"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

20/09/2011 -
Il diario di Michele Nardelli
Don Quijote
La notizia nella notte è che l'agenzia Standard & Poor's ha abbassato il rating sul debito italiano dell'Italia portandolo da A+ ad A, non escludendo che possano esserci ulteriori tagli nel giro di 12-18 mesi qualora non vi fossero segnali di ripresa. Ma l'aspetto forse più stringente sono le ragioni del declassamento che riflette non solo la situazione finanziaria ma anche «la fragile coalizione di governo e le differenze politiche all'interno del Parlamento continueranno probabilmente a limitare la capacità dell'esecutivo di rispondere con decisione a un contesto macro-economico interno ed esterno difficile».

So bene che il ruolo delle Agenzie non è affatto neutrale e che quindi vanno prese per quello che sono, ovvero valutazioni improntate ad una visione tutta interna al dominante pensiero liberista. Ma gli effetti che ne derivano sono invece reali ed incidono pesantemente sulla fiducia che viene riposta nell'economia italiana e a cascata sull'Europa, già alle prese con la drammatica crisi della Grecia.

Ci si aspetta che questo giudizio, accanto alla richiesta di discontinuità nella direzione del paese avanzata persino da Confindustria, porti alle dimissioni del Governo. E invece nulla di tutto questo. Una manovra politica, grida Berlusconi. E nulla accade. Mentre si profila all'orizzonte un nuovo crac finanziario di dimensioni ben maggiori di quello del 2008 (forse i lettori di questo blog si ricorderanno di quando scrivevo che sul piano delle dinamiche e delle regole finanziarie nulla era cambiato...) il premier è alle prese con i suoi guai giudiziari, la coalizione di governo mostra crepe vistose e la Lega risfodera la secessione. Devo dire però che anche l'opposizione appare in tutta la sua inadeguatezza.

Mi preoccupa il fatto che di un progetto alternativo, di una diversa narrazione del mondo e del nostro interagirvi, non vi sia traccia. Visto che i sondaggi danno il centrodestra in caduta libera, s'invocano le dimissioni del governo e già si pensa a come posizionarsi (sul piano personale?!). Ma di un diverso approccio ai temi che ci troveremmo di fronte qualora le elezioni anticipate indicassero un cambio politico, niente.

E' come se la politica rinunciasse ad essere laboratorio di idee. La riunione del Consiglio Regionale che si svolge a Bolzano è un po' la fotografia di questo vuoto, un rituale insopportabile che rende oltremodo necessaria una proposta di riforma del nostro assetto autonomistico, quel terzo statuto di cui si parla ormai da quindici anni ma che oggi s'impone se vogliamo darci una diversa prospettiva europea.

Ne approfitto per mettere un po' d'ordine nelle (forse troppe) piste di lavoro aperte, fra disegni di legge, finanziaria 2012 e quel piccolo vulcano di iniziative che sta diventando (e mi fa piacere, ovviamente) il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Ma la preoccupazione generale rimane. 
 

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