"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cultura

La nonviolenza nell'Islam
L'incontro con Wajeeh Nuseibeh nella biblioteca dei frati Capuccini a Trento

Una video conferenza di Adel Jabbar

Nel 2010, inaugurando come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani il percorso annuale dedicato alla "cittadinanza euromediterranea", ragionammo con Adel Jabbar sulla necessità di far conoscere ad un pubblico più vasto le figure storiche della nonviolenza nel pensiero islamico: il Gandhi musulmano Badshan Khan, quello sudanese Mahmoud Mohamed Taha, il riformista egiziano Muhammad 'Abduh. Con Ali Rashid e lo stesso Adel Jabbar invitammo a Trento una figura di particolare interesse che incarna la storia millenaria della famiglia araba e musulmana che svolge il ruolo di garante dello "status quo" nel luogo più importante della cristianità, ovvero della regola del Santo Sepolcro a Gerusalemme, Wajeeh Nuseibeh. Ancora, ed in più occasioni, abbiamo avuto con noi Sami Adwan, uno degli intellettuali palestinesi più prestigiosi, studioso della nonviolenza ed artefice di uno straordinario lavoro fra i ragazzi palestinesi e israeliani attorno al tema della "storia dell'altro".

Un lavoro di ricerca e conoscenza che nel corso di questi dieci anni non si è mai interrotto, nel lavoro del Forum, nelle attività dell'associazione "Pace per Gerusalemme", nella rassegna cinematografica Religion Today.

Ecco perché credo sia di particolare interesse la conferenza sulla nonviolenza nell'Islam che ci presenta Adel Jabbar in questo video: https://youtu.be/resoeopZ5RA che vi invito a seguire.

Il monito della ninfea. Finalmente la presentazione a Trento
Valle di Fiemme

Era già stata programmata per il 27 febbraio. Poi la pandemia ha stravolto le nostre esistenze. Ora sabato 20 giugno alle ore 17.30 ci riproviamo, questa volta all'aperto così da garantire il distanziamento dei partecipanti ma soprattutto per riprenderci gli spazi di convivialità della città. Per questo lo faremo in strada, precisamente nell'area pedonale di via San Martino nei pressi della Libreria "due punti", che promuove l'evento. E con ancora più forti argomenti, considerato che questo libro – uscito due settimane prima dello scoppio della pandemia – si rivela nelle molte testimonianze dei lettori un'utile chiave di lettura del nostro tempo.

In dialogo con gli autori, Diego Cason e Michele Nardelli, ci saranno la vicepresidente della SAT Elena Guella, il professor Ugo Morelli e l'antropologo Annibale Salsa. E le molte altre persone che vorranno partecipare, finalmente di persona, all'incontro.

«Inverno liquido» a Fahrenheit su Radio 3
Fahrenheit

Una trasmissione di Fahrenheit (RAI, Radio 3) lo scorso venerdì 13 gennaio dedicata ai temi proposti dal libro “Inverno liquido” di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli (DeriveApprodi, 2023).

Inverno liquido: paesaggio e cambiamento climatico

Alle 15: Susanna Marietti di Antigone commenta il rapporto Human Rights Watch | Alle 15.30: Parlare di paesaggio senza agire per il paesaggio, soprattutto in montagna. Con Ugo Morelli e Luca Martinelli | Alle 16: Melania Mazzucco racconta "Self-portrait", Einaudi | Alle 16.30: Fahre-scuola. Censimento dei giardini scolastici. Con Riccardo Morri, docente di geografia all'Università La Sapienza di Roma.

Che potete ascoltare al minuto 38 cliccando sul seguente link:

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/01/Fahrenheit-del-13012023-33851b02-2e2a-436b-bd47-6e098f1f2ad1.html

Tornare sui propri passi, facendo proprio il monito della ninfea
La prima di copertina del libro

«Tornare sui propri passi. Boschi ridotti a una massa inestricabile di tronchi e rami, caduti spesso in luoghi inaccessibili. Comunità già fragili nelle quali emergono sentimenti di impotenza e vulnerabilità. La tempesta Vaia, l’evento di maggiore impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, è come il “Monito della Ninfea” – titolo del bel libro di Diego Cason e Michele Nardelli – che rischia di non essere capito, perché i valori soglia hanno questo difetto: il giorno prima di una catastrofe il pericolo non viene percepito, il giorno successivo è già tardi».

Sulla sua pagina facebook così scrive oggi l'amico Silvano Falocco a proposito del nostro libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020). Vale per la tempesta Vaia o per gli eventi estremi che ormai sono diventati normalità, per l'invasione delle locuste come per il Coronavirus. E noi, forti della nostra signoria sulla natura, a rincorrere gli avvenimenti che a quel punto diventano emergenze.

Massimo Campanini, islamista controcorrente
Massimo Campanini

Si è spento lo storico e arabista. Un bel ricordo di Simone Casalini

di Simone Casalini *

Basterebbe citare «L’Islam, religione dell’Occidente» (Mimesis), tra i titoli della sua prolifica produzione, per raccontare Massimo Campanini, raffinato islamista, arabista, storico e filosofo. Le intersezioni, gli intrecci erano (e sono) uno dei piani di lavoro frequentati per smontare il sedizioso progetto di alimentazione di una cultura islamofoba che si ciba spesso di spazzatura editoriale.

Non si capacitava, Massimo, dello spazio che viene assegnato sui grandi media a studi, libri o voci prive di autorevolezza. E allora sbullonava queste impalcature ideologiche — di facile impatto per un opinione pubblica che poco sa di islamistica — con i suoi testi che da un lato ci rammentano le profonde connessioni tra «noi» e «loro» in un tentativo di accorciare le distanze e di farci scoprire che quel noi e loro spesso non esistono o hanno contorni indecifrabili; dall’altro accompagnandoci nella profondità del pensiero islamico e della sua struttura sociale, sconfessando i luoghi comuni più resistenti. Come l’associazione tra l’Islam e i regimi teocratici, in cui aveva vita facile a ricordare che «l’Islam non possiede né una Chiesa né un clero a differenza del cristianesimo. Semmai è un cesaropapismo perché l’elemento politico ha strumentalizzato quello religioso, e quasi mai viceversa». E contestava l’identità Islam-terrorismo perché «cela una rappresentazione volutamente monocorde per costruire un nemico».

Beirut
copertina
Samir Kassir

Beirut

Storia di una città

Einaudi, 2009
 

Di fronte alle tragiche imamgini di queste ore, un piccolo omaggio alla città di Beirut raccontata magistralmente da Samir Kassir, uno degli intellettuali più prestigiosi del mondo arabo che della sua primavera fu protagonista e vittima.

«Da sempre Beirut, tra i bagliori di una città aperta - al tempo stesso orientale e occidentalizzata, cristiana e musulmana, moderna ma profondamente radicata in una storia che ha visto passare Pompeo, Saladino, i Pascià Jazzar e Ibrahim - e gli incubi di un luogo esposto di continuo alla guerra, con i suoi abitanti di svariata provenienza, i suoi scrittori e artisti, i suoi contrasti ed eccessi, continua ad alimentare limmaginario piú variegato.

Restituendo alla città i mille volti della sua storia, Samir Kassir ci racconta le grandi contraddizioni della prima metropoli del mondo arabo. Spesso idealizzata in passato per lo scenario felice e la natura lussureggiante, nella seconda metà del Novecento Beirut vive la sua età delloro, ponendosi al centro di interessi economici che superano i confini della piccola Repubblica Libanese.

Oltre il Novecento
il vecchio libro di Revelli

Marco Revelli

Oltre il Novecento

La politica, le ideologie e le insidie del lavoro

Einaudi, 2001
 

Secolo della democrazia e dei totalitarismi, della violenza dispiegata in misura mai prima conosciuta e della decolonizzazione su scala globale, della società opulenta e della fame del mondo: il Novecento appare, da qualunque prospettiva lo si guardi, come “il secolo dell’ambivalenza”. Un grande libro.