«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
#perchèmiriguarda
Lo abbiamo fatto, lo vogliamo rifare. Vogliamo ripetere il gesto, replicare il silenzio. Vogliamo continuare a costruire pezzi di pace che non c’è, di pace mancata. Il 31 maggio, alle ore 17.00, saremo di nuovo lì in piazza S.Maria maggiore, con le nostre fasce bianche al braccio, con le lenzuola stese sui balconi, in silenzio, a gridare il nostro no alle guerre, a tutte le guerre.
Lo faremo ripetendo il gesto che da Prijedor, nella parte serba della Bosnia Erzegovina, negli anni ha conquistato l’Europa. Fu solo un ragazzo a iniziare la protesta, davanti al municipio, solo, in silenzio. Rimase lì, urlando il suo “non ci sto”. Si mise lì davanti, senza nessuno accanto, per dire che la falsa pace della Bosnia non gli andava bene. Il suo essere solo diventò gruppo e poi folla, negli anni successivi. E la folla invase le città d’Europa, ogni 31 maggio. E’ diventata la Giornata Internazionale delle Fasce Bianche. Lo si fa in ricordo dei cittadini non serbi che nel 1992 furono obbligati dalle autorità serbe di Prijedor a portare una fascia bianca al braccio per essere riconoscibili e a mettere al balcone delle case un lenzuolo, per segnalare chi le abitava. Poi, furono portati al massacro. Secondo le stime, le vittime furono circa 53.000. Quelli uccisi furono 3.173 tra cui 102 bambini.
Simone Casalini
Lo spazio ibrido.
Culture, frontiere, società in transizione.
Meltemi Editore
La presentazione del nuovo libro di Simone Casalini sarà lunedì 3 giugno 2019 alle ore 19.00 presso la Libreria Due Punti, in via San Martino 78 a Trento. L'autore sarà in dialogo con Nibras Breigheche, Sara Hejazi e Katia Malatesta.
Fernand Braudel scriveva che il Mediterraneo è «mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre». Il Mediterraneo è lo spazio della differenza in cui le storie, i mutamenti politici e sociali si gonfiano come vele al vento, suscitando continuamente urti e aggiustamenti, negoziazioni e rotture.
Nell'ambito dell'assemblea di Auser (acronimo di autogestione servizi), associazione per l'invecchiamento attivo, prevista lunedì prossimo 29 aprile (ore 15.00), si svolgerà una conversazione per la presentazione di "Sicurezza" (Edizioni Messaggero Padova) di Mauro Cereghini e Michele Nardelli.
Al dialogo - che si tiene alla Sala Federico Biesuz della CGIL del Trentino, partecipa uno degli autori, Michele Nardelli.
È stato bello riprendere possesso della strada. È stato meraviglioso farlo in tanti, sotto un cielo azzurro e un sole caldo. Sabato 23 marzo Marco Revelli è stato il primo docente della nascente scuola degli spiazzi, introducendo il complesso e affascinante tema della Politica. (Qui l'audio del suo intervento, raccolto da Sanbaradio). Adesso non possiamo – e non vogliamo – fermarci.
E allora rilanciamo con il secondo incontro, che vuole rendere ancora più evidente l'obiettivo progettuale e inclusivo di questo esperimento formativo che si muove dal basso, dal quartiere di San Martino verso la città intera.
Per iniziativa del "Gruppo Bosnia Mori - Insieme per Stara Rijeka" e in collaborazione con "Atlante delle guerre", "46° Parallelo", Osservatorio Balcani Caucaso - Transeuropa sabato prossimo 30 marzo, alle ore 20.30, si svolgerà a Trento, presso l'Oratorio S.Antonio, l'incontro "Vittime altrui. Crimini di guerra dimenticati". Porterà la sua testimonianza Ivo Atlija, superstite della strage di Brisevo. Introduce e modera l'incontro Nicole Corritore, giornalista di OBC-T.
Analoghi incontri si svolgeranno nei giorni precedenti a Mori (28 marzo, ore 20.00 Teatro Oratorio) e a Rovereto (29 marzo, ore 20.00, Urban Center).
Un evento di tutti e per tutti dove musica, poesia, satora, parola, colore e canto saranno la nostra forza.
Si ad accoglienza, cooperazione internazionale, inclusione, parità di genere, diritti civili.
No a odio, divisione, discriminazione, xenofobia, razzismo.
Passaparola!
Hanno aderito: ACCRI – Associazione per la cooperazione e lo sviluppo, ACLI Trentine, ANPI Trentino, ANPPIA - Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, Arcigay Trentino, Assemblea Antirazzista e Antifascista, Associazione “Il Melograno” Onlus di Brentonico, Atlante guerre, Associazione “Insieme”, Associazione “Vite intrecciate” di Giustino, Associazione culturale Gas “La sporta” di Rovereto, Associazione Progetto Prijedor, Associazione Quilombo Trentino, CAVA, Centro per la Pace di Rovereto, Centro Astalli, CGIL, Circolo Culturale “Lavistaperta”, CISL, CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Comitato “Sopra il ponte”, Comitato Laici Trentini - Laici trentini per i diritti civili, Comun’Orto, Docenti Senza Frontiere, Emergency - Gruppo di Trento, Futura Partecipazione e Solidarietà, GAV Gruppo Autonomo Volontari per la Coop. e lo Sviluppo del Terzo Mondo, Giovani Democratici del Trentino, Gruppo Trentino di Volontariato, Gruppo RAAB Rovereto, I Verdi del Trentino, IPSIA, Lega Pasi Battisti Volontari del Sangue, Liberi e Uguali del Trentino (LeU), Movimento Nonviolento del Trentino, Partito Democratico del Trentino, Rete Radié Resch di Solidarietà Internazionale, Trampolieri dell’Arcobaleno, Viração&Jangada.
(19 marzo 2019) Esperienze di formazione politica ne abbiamo conosciute molte. Da quelle tradizionali di cui si dotavano i corpi intermedi (partiti in primis) per formare la propria classe dirigente, a quelle più moderne ed estemporanee, funzionali a coprire il vuoto di amministratori da parte di soggetti sempre più liquidi e rarefatti.
Eppure quella che prende il via sabato prossimo 23 marzo (ore 11.00) a Trento nel quartire di San Martino non rientra certamente nel "già visto". In primo luogo perché non si tratta di una scuola riconducibile ad un soggetto politico organizzato (peraltro, chi può dire oggi di avere una visione del mondo?), perché prova a mettere a confronto approcci e visioni diverse nello spirito della ricerca aperta, perché non è rivolta alla formazione di una elite selezionata, perché nel tempo della "politica senza politica" la formazione assume i contorni dell'azione politica per eccellenza. Perché, infine, prova a rompere lo schema di un mondo a parte facendo propria la sfida di abitare i luoghi di vita quotidiani in maniera esigente, laddove le forme attraverso le quali ci si orienta (politicamente e non solo) sono delegate ai talk show ed una rete che pulsa con gli umori (e con gli algoritmi) di chi cerca consenso e potere.
E non si tratta "semplicemente" di trasmettere conoscenza: di fronte a processi di trasformazione sempre più veloci e non facili da decifrare, dovremmo indagare gli strumenti interpretativi e definire nuovi paradigmi attraverso i quali immaginare il futuro. In assenza dei quali il presente rischia il cortocircuito fra il "non più" che ancora incombe e un "non ancora" che fatica ad emergere.