"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Agricoltura e alimentazione

Road to mountains - 5° incontro: il Pero Misso Presidio Slow Food
Il logo dell'evento

Road to mountains - 5° incontro: il Pero Misso Presidio Slow Food

Evento online promosso da Slow Food Valle dell'Adige Alto Garda e Terra Madre Salone del Gusto

Giovedì 4 marzo 2021, alle ore 21.00

per accedere: https://zoom.us/j/93937591681?pwd=bkFmQ0N0NGxCak1YbmtxN3dmcHhJQT09

 

Nel cuore delle vallate alpine, sugli Appennini, sui monti del Sud Italia e delle isole, comunità diverse resistono nelle Terre Alte. Hanno elaborato strategie per affrontare problematiche comuni: l’abbandono, l’inselvatichimento, la perdita di memoria e di valore del cibo, la centralità di città e fondovalle. Custodi del paesaggio, difensori della memoria, hanno trasformato le montagne in luogo delle opportunità.

Il primo ciclo di avvicinamento al Forum permanente delle Terre Alte prevede l’incontro con alcuni protagonisti dell’agricoltura di montagna, produttori di Presìdi Slow Food. L’obiettivo è costituire un confronto tra gli attori delle Terre Alte, una fucina di incontri e confronti, scambi di idee, un detonatore di sinergie.

 

Road to mountains - 4° incontro: Le Patate Verrayes Presidio Slow Food
Il logo dell'evento

 

Evento online di Slow Food Valle dell'Adige Alto Garda e Comunità Slow Food per lo sviluppo agroculturale degli Altipiani Cimbri

Road to mountains - 4° incontro: Le Patate Verrayes Presidio Slow Food

Giovedì 25 febbraio 2021, alle ore 21.00

Nel cuore delle vallate alpine, sugli Appennini, sui monti del Sud Italia e delle isole, comunità diverse resistono nelle Terre Alte. Hanno elaborato strategie per affrontare problematiche comuni: l’abbandono, l’inselvatichimento, la perdita di memoria e di valore del cibo, la centralità di città e fondovalle. Custodi del paesaggio, difensori della memoria, hanno trasformato le montagne in luogo delle opportunità.

 

Il primo ciclo di avvicinamento al Forum permanente delle Terre Alte prevede l’incontro con alcuni protagonisti dell’agricoltura di montagna, produttori di Presìdi Slow Food. L’obiettivo è costituire un confronto tra gli attori delle Terre Alte, una fucina di incontri e confronti, scambi di idee, un detonatore di sinergie.

La Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio
l'immagina dell'evento

Road to mountains - 3° incontro: la Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio Presidio Slow Food

Giovedì 18 febbraio 2021, ore 21.00

Evento di Slow Food Valle dell'Adige Alto Garda e Comunità Slow Food per lo sviluppo agroculturale degli Altipiani Cimbri

 

Nel cuore delle vallate alpine, sugli Appennini, sui monti del Sud Italia e delle isole, comunità diverse resistono nelle Terre Alte. Hanno elaborato strategie per affrontare problematiche comuni: l’abbandono, l’inselvatichimento, la perdita di memoria e di valore del cibo, la centralità di città e fondovalle. Custodi del paesaggio, difensori della memoria, hanno trasformato le montagne in luogo delle opportunità.

Il primo ciclo di avvicinamento al Forum permanente delle Terre Alte prevede l’incontro con alcuni protagonisti dell’agricoltura di montagna, produttori di Presìdi Slow Food. L’obiettivo è costituire un confronto tra gli attori delle Terre Alte, una fucina di incontri e confronti, scambi di idee, un detonatore di sinergie.

 

Road to mountains - 2° incontro: lo Storico Ribelle Presidio Slow Food
Storico-Ribelle
Per iniziativa di Slow Food Valle dell'Adige Alto GardaTerra Madre Salone del Gusto e Comunità Slow Food per lo sviluppo agroculturale degli Altipiani Cimbri
 
Prosegue l'appuntamento con Road to mountains - 2° incontro: lo Storico Ribelle Presidio Slow Food
 
Giovedì 11 febbraio, alle ore 21.00, scopriremo insieme una delle storie di resistenza casearia più importanti, quella dello Storico ribelle Presidio Slow Food
 
Nel cuore delle vallate alpine, sugli Appennini, sui monti del Sud Italia e delle isole, comunità diverse resistono nelle Terre Alte. Hanno elaborato strategie per affrontare problematiche comuni: l’abbandono, l’inselvatichimento, la perdita di memoria e di valore del cibo, la centralità di città e fondovalle. Custodi del paesaggio, difensori della memoria, hanno trasformato le montagne in luogo delle opportunità.
 
Il primo ciclo di avvicinamento al Forum permanente delle Terre Alte prevede l’incontro con alcuni protagonisti dell’agricoltura di montagna, produttori di Presìdi Slow Food.
L’obiettivo è costituire un confronto tra gli attori delle Terre Alte, una fucina di incontri e confronti, scambi di idee, un detonatore di sinergie.

Dal Territorio al Territorio
Sud Tirolo - Alto Adige, il lago di Carezza

Nell'ambito della rassegna "Alimentazione e sostenibilità", dodici confronti sulla nuova frontiera del cibo e della produzione, lunedì 18 gennaio 2021, alle ore 18.00 si svolge la seconda conference call "Dal Territorio al Territorio. Circolarità e sostenibilità" cui si può accedere sulla pagina Facebook del CLS di Bolzano e sulla piattaforma Zoom.

Il progetto

Dodici tappe, dodici puntate, dodici riflessioni. Il CLS di Bolzano organizza una serie di incontri online per discutere il tema della sostenibilità e del futuro, a partire dalle scelte di ogni giorno fino a puntare un faro sulle esperienze e i progetti più innovativi.  Le conferenze organizzate in collaborazione con Cru.it, ideate dal giornalista e gastrosofo Angelo Carrillo, vogliono dare luce le eccellenze di Bolzano e dell’Alto Adige, confrontando realtà locali e nazionali, per offrire agli imprenditori e ai lavoratori spunti di riflessione a 360 gradi su un settore in forte espansione e sempre più strategico per le scelte contemporanee e future.

Il vaccino non basta
Sindemia

Sono diverse e autorevoli le ricerche internazionali che spiegano perché, partendo dallo studio delle origini sociali e ambientali delle malattie che si aggregano con i virus, dovremmo parlare di sindemia e non di pandemia. Quelle ricerche dimostrano anche come per il Covid-19 il vaccino non sarà mai sufficiente perché occorre rafforzare la prevenzione primaria (mentre molti furbescamente preferiscono parlare di diagnosi precoce) ma prima di tutto creare una nuova relazione tra campagna e città, affermare un’idea diversa di agricoltura, mettere radicalmente in discussione ovunque deforestazioni, monocolture genetiche e allevamenti industriali. Riprendo l’intervento di Antonio Lupo, amico e medico internista in uno dei migliori ospedali pubblici italiani, con esperienze di medicina territoriale e di lotta con il Movimento Senza Terra in Brasile

di Antonio Lupo *

Sono un vecchio medico internista in pensione, ho lavorato per molti anni all’Ospedale di Niguarda di Milano, uno dei più completi e migliori ospedali pubblici italiani, reso tale anche dalle grandi lotte ospedaliere degli anni Settanta, che hanno contribuito a umanizzare e modernizzare, in buona parte d’Italia, gli ospedali.

Negli ultimi cinque anni di attività medica ho voluto fare anche l’esperienza di medico di famiglia, per vivere e capire i percorsi delle persone malate, percorsi spesso poco considerati in ospedale, anche (ma non solo) per l’urgenza di dare una risposta terapeutica. Volevo condividere e capire le risposte date dalla “Medicina di territorio”, della cui carenza oggi si parla molto, spesso con ipocrisia, perché, nel progressivo svilupparsi dell’industria della salute negli ultimi Cinquanta anni, sono stati e sono fondamentali solo gli ospedali, pubblici e privati, dove girano un sacco di soldi e grosse fette di potere.

Terra Madre, un nuovo racconto per il cambiamento
Un mondo da cambiare

Questo intervento è stato scritto per "Slowzine", il periodico di Slow Food della Valle dell'Adige e Alto Garda https://www.slowfoodtrentinoaltoadige.com

di Michele Nardelli *

(13 novembre 2020) La pandemia in corso dovrebbe portarci a riflettere sull'incertezza che investe il presente e il futuro di tutti noi.

Per mesi, malgrado la non conoscenza del virus Covid-19, si è voluto minimizzare in maniera paternalistica quanto stava accadendo: “tutto andrà bene” si vedeva scritto ovunque, con tanto di arcobaleno come segno di speranza. Altri si sono fatti paladini del negazionismo o del complottismo, per strumentalizzare a favore dei loro deliri una tragedia che ha già provocato morte e sofferenza in ogni parte del mondo.

Come sappiamo non è andato tutto bene. E se le cifre ufficiali ci parlano di almeno un milione e duecentomila morti e di quasi 50 milioni di persone finora contagiate, tutti riconoscono che questi numeri sono largamente sottostimati in relazione al fatto che in molte aree geografiche si muore di Covid senza nemmeno una diagnosi e non esistono nemmeno servizi sanitari in grado di censire i contagi.

Ma riflettere significa interrogarsi sulla natura di quel che sta accadendo, comprendere le connessioni nell'intrecciarsi di crisi (climatica, ambientale, sanitaria, demografica, alimentare, economica, sociale, migratoria…) che chiamiamo superficialmente emergenze e che sono riconducibili ad un'unica grande questione, l'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo. A sua volta ascrivibile ad un rapporto malato verso la natura della quale, pur essendone il genere umano una piccolissima parte, ci crediamo padroni.

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