«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

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Dellai e Soru a Castelfolk
Un momento della serata

(4 agosto 2012) "Castelfolk", la manifestazione di Castellano diventata dal 2001 un appuntamento fisso dell'estate trentina, quest'anno apre alla Sardegna, per far dialogare - come già nella precedente edizione con la valle d'Aosta - due terre di Autonomia. E ieri sera, nello splendido balcone naturale sulla Vallagarina, si sono confrontati il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e l'ex-governatore della Regione Sardegna e fondatore di Tiscali Renato Soru.

Introdotti dal sindaco di Villa Lagarina Alessio Manica, e stimolati dalle domande di Walter Nicoletti, i due governatori hanno discusso di autonomie e rappresentanza politica, di crisi e di nuovi populismi, di regionalismo e spinte centraliste. Con una convinzione di fondo: coniugare l'esperienza dei territori, e in particolar modo quella delle Autonomie regionali più avanzate, con la dimensione non solo nazionale, ma europea e globale, si può e anzi si deve. Perché è per questa strada che passa il futuro stesso della politica e della democrazia.

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Sprechi o virtù speciali?
Paul Klee

(22 agosto 2012) Secondo Lorenzo Passerini, il nuovo direttore pro tempore di Politica Responsabile, in Italia da qualche anno le riforme istituzionali vengono fatte a colpi di finanziarie. "C'è una contraddizione di fondo fra i principi dell'aumento dell'autonomia e della responsabilità degli enti locali e manovre economiche sempre più pervasive.

Di fatto, ci ritroviamo in una crescente centralizzazione. In questo contesto le Autonomie speciali diventano un capro espiatorio della difficile situazione che viviamo. È quindi importante fare un po' di chiarezza e sfatare molti luoghi comuni ricordando, in primo luogo, che il Trentino sta già contribuendo al risanamento delle finanze dello Stato e che la sua Autonomia dispone di ampie risorse nella misura in cui il suo territorio è capace di crearne." Vieni a discuterne con noi, su www.politicaresponsabile.it

6 agosto 1945
Hiroshima, l\'ombra

6 agosto 1945, ore 8.16 di un giorno qualsiasi. Di Hiroscima non rimasero che macerie, annientando ogni cosa e persona nel raggio di decine di chilometri. Di quella donna seduta sui gradini di un edificio rimase solo un'ombra. La follia venne ripetuta tre giorni dopo, il 9 agosto, spazzando via un'altra città, Nagasaki.

I vincitori giustificarono la morte di duecentomila persone dicendo che così si era messo fine alla guerra. Dopo la tragedia dell'olocausto e quella dei gulag, Hiroshima rappresentò (e continua a rappresentare) il delirio di un secolo che da solo ha determinato un numero di morti in guerra tre volte superiore rispetto a tutti i secoli precedenti di cui l'uomo abbia memoria.

Ora la domanda è la seguente: quanto abbiamo saputo elaborare di queste ed altre tragedie?  

Bosnia: l'agonia di Dayton
Bosnia Erzegovina, anni \'90

Il percorso europeo della Bosnia Erzegovina è interrotto fino a quando il Paese non adeguerà la propria Costituzione a quanto stabilito dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Sarajevo tra diritti umani e diritti etnici, il vuoto politico e il fattore Komšić

di Andrea Rossini (www.balcanicaucaso.org)

(3 agosto 2012) La Bosnia Erzegovina (BiH) ha tempo fino al 31 agosto per emendare la propria Costituzione, uniformandola a quanto stabilito dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo nel caso Finci-Sejdić. Altrimenti, ha stabilito la Commissione Europea, il percorso di integrazione del Paese nell'Unione resterà bloccato. L'ultimatum è giunto mentre la BiH sta attraversando l'ennesima crisi, di fatto senza un governo né a livello centrale né a livello della Federazione, la maggiore delle due entità che compongono il Paese. Un momento in cui, secondo l'autorevole centro studi International Crisis Group (Bosnia's Gordian Knot: Constitutional Reform), "il sistema di governo della Bosnia Erzegovina ha raggiunto il punto di rottura".

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Società dell'informazione e democrazia
Marco Poloni, Majorana Eigenstates, 2008

di Ugo Morelli

(14 agosto 2012) Le "norme per la promozione della società dell'informazione" proposte da Michele Nardelli e approvate dalla Provincia Autonoma di Trento creano le condizioni di un cambiamento che merita molta attenzione. La cibernetica, si sa, è la scienza del controllo e dell'ordine. L'informazione e la conoscenza sono la linfa vitale dell'economia, del funzionamento della società e del supporto a ogni decisione, oggi. Abbiamo non poche difficoltà a rendercene conto perché siamo immersi nella società dell'immateriale ma ancora densamente presi da una mentalità rivolta al materiale.

Oltre le considerazioni e i commenti di ordine tecnico ed economico sulla rilevanza decisiva della scelta normativa, può essere utile chiedersi quale sia una delle questioni cruciali per la riuscita e l'efficacia dell'applicazione della legge.

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Omaggio a Chavela, la voce di uno straordinario paese
Chavela Vargas

(agosto 2012) Nei giorni scorsi, all'età di 93 anni, se ne è andata Chavela Vargas, uno dei simboli della canzone e della cultura messicana. In Europa era conosciuta per l'interpretazione musicale nei film di Pedro Almodovar. Per me era la voce che ha accompagnato i miei viaggi in quello straordinario paese.

Morta Chavela Vargas, la sciamana del Messico - Video Repubblica ...

Ma che statalisti questi tecnici
Margherite
di Massimo Cacciari

(30 luglio 2012) Chi ritiene che il governo Monti costituisca l'ultima spiaggia per avviare in Italia una stagione costituente, dovrebbe, invece di ripetere "rancio ottimo e abbondante", chiedersi: emergenza e "logica di sistema" debbono necessariamente contraddirsi? Bisogna solo abbrancare risorse dove si può? Esperienza storica e logica avrebbero voluto che si decidessero l'abolizione della Provincia e il passaggio delle sue competenze a città metropolitane e a Regioni.

Non ha alcun senso decretarne la fine in base a criteri essenzialmente quantitativi perché motivi ambientali, territoriali, storici possono rendere una Provincia di 100 mila abitanti meno inutile di una di un milione. E immaginiamoci i mercati che si scateneranno in sede di conversione del decreto! E la sanità? Ma non si trattava di materia di esclusiva competenza delle Regioni? O, almeno, non sarebbe loro sacrosanta responsabilità la definizione delle priorità e l'articolazione della spesa? E prima di giungere a ulteriori e indiscriminati tagli non sarebbe stato logico riferire al pubblico a che punto stava l'applicazione degli standard per le diverse prestazioni, unica cosa sensata dei provvedimenti sul federalismo fiscale?

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