cui parliamo hanno rilevanza rispetto alla situazione in cui ci troviamo. Cito due contesti per la nostra riunione di stasera.

Il primo contesto: la perdita della Costituzione

Ieri l’Italia ha perduto la sua Costituzione. L’ha perduta, con il voto del Senato del 13 ottobre che ha approvato in prima lettura la nuova Carta Dico che l’ha perduta perché il tema della riforma non era affatto quello di cui unicamente si è parlato, cioè la questione del Senato. Il tema era il rapporto della democrazia con il potere. La modifica che è stata introdotta consiste nella sostituzione della Costituzione del ’47 con una nuova Costituzione. Infatti sostituire tutta la seconda parte della Carta vuol dire che la Costituzione del ‘47 finisce qui. Ci sarà un’altra Costituzione che è ispirata a dei principi ben identificabili e molto precisi. Essi corrispondono alla richiesta che è venuta alla nostra democrazia di modificare i principi, di abolire le conquiste, gli ideali che hanno animato le Costituzioni del dopoguerra: quelle Costituzioni cioè che sono state scritte dopo l’esperienza terribile del fascismo e del nazismo. La nuova Costituzione è fatta per dare più poteri al potere.

Acqua, una battaglia di lunga durata
Acqua del rubinetto

L'8 settembre scorso Il Parlamento Europeo, con 363 voti favorevoli, 96 contrari e 231 astenuti ha approvato la risoluzione proposta dall'eurodepuata irlandese del Sinn Fein Lynn Boylan che ha dato seguito alla petizione di iniziativa dei cittadini europei "L'acqua è un diritto"  (Right2Water). La risoluzione, che potete trovare in allegato, è un importante risultato a fronte di un processo di privatizzazione dei servizi idrici sempre più pericoloso e diffuso e che, nonostante l'esito referendario, investe anche l'Italia. Le considerazioni che seguono sono dell'amico Emilio Molinari proprio attorno all'approvazione da parte del Parlamento Europeo di questa risoluzione e al ruolo dei movimenti e della politica.

di Emilio Molinari

(15 settembre 2015) In questi giorni il PE ha votato una risoluzione sul diritto all’acqua che considero in netta controtendenza alle leggi del governo Renzi e sul piano internazionale al TTIP (Trattato transatlantico USA – UE). Non c’è stato nessun grido di vittoria e non so spiegarmi il perché. Pongo perciò una riflessione.

Viviamo tempi in cui sembra impossibile opporsi alla potenza dei poteri economici. Tempi nei quali la gente si sente schiacciata dall’enormità dei problemi e dalla forza di quel 1% che detta le regole nel mondo, in cui si finisce con il non credere alla possibilità di resistere.

Spesso però, siamo anche noi, parte attiva della società civile, che alimentiamo questo senso d’impotenza, non valorizzando i risultati e le vittorie che produciamo. Spesso non ne cogliamo la portata politica e quindi non seminiamo la consapevolezza dei risultati. Sul referendum dell’acqua, continuiamo a sostenere che non ha spostato di una sola virgola la realtà di questo paese e per certi versi anche noi alimentiamo la frustrazione nel popolo. Misuriamo i risultati attraverso le nostre aspettative, non valorizziamo la realtà e cioè che il referendum ha bloccato l’ingresso dei privati nelle gestioni dei servizi idrici e questo, è un elemento di resistenza che oggi viene messa continuamente in discussione dal governo.

pagina 14 di 19

 « Prec.13141516171819