«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Inaugurazione del nuovo centro di Eccellenza Jean Monnet sulla Giustizia Climatica all'Università di Padova. Martedì 1 giugno 2021, ore 11.30. I lavori si svolgeranno in remoto sulla piattaforma Zoom.
La conferenza oltre ad inaugurare il nuovo Centro Jean Monnet dell'Università di Padova (uno dei pochi centri al mondo su queste tematiche e l’unico in Italia) sarà soprattutto un momento per riflettere sulla giustizia climatica.
Nella sessione del mattino (ore 11.30 - 13.30) José-Lorenzo Valles, Head of Unit dell’EACEA presenterà le prospettive delle inziative Jean Monnet nel periodo 2021-2027.
Avremo la presenza di Vandana Shiva che affronterà la tematica delle relazioni tra giustizia climatica e territori e delle pratiche agricole svincolate dai combustibili fossili (terra non petrolio).
La sessione del pomeriggio (15.30 - 18.30) sarà dedicata alla costruzione del dialogo tra ricerca e società civile affrontando i luoghi e le sfide della giustizia climatica con la presenza di ricercatori e di organizzazioni della società civile italiane, europee dell’Africa dell’America Latina.
La conferenza sarà in inglese con interpretariato in lingua italiana e spagnola.
per partecipare compilare il form:
https://www.climate-justice.earth/2021/05/18/international-conference-on-climate-justice/
Robert Musil
L'uomo senza qualità
Einaudi, 1957
"L'uomo senza qualità", l'opera cui Robert Musil lavorò praticamente tutta la vita, è una delle maggiori costruzioni letterarie che il Novecento ci abbia dato, un "torso" colossale da mettere accanto all'"Ulisse" di Joyce e alla "Ricerca del tempo perduto" di Proust.
Come scrisse Thomas Mann "questo scintillante libro, che sta in audace equilibrio tra il saggio e la commedia, grazie a Dio non è un romanzo: non lo è più nel senso in cui Goethe disse che tutto ciò che nel suo genere è compiuto deve necessariamente uscire dal suo genere e diventare qualcosa di non paragonabile".
«Una cosa meravigliosa: portar nella sfera del potere nuove idee, o meglio, se è lecito dirlo, - e qui diede un lieve sospiro. - semplicemente idee!»
Venerdì 7 maggio, alle ore 18.00, in diretta sulla pagina FB della Libreria due punti e sulle pagine di People e Arci del Trentino, presentazione del libro "Genova, vent'anni dopo". In dialogo con l'autore Giovanni Mari ci saranno Domenico Megu Chionetti e Franz Foti.
A vent’anni dal G8 di Genova, dai gravi fatti che hanno offuscato il summit e che lo hanno reso – questi sì – una svolta definitiva nella Storia d’Italia, Giovanni Mari, giornalista genovese e testimone, ripercorre i vari fallimenti che hanno connotato quell’esperienza, rendendola unica e irreversibile: il fallimento degli otto Grandi, del governo italiano, dell’intelligence, delle forze dell’ordine, della politica italiana tutta, e poi ancora della magistratura, dei mass media e, infine, anche del movimento noglobal. Una sconfitta che pesa su tutti.
Questo libro è un sincero e amaro giudizio di valore che, a distanza, parla del bisogno di una dolorosa rielaborazione che conduca passo passo a una verità difficile. Il contributo di Mari getta una luce diversa sulla lettura di quel terribile snodo che ha verosimilmente segnato la rappresentanza politica e le dinamiche di piazza di questo Paese nel nuovo Millennio.
Marco Revelli
Oltre il Novecento
La politica, le ideologie e le insidie del lavoro
Einaudi, 2001
Secolo della democrazia e dei totalitarismi, della violenza dispiegata in misura mai prima conosciuta e della decolonizzazione su scala globale, della società opulenta e della fame del mondo: il Novecento appare, da qualunque prospettiva lo si guardi, come “il secolo dell’ambivalenza”. Un grande libro.
Mercoledì 14 aprile 2021, alle ore 18.00, presentazione del libro di Romina Perni e Roberto VicarPeopleetti Non c'è pace. Crisi ed evoluzione del movimento pacifista (People edizioni)
In un mondo ancora attraversato da violenze, conflitti, guerre spesso dimenticate o nascoste, il movimento pacifista fatica a trovare spazi. La stagione della grande mobilitazione d'inizio millennio appare lontana anni luce. Cosa è cambiato rispetto a quando il movimento arcobaleno era capace di riempire piazze e di spingere gli italiani a esporre la bandiera della pace alla finestra? Molto meno di vent'anni dopo, la cronaca descrive un paesaggio assai diverso. Il linguaggio della pace non è più pop. Eppure una mobilitazione, soprattutto tra i più giovani, sta crescendo: quella che impone l'ambientalismo come tema globale, irrinunciabile per l'agenda politica. E dalla crisi del movimento pacifista quale lezione può trarre chi oggi scende in piazza contro il cambiamento climatico? Insieme a professori, studiosi, attivisti, politici, abbiamo indagato le possibili cause esterne e interne che hanno contribuito alla "mutazione arcobaleno". Riflettere su questo potrebbe aiutarci anche a comprendere la portata della nuova ondata di partecipazione e, magari, a non commettere gli stessi errori del passato.
di Federico Zappini *
(3 aprile 2021) Trento ha nomea, non del tutto immotivata, di posto sonnolento.
E’ paesone di montagna per posizione geografica, clima non sempre mite e tratti antropologici dei suoi abitanti, me compreso. La cosa ha i suoi pregi (molti) e i suoi difetti (non pochi). È contesto culturale non troppo propenso alla sperimentazione, geloso delle tradizioni – anche oltre il valore assoluto delle tradizioni stesse - piuttosto abitudinario negli atteggiamenti e nella progettazione. Chi lascia la strada vecchia per la nuova … eccetera eccetera.
Le abitudini, lo sappiamo, ci aiutano a orientarci e a mantenere l’equilibrio. Ci mettono al riparo dalle temperie della complessità che ci circonda. Se si irrigidiscono troppo però rischiano di trasformarsi in conformismo, il sentimento meno generativo a cui ci si possa affidare. La creatività – al contrario – trova carburante vitale proprio nella rottura degli schemi, nelle espressioni meno concilianti della fantasia e del desiderio, nel curioso percorrere le strade meno battute. Per questo motivo diffida delle ripetizioni, dei vincoli, delle formule preconfezionate. Esercita – è questa la sua più grande ricchezza – la ricerca e l’innovazione. Lascia briglia sciolta all’immaginazione.
Il cinema Astra si inserisce (uso volutamente ancora il tempo presente) nella mappa, ricca ma non ricchissima, di esperienze che a questo modo di essere e fare cultura dedicano la propria attività quotidiana.
Plaza Dignidad - lettere dal Cile. La newsletter sul processo costituente cileno
di Federico Nastasi
(28 marzo 2021) È stato dipinto, bruciato, coperto di bandiere, incappucciato. Ripulito. E poi di nuovo dipinto e bruciato. E infine rimosso. Salutato con onori militari da alcuni, con un grido di liberazione da altri. Questa è la storia del cavallo di Santiago, simbolo della transizione tra un vecchio ordine che resiste e un nuovo che stenta a nascere. E qui siamo a Plaza Dignidad – Lettere dal Cile.
Il 2020 è stato l’anno delle statue buttate in acqua, decapitate, dipinte: negli USA con Black Lives Matter contro le statue di Colombo e degli schiavisti, con Francisco Franco a Barcelona, con Indro Montanelli a Milano. E anche in Cile, il processo costituente in corso non si limita a superare la Magna Charta imposta dalla dittatura militare, ma punta a cambiare i nomi ai luoghi, ai titoli dei libri che si leggono nelle scuole, ai colori delle bandiere. Di questo - e delle elezioni costituenti che si terranno tra due settimane - ho parlato con Arelis Uribe, una «delle eccellenze della nuova generazione di scrittrici cilene» secondo El País.
Statue ed alberi
L’anno scorso, nel sud del paese, a Temuco, regione ad alta concentrazione mapuche - il popolo originario più grande del paese - è stata decapitata la statuta di Pedro de Valdivia, conquistatore spagnolo che guidò le campagne militari contro gli indigeni. La sua testa è stata poi messa in mano ad un’altra statua, quella di Caupolicán, capo militare mapuche, eroe della resistenza contro gli spagnoli.