"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

18/08/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
L\'edificio dell\'ex Colonia Pavese
L'alto Garda è uno dei tratti mediterranei del Trentino. L'ulivo e la vite, il limone e il leccio, ti raccontano del clima temperato... luoghi destinati al riposo e alla cura. Eppure il tratto di pochi chilometri che da Arco ti porta a Riva del Garda è un'area cementificata come poche altre, un pezzo di modello padano fatto di tanti "non luoghi", all'insegna del consumismo e del turismo di massa, degli affari e della stupidità.

Fa specie che a governare questo pezzo di Trentino negli ultimi vent'anni sia stato il centrosinistra. E' con questa amara considerazione che ci frulla per la testa che in un pomeriggio di agosto andiamo con il vicepresidente Alberto Pacher a fare un sopraluogo nella zona. Con due mete specifiche, Tenno e Torbole.

A Tenno, una lottizzazione molto discutibile e controversa, in un'area dichiarata qualche anno fa non edificabile in quanto soggetta a dissesto idrogeologico. Poi, quasi per incanto, il vincolo è scomparso e gli appetiti sono riapparsi in tutta la loro bramosia di affari, tanto da prevedere anche un'area a vocazione alberghiera. Con un piccolo particolare, però. Che il breve tratto di strada per arrivarci non c'è e per costruirla il Comune dovrebbe spendere un milione e mezzo di euro. A meno che non si passi nel centro medievale attraverso una stradina in forte pendenza. Che qualche giorno fa, durante una delle ormai abituali precipitazioni di natura tropicale, è diventata un vero e proprio torrente. Quando, proprio a fianco dell'area in questione, venne realizzato il centro turistico "L'Acetaia" (agriturismo ad alto impatto ambientale e, se posso dire, di cattivo gusto), più a valle nell'abitato di Gavazzo nuova (perché quella vecchia era franata) sono apparsi i primi fontanazzi. E anche qui è previsto un altro insediamento abitativo.

Tutto questo grida vendetta al cielo, ma a quanto pare il Comune si è messo in un cul de sac e la Provincia ha pochissimi margini di azione. Richiederebbe un senso di comunità, che la corsa al denaro sta cancellando. Poco importa poi se le conseguenze prima o poi le pagheranno tutti. E' il qui ed ora l'unica cosa che conta. E fa ancora più rabbia sapere che in zona molte altre abitazioni sono disabitate.

Ci spostiamo a Torbole. Cittadina turistica, le strade sono colme di gente e di traffico. Evidentemente a questi turisti va bene così. Ma non è questo il Trentino che vogliamo, né quello di cui parliamo nei programmi della maggioranza che governa la nostra provincia. In questo caso l'oggetto del contendere è la Colonia Pavese. Un edificio monumentale ed un tempo prestigioso, che nei primi anni del Novecento (e fino al 1935) ospitava il Grand'Hotel. In seguito divenne "preventorio" della Provincia di Pavia, nel periodo bellico fu requisito dalla Wehrmacht e divenne un ospedale di guerra, nel dopoguerra tornò alla Provincia di Pavia che lo adibì di nuovo a "preventorio" fino al 1975. Con la riforma sanitaria nazionale, la Provincia di Pavia dovette dismetterlo e lo cedette alla Provincia di Trento che a sua volta negli anni '80 lo passò al Comune di Nago-Torbole.

L'edificio, in stato di abbandono dal 1975, fu oggetto di diverse ipotesi di utilizzo e nel 2000 iniziò la ristrutturazione, in realtà senza saper bene ancora che farne visto che avrebbe dovuto ospitare negozi, uffici comunali e centro congressi. In realtà mai conclusa e si potrebbe dire per fortuna, visto che quel che è stato fatto fa letteralmente inorridire. Un tetto faraonico, che non centra nulla, calato sul vecchio edificio asburgico; che sostituisce un piano letteralmente tolto di mezzo, ma che paradossalmente ne aumenta la cubatura; interventi al pian terreno per farne una sorta di centro commerciale in materiali che non hanno nulla a che vedere con l'antica struttura... il tutto di nuovo abbandonato da diversi anni... Ed anche in questo caso l'amministrazione comunale che ha avuto questa alzata d'ingegno è stata di centrosinistra. La cosa è nelle mani della Corte dei Conti. Ma questa è davvero una magra consolazione.

Credo che tutto questo dovrebbe farci riflettere sulle culture, sulle idee, insomma sui fondamentali. Per ridisegnare approcci e pensieri, per educarci alla bellezza in primo luogo. "Perché il comunismo non era interessato alla bellezza?" si chiedono gli animali delle favole di Slavenka Drakulić (La gatta di Varsavia, Baldini Castoldi Dalai editore 2010)...

L'edificio dell'ex Colonia Pavese è in riva al lago, in un luogo magnifico. Vederlo in quelle condizioni, affiancato da una piazzetta con chiesa che avrebbero potuto essere realizzate in un paesino del Veneto o nei pressi di Medjugorje tanto sono banali, rappresenta una ferita aperta. Ma come sanarla è difficile immaginarlo. Di certo non sarà il Comune ad avere i fondi per metterci mano, non rimane che la strada dell'alienazione o del passaggio alla Provincia. Ma anche queste tutt'altro che semplici. Oltre ai denari (molti), servono idee e progetti sostenibili, anche sul piano della gestione. Qui occorre mettere insieme un gruppo di coraggiosi... intanto penso ad una mozione concordata con la maggioranza in Consiglio provinciale, ma prima è necessario avere le idee chiare.

Tutto questo avviene nel nostro bel Trentino, della cui diversità siamo fieri. Richiede però di essere coltivata, nutrita e rinnovata.
 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da sigh il 05 dicembre 2011 18:54
    ho visto il rimaneggiamento della piazzetta vicina al preventorio o colonia pavese di torbole tn: la giunta ha messo panchine futuriste orribili e un disco volante con luci blu elettriche che fan vomitare!
    e io pago!
    ma davvero al brutto non c\\\'è limite
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