"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Lettere

Il Messico al voto, per uscire dalla notte
Città del Messico. La storia della conquista. Palazzo Municipale.

Domenica 1 luglio si vota per il Presidente e per il Parlamento del Messico. Una lettera da Città del Messico.

 

Querido Michele

Quedaron atrás los sueños en el "luminoso futuro de la humanidad" del que hablaba el viejo Marx. Hoy a lo mucho queremos salir del oscuro túnel.

Tu sabes que estoy lejos de ser un seguidor de AMLO, pero estoy más lejos de querer que el país siga en el "despeñadero". Podemos asistir a la desintegración de la nación y no porque AMLO llegue al poder sino porque quienes sí han ejercido el poder lo han degradado, cediendo a los delincuentes en asociación participativa extensas áreas que ya están desconectadas del cuerpo de Nación. El daño es inmenso y hay que frenarlo..

Restituir la confianza es una tarea titánica que a estas alturas parece apuntar a AMLO como posible. No sé si está configuración de fuerzas a su alrededor lo logren; PERO NO VEO A OTRO. darle el poder abrumadoramente puede ser el compromiso y el cauce para volver a tener gobierno por consenso no sólo por la imposición de mecanismos de compra venta que sin duda profundizarían la desintegración. Esta es la elección que viene.

Carlos

 

Emergenza autonomistica. In ricordo di Walter Micheli, a dieci anni dalla sua scomparsa
Walter Micheli

Vincenzo Calì ha dedicato questa riflessione alla figura di Walter Micheli, a dieci anni della scomparsa

di Vincenzo Calì

(1 giugno 2018) Il miglior modo per ricordare Walter Micheli a dieci anni dalla scomparsa è quello di attualizzare il suo messaggio, dati i tempi di grave disorientamento vissuti dall’opinione pubblica.

Il nulla di fatto delle elezioni politiche generali, di quelle regionali di Lombardia e Friuli Venezia Giulia e i pronunciamenti referendari in Veneto ci dicono che per il Trentino si prospetta una nuova fase che potremmo definire di “emergenza autonomistica”.

Sovviene riprendere le intuizioni con le quali a metà anni ottanta il federalista Walter Micheli seppe rimettere in piedi un Trentino finito in ginocchio dopo la devastante vicenda di Stava. Non più la riproposizione su tavoli inconcludenti della formula del Centro Sinistra Autonomista oramai logora e stanca, bensì il lancio di una grande alleanza, una sorta di comitato di liberazione delle migliori energie, secondo le linee avanzate nel seminario “ il Trentino che verrà” fortemente voluto da Micheli e rimaste purtroppo in gran parte lettera morta.

Se la Patria chiama...
Prima guerra mondiale

La rievocazione storica di una adunata degli alpini. Come ai tempi della prima repubblica. In dialogo con Lorenzo Ferrari.

di Giorgio Cavallo *

E’ andata di scena a Trento la 91esima adunata nazionale degli alpini. Il “format" tiene ancora perfettamente e 300.000 persone hanno potuto gioire nel trovarsi assieme e nello sfilare marzialmente in ricordo della “vecchia” appartenenza.

Personalmente provengo dall’aviazione, ho “combattuto” con armi sofisticate dalla parte della “libertà” nella guerra fredda, e gli alpini mi davano l’idea di appartenere ad un mondo di subalterni un po’ tonti pronti ad obbedire ad ordini di cui non potevano valutare la portata.

Poi la frequentazione del Friuli mi ha permesso di capire il profondo legame tra la gente e gli alpini, per aver condiviso e sofferto i pezzi di una storia magari raccontata dalle classi dirigenti in maniera truffaldina, ma che, per chi ci aveva vissuto dentro, era piena di solidarietà e di emozioni umane che ne travalicavano la narrazione politica. Una solidarietà che si fa concreta anche dopo la naja e si trasferisce nelle comunità di provenienza.

Primo maggio. Le parole oltre la musica
La primavera di Praga

«Tempi interessanti» (80)

Primo maggio 1968. Primo maggio 2018. Mezzo secolo, nel quale sono scorse le nostre vite, fra aspettative che ti toglievano il fiato, trasformazioni importanti delle quali ci siamo sentiti protagonisti, ma anche disincanto e sconfitte.

Con il coraggio delle proprie idee che ti portavano a navigare controcorrente, la fatica forse ancora maggiore di abitare spazi più ampi nei quali cercare di dare cittadinanza ad un pensiero laterale quando la politica diventava strumento per l'affermazione personale, il senso di solitudine quando ci si è resi conto che quel modo di intendere la politica faceva breccia anche fra chi non aveva nulla o quasi da difendere. Perché la povertà non è santa.

Zibaldone di un mondo alla deriva
Roma, Campo dei fiori. La statua di Giordano Bruno

«Tempi interessanti» (78)

(9 aprile 2018) Verrebbe da dire “fatemi scendere”. A scorrere gli avvenimenti di cui parlano le cronache quotidiane c'è di che ritrarsi inorriditi di fronte all'ordinaria stupidità con la quale improvvisate classi dirigenti e vecchi poteri affrontano gli esiti di un passato che incombe e di un presente che delinea i tratti di un'inquietante postmodernità ... E' proprio in questa incapacità di comprendere il mondo che alberga lo smarrimento del presente, la fatica di mettere a fuoco gli avvenimenti, l'opacità nel decifrare i segni del tempo. Tanto che ogni cosa si consuma nel susseguirsi di continue emergenze che, come ho avuto modo di scrivere recentemente su questa rubrica), peraltro non sono tali. Provo dunque a mettere in fila una serie di vicende annotate che sono scomparse dalla cronaca con la stessa velocità con cui si sono imposte per qualche ora. E qualche considerazione...

Cinquant'anni dopo, la poesia di Leo Ferrè
Leo e Pepee

7 aprile 1968, buon compleanno Pepee

https://youtu.be/5fVPkIn_fGA

“... Due occhi simili a lanterne
quelle che splendono nei porti
quando l’avere occhi di scorta
farebbe gola ai marinai
per osservar la notte altrui
così come uno scimpanzé
presso i Ferré
Pépée...”

 

Nina è volata via...

Sapevamo che Nina se ne sarebbe uscita prima o poi dalle nostre vite. Lo ha fatto in punta di zampa come per non essere di peso, percorrendo per un'ultima volta quelle scale dalle quali quand'era cucciolona scendeva come una pazza per rincorrere giocosa i suoi amici gatti o per venirci incontro nel farci le feste. Cosa che ci metteva di buon umore malgrado le cose del mondo spesso girassero in maniera contraria.

Perché questo è stata Nina, una vita fra le nostre vite che ci ha regalato affetto, serenità e amore fin dal primo momento che ci siamo incontrati, undici anni fa, quando decidesti di venire con noi pur senza ancora conoscerci, cosa che per una montagna dei Pirenei era tutt'altro che scontato.

Ora ti cercheremo tutti, due o quattro zampe che sia, anche il gatto rosso per cui venivi a svegliarci nel pieno della notte per farlo entrare in casa quando d'inverno la porta rimaneva chiusa.

Ciao Ninetta mia, ovunque andrai a volare.

https://youtu.be/ma0PAQXat6E

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