"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

30/08/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
software libero
Il Corriere del Trentino pubblica un servizio dedicato al software libero. Ne avevo parlato nei giorni precedenti con Simone Casalini e l'importanza di una migrazione del sistema provinciale verso il Floss (la categoria del software che risponde ai requisiti del software libero o del software open source), più volte auspicato, emerge con forza. Emerge anche qualche resistenza, com'era prevedibile, ma ciò accade ogni volta che s'introduce un'innovazione significativa in un sistema complesso.

Il Disegno di Legge al quale abbiamo lavorato con un folto gruppo di lavoro in questi mesi è ormai pronto ed ora viene portato al vaglio preventivo del gruppo consiliare e della maggioranza. Su un tema tanto delicato è bene un'ampia condivisione, nella consapevolezza che quello che ci aspetta non sarà un iter semplice. Il tema è di grande attualità, investe tanto gli aspetti della democrazia della comunicazione quanto l'uso oculato delle risorse pubbliche, ma anche piuttosto ostico trattandosi di un argomento ancora per "addetti ai lavori".

Gli ultimi ritocchi sulla relazione e ci siamo. Scrivere un Disegno di Legge non è cosa facile, farlo con il contributo di esperti rende la cosa insieme più facile per le competenze che vengono messe in gioco ma anche più difficile perché le idee sui singoli aspetti possono essere diverse, bisogna conciliare sensibilità e così via. E poi non tutti i disegni di legge sono uguali. Si può fare una proposta di modifica di un articolo di una legge esistente, o articolare qualcosa di più organico e complesso. E questo DDL fa parte di questa seconda specie. Speriamo in bene.

Devo dire che fino ad oggi le proposte di legge che mi vedono primo firmatario sono state tre (filiere corte, fondi rustici, bonifica amianto): le prime due sono andate in porto mentre la terza arriverà in aula in autunno. Pesi specifici diversi, di grande portata quella sulle filiere (che ha visto unificarsi altri due DDL di altri gruppi consiliari), di peso minore quella sui Fondi rustici (ma potremo valutarne gli effetti solo dopo aver costituito l'anagrafe dei fondi), di forte impatto quella sull'amianto se riusciremo (ma non vedo ostacoli particolari) a portarla a conclusione. E questo è il mio quarto disegno, che modificherebbe l'attuale assetto informatico provinciale caratterizzato dal software proprietario. Una bella sfida...

Sabato prossimo a Sanzeno, nell'ambito del Convegno dal suggestivo titolo "Meno Male" devo tenere una relazione piuttosto impegnativa. Mi è stato chiesto di parlare su un tema doloroso e complesso come quello della guerra e del male che ne viene. Un po' provocatoriamente ho proposto come titolo, ispirandomi al libro di James Hillman, "Un terribile amore per la guerra". La scaletta sulla quale sto lavorando affronta alcuni punti chiave. Come è andata modificandosi la natura della guerra nel tempo ed in particolare con la rivoluzione industriale applicata all'industria della morte, significativamente rappresentata dalla scritta "Arbeit mach frei" che campeggiava all'entrata di Auschwitz; che cosa sono le nuove guerre, quelle che si combattono contro la cultura, la storia, le città; la banalità del male e i lati inconfessabili della guerra. Un lavoro che mi prende a qualche giorno, per niente facile, che richiede di indagare sulla natura umana.

Dopo qualche giorno, ritorno in Basso Sarca. Un sopraluogo in località Gazzi di Arco. Poco sopra l'abitato di Bolognano insiste un conoide molto fragile sotto il profilo idrogeologico, tant'è che nel corso degli anni è stato interessato a continue frane e slittamenti progressivi del terreno. La strada che va verso il monte Velo ne è la visiva testimonianza: le crepe nell'asfalto sono vistose, così come nei terrapieni e nei muri di sostegno. Nelle stesse abitazioni della zona, sviluppatesi negli anni '60 con l'imprudenza che si addice a quel tempo, si manifestano spesso problemi. Ed oggi si vorrebbe realizzare una bonifica agraria, ovvero un nuovo carico in un'area così delicata che si regge solo per l'equilibrio che la natura riesce a darsi. La cosa sarà oggetto di una prossima interrogazione.

E poi un nuovo incontro a Torbole per parlare dell'"incompiuta", ovvero del futuro della Colonia Pavese o, meglio, di ciò che rimane dell'enorme edificio austroungarico dopo gli assurdi lavori di ristrutturazione interrotti per mancanza di fondi e per l'incerta destinazione. L'amministrazione di Nago Torbole insiste ancora per farvi negozi, gli uffici comunali e un'area congressuale, idea progettualmente discutibile (tant'è che gli esperti espressero a suo tempo un parere negativo) ma soprattutto difficilmente sostenibile. Occorre un progetto alternativo ed occorre un soggetto che ne assicuri la sostenibilità nella gestione senza dover ricorrere ai fondi pubblici.

L'amministrazione di Nago Torbole è, almeno sulla carta, di centro sinistra, come lo era anche la Giunta Parolari che dell'incompiuta è stata la protagonista. Anche le persone che incontro si collocano nel centro sinistra, qualcuna di loro siede nei banchi dell'opposizione in Consiglio Comunale, altri faticano a riconoscersi nei tradizionali schieramenti. Il problema è dove abita il buon senso, dove abita l'idea di sviluppo autocentrato, che cosa s'intende per sostenibilità... e dove sta l'arroganza.

Qualche progetto alternativo viene fuori, il luogo è uno dei più affascinanti del Trentino e si presterebbe ad un attività di grande prestigio, in sintonia con la storia e le vocazioni del territorio.

Immaginare nuovi negozietti appannaggio dei cinesi, avrebbe un effetto deleterio sia per l'immagine che per l'economia del territorio. Gli uffici comunali non hanno certo bisogno di un intero piano di un edificio di 1.600 metri quadrati. Ed il sottotetto come area congressuale non sta né in cielo, né in terra.

Le persone che incontro mi assicurano che un progetto territoriale, capace di coinvolgere anche gli altri Comuni della zona, potrebbe trovare il favore delle categorie economiche ed anche un pool di investitori. L'ipotesi che più attrae è quella termale, le condizioni - mi dicono - ci sono e rientra in pieno con le linee di qualificazione turistica che la Provincia sta perseguendo.

Saprà il Comune tornare sui propri passi? E' immaginabile che la Provincia si faccia portatrice di una proposta di riqualificazione della struttura? Ci saranno soggetti in grado di farsi portatori di una gestione sostenibile? Vedremo quel che si riesce a combinare.
 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*

Link ad altri siti

  • link al sito Sifr - la solitudine della politica
  • osservatorio balcani
  • viaggiare i Balcani
  • link al sito Forum trentino per la pace e i diritti umani
  • Sito nazionale della associazione Sloow Food
  • link al sito dislivelli.eu
  • link al sito volerelaluna.it
  • ambiente trentino
  • pontidivista
  • Sito ufficiale della Comunità Europea