"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

05/09/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
Il momento della premiazione nella giornata dell\'autonomia

Riunione del gruppo consiliare del PD del Trentino di buon mattino per mettere a punto l'agenda di lavoro delle prossime settimane: il contesto di tagli prodotti dalla manovra finanziaria anche per il Trentino, l'avvio della discussione sulla finanziaria 2012, i costi della politica, le attività legislative sulle quali indicare la priorità. Decidiamo di dedicare la riunione di gruppo di lunedì prossimo alla finanziaria ed entriamo invece nel merito dei cosiddetti costi della politica.

Perché qui c'è una distinzione netta da fare. Una cosa sono i privilegi da tagliare, almeno per quel che ancora permane dopo che nella scorsa legislatura è stata data una netta sforbiciata ai vitalizi. Facciamo un po' di conti e tagliando il 10% delle indennità, ridimensionando rimborsi e indennità di carica varie fra Provincia e Regione si arriva ad un risparmio di poco superiore al milione e mezzo di euro. E' un segnale poco più che simbolico, ma che comunque va dato. Il problema è che non sarà facile trovare un accordo, considerato che il contesto dove queste decisioni vanno prese è prevalentemente il Consiglio regionale e che c'è una netta difformità di trattamento fra i servizi che vengono messi a disposizione nelle due Province (in Sud Tirolo i gruppi consiliari non hanno dipendenti, ad esempio, mentre invece hanno rimborsi maggiori...).

Difficile uscirne, se non con una proposta che riguarda più il codice di comportamento dei singoli gruppi consiliari (e i singoli consiglieri) che l'intero Consiglio. Ma così facendo si può istituire un fondo da destinare in progetti o beneficienza, non certo far risparmiare le istituzioni. Che è quel che personalmente sto facendo dall'avvio della legislatura. Che è quel che tutti i componenti del nostro gruppo fanno destinando il 20% dell'indennità all'attività del PD del Trentino, cosa che viene spesso considerata come una sorta di  finanziamento al sistema piuttosto che un uso sociale di una parte delle entrate dei consiglieri. Perché i partiti, per quanto screditati, sono una componente essenziale della vita democratica di una comunità.

Personalmente considero questa regola che abbiamo accettato al momento della candidatura (e che in passato era anche più cospicua) più che naturale se pensiamo che è il partito nel suo insieme, con la sua attività generale, a mettere nelle condizioni i consiglieri di essere eletti. E questa attività dev'essere pure autofinanziata dal corpo del partito, ciascuno in ragione delle proprie possibilità, compresi coloro che grazie a questa attività hanno l'onore e l'onere di rappresentarlo nelle istituzioni ricevendone un'indennità in genere ben più cospicua di un normale stipendio (che corrisponde al grado di responsabilità che un legislatore almeno sulla carta dovrebbe svolgere).

Altra cosa sono i costi del funzionamento istituzionale, sui quali invece bisogna muoversi con prudenza: tanto per essere chiari, io non sono d'accordo nell'accorpamento d'ufficio dei Comuni o nel taglio delle Circoscrizioni, così come sul piano nazionale non sono d'accordo di tagliare le Province, i Comuni o di dimezzare il numero dei parlamentari. Sono scelte che scassano il sistema istituzionale: perché alle istituzioni sono delegate funzioni e la loro eliminazione avrebbe come unico effetto un accentramento maggiore sulle Regioni, non certo verso il basso e i cittadini. E anche in questo caso il risparmio sarebbe poco più che simbolico (434 milioni è il costo istituzionale delle Province, metà dei costi della presenza italiana in Afghanistan). Quanto al taglio del numero dei parlamentari, come non capire che questo numero è strettamente connesso con il sistema elettorale? E' chiaro che in un'ottica maggioritaria, il Trentino potrebbe essere rappresentato a Roma da due deputati, ma come si può intuire questa è un'idea diversa tanto del castello istituzionale, che della rappresentazione delle idee. Perché laddove vige il sistema maggioritario classico, cambiano completamente le forme della rappresentanza ed anche il magistrato o il preside di una scuola vengono eletti dagli utenti del territorio. Mentre quel che si è fatto in Italia con il referendum del 93 sul maggioritario ha prodotto un sistema ibrido, che ha nei fatti rafforzato gli esecutivi e ridotto il potere dei cittadini. Ma su tutta quest'ultima parte nel gruppo consiliare (e non solo) le idee (e le narrazioni degli anni '90) sono diverse.

Concludiamo la riunione del gruppo incontrando Debora Vichi che ci presenta l'esito delle interviste realizzate con i consiglieri provinciali del PD del Trentino sul loro ruolo, il rapporto con la società, gli elettori e il partito. Ne esce uno spaccato interessante delle visioni, delle difficoltà, degli stati d'animo del gruppo più numeroso in Consiglio. E di come le idee sul rapporto di ognuno di noi verso il partito siano piuttosto diverse. Non male, comunque.

Un salto al Forum. In questo caso le vacanze non ci sono proprio state ed abbiamo continuato a lavorare normalmente. Oggi ci vediamo per fare il punto sugli appuntamenti della settimana, numerosi, a cominciare da quello del giorno successivo a Trento con il regista tunisino Mourad Ben Cheikh.

E poi in sala Depero, in piazza Dante, dove si svolge la cerimonia per la giornata dell'Autonomia. La musica degli Abies Alba, molto bravi - devo dire - nei brani del loro repertorio sulla ricerca della canzone trentina tradizionale. I brani dei Patti Ghebardini di novecento anni fa e del Manifesto di Ventotene letti da Emilio Frattini. L'intervento di Paola De Gasperi sul testo scritto con la collaborazione di Francesco Desmaele per la Fondazione Alcide De Gasperi ("L'Accordo De Gasperi - Gruber nel pensiero e nell'opera di mio padre"). Il saluto del presidente Giorgio Napolitano. Gli interventi di Bruno Dorigatti, Marino Simoni e Lorenzo Dellai, niente affatto rituali e incentrati sulle nuove sfide dell'autonomia in un momento dove la complessità spesso coincide con lo smarrimento. La premiazione di alcuni giovani imprenditori, buona idea ma che nella pratica si rivela - devo dire - un po' deludente probabilmente perché la scelta è stata affidata alle associazioni di categoria. E tre su cinque delle realtà che vengono premiate sono di giovani che operano nell'azienda di famiglia. Niente di male, ovviamente, ma una cosa è mettere in gioco la propria capacità in una impresa ex novo, altro è come si suol dire "trovarla fatta".

Credo che la giornata dell'autonomia sia importante, ma che debba essere pensata come un percorso di promozione culturale del sistema di autogoverno territoriale, perché rischia altrimenti di essere imbalsamata. Un po' come sempre accade con le "giornate". L'autonomia va fatta vivere nella cultura diffusa, quando sappiamo bene che oggi è vista da molti anche in Trentino come una sorta di rendita di posizione. L'autonomia come modo di abitare responsabilmente il presente.

 

 

 

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