«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
E' tra i massimi esponenti internazionali del graphic journalism e ha realizzato diverse produzioni con artisti quali Charles Alverson, Peter Blegvad e Robert Crumb. Il fumettista serbo Saša Rakezić, in arte Aleksandar Zograf - da anni pubblicato da OBC - arriva in Italia l'11 agosto per presentare il suo libro 'Segnali'. Un'intervista di Nicole Corritore da www.balcanicaucaso.org
Quando è iniziata la tua passione per il fumetto?
E' difficile parlare di un inizio, perché disegni e fumetti fanno parte della mia vita fin dai primi ricordi d'infanzia. Disegnare era uno dei modi di "esistere". Come tutti i bambini disegnavo ancora prima di sapere l'alfabeto, ma ricordo con estrema chiarezza che anche i primi scarabocchi - che difficilmente venivano percepiti dagli altri come "disegni" - avevano per me un grande significato. Ne ricordo uno in particolare: sembrava solo un insieme di tante linee che esplodevano in tutte le direzioni, ma per me era la rappresentazione di un incidente tra due automobili! Questo mi ha convinto, da adulto, che i bambini anche piccolissimi non "scarabocchiano" affatto. Come artisti contemporanei, realizzano in realtà qualcosa che possiamo definire fumetti astratti.
(31 luglio 2012) Nell'ambito del percorso "Nel limite. La misura del futuro", Slow Food del Trentino Alto Adige - Sud Tirolo organizza un Corso di cucina povera, per imparare ad utilizzare al meglio gli ingredienti che ci offre la natura, a fare la spesa all'insegna del "meglio con meno", a farci da soli alcuni dei cibi che altrimenti compriamo già preparati...
Cinque incontri in cinque settimane, al maso Navarine di Ravina, con i cuochi di Slow Food. Il numero di partecipanti è limitato. L'iscrizione entro il 23 agosto.
di Michele Nardelli
L'attentato di ieri a Bengasi ci dovrebbe far riflettere sulla nostra incapacità di leggere gli avvenimenti. E di quanto poco la politica e le istituzioni hanno saputo o voluto ascoltare la primavera. La sua militarizzazione, esito combinato di apparati di potere che non conoscono altro linguaggio che quello delle armi e di una politica internazionale che altro non ha saputo fare che intervenire con i bombardamenti (nel caso della Libia) o armando l'opposizione (nel caso della Siria), ha letteralmente spazzato via la vera peculiarità (e la vera forza) della primavera araba, ovvero il suo carattere nonviolento.
La primavera è riuscita ad imprimere un processo di cambiamento per il semplice fatto di esserci. Migliaia di persone in strada, milioni di parole attraverso internet, pensieri finalmente sottratti alla paura, hanno cambiato questa parte del Mediterraneo anche quando non hanno preso il potere, ma per il semplice fatto di imporsi come processo ineludibile che ha attraversato le società, la politica, le istituzioni.
Laddove è prevalsa la militarizzazione, vincono invece i dittatori, i signori della guerra, al-Qaida. L'esito è la guerra e il terrorismo, l'esodo di migliaia di persone, il fondamentalismo e la scomparsa di quell'agorà che sono state le piazze ed il fiorire di un dibattito politico prima impensabile. Il tenere aperte le contraddizioni, non chiuderle.
Perché così dovremmo leggere la primavera. Non la bacchetta magica che trasforma le dittature in democrazie, ma la capacità di mettere in moto processi partecipativi, idee, conflitti nella contraddittorietà dei contesti che non cambiano dall'oggi al domani, come se i regimi non avessero avuto consenso. Perché (dovremmo averlo imparato dal Novecento) non esistono dittature prive di consenso.
Scrivo queste righe perché la primavera ha attraversato e sta ancora attraversando tutto il mondo arabo, la mezzaluna fertile, la Turchia... anche se non ce ne accorgiamo. Tanto da averla già quasi rimossa. Forse perché le nostre percezioni riescono purtroppo solo a comprendere il linguaggio della degenerazione violenta dei conflitti. E la superficialità delle cose gridate in prima pagina.
di Giovanni Straffelini
(Corriere del Trentino, 9 agosto 2012)
Fino a qualche tempo fa il cosiddetto «software libero»-come il sistema operativo Linux-era visto con un certo sospetto: una cosa da eccentrici appassionati del computer, poco adatto per chi invece ha bisogno di programmi semplici e concreti per il lavoro di tutti i giorni. Ora le cose sono cambiate, come dimostrato dalla recente approvazione del disegno di legge provinciale sul software libero.
Il dirigente provinciale Sergio Bertotti ha illustrato, in un'intervista al Corriere del Trentino, la «grande sfida» che toccherà nei prossimi cinque anni gli enti pubblici, chiamati ad adottare un nuovo tipo di software, quindi nuovi programmi informatici per le loro attività.
(8 agosto 2012) Il Consiglio provinciale ha da poco approvato la prima legge organica in materia di società dell'informazione in Provincia di Trento. Il percorso legislativo, avviato con una proposta centrata sul software libero e sulla necessità di avere dati aperti, è giunto a un provvedimento che investe l'insieme della società dell'informazione e dell'amministrazione digitale.
Un passo importante per attrezzare il Trentino ai cambiamenti tecnologici in atto ma anche per affrontare la crisi globale. Uno strumento in più per adeguare i programmi informatici alle esigenze del territorio e dell'economia locale, ma anche per avere una pubblica amministrazione più vicina ai cittadini. Ne parlano, su www.politicaresponsabile.it, i nuovi direttori pro tempore Annalisa Tomasi e Matteo Ruffoni.
Un'interrogazione di Michele Nardelli in Consiglio Provinciale affinché la Provincia metta in campo una strategia provinciale di contrasto e di prevenzione
(27 agosto 2012) La diffusione della Aedes Albopictus, meglio conosciuta come "Zanzara Tigre", in Trentino sembra procedere a velocità sempre più sostenuta. Dopo i primi avvistamenti negli scorsi anni nel Basso Trentino ora la presenza del fastidioso insetto ha raggiunto Trento e, risalendo la valle dell'Adige, pare si stia diffondendo anche nelle valli limitrofe all'asta dell'Adige.
Finora hanno cercato di affrontare il problema le amministrazioni comunali, provvedendo principalmente a disinfestare i tombini, intervenendo sull'acqua stagnante in modo da eliminare le uova e le larve, chiedendo la collaborazione attiva dei cittadini che dovrebbero impegnarsi ad eliminare i ristagni d'acqua che ne favoriscono la proliferazione.
di Bruno Dorigatti
(6 agosto 2012) La decisione del Governo Monti di incaricare l'Anas di procedere alla pubblicazione di un nuovo bando per l'assegnazione della concessione dell'Autobrennero senza attendere la sentenza del Tar, meraviglia e preoccupa.
Meraviglia perché il governo Monti, pur nella delicatezza della situazione nazionale, è entrato a piedi giunti su una questione delicata, per la quale è in corso un contenzioso non ancora definito presso il giudice amministrativo. Preoccupa perché ancora una volta si sta dimostrando la scarsa attenzione (se non l'insofferenza) nei riguardi delle autonomie speciali pur in presenza di amministrazioni che hanno dimostrato di saper agire con accortezza pur nell'interesse generale.